We're lost in music/ Caught in a trap/ No turning back/ We're lost in music (Sister Sledge 1979)
venerdì 31 dicembre 2010
Una bella canzone
Una voce, un pianoforte e una delle più belle canzoni di sempre, secondo me.
Arrivederci al 2011!
domenica 19 dicembre 2010
Con un pò di vaselina...
THE VASELINES "Sex With An X"
Magari alla fine scelgo loro come disco dell'anno (anche se non credo molto in questa cosa). Con buona pace di Melissa Auf Der Maur e i Killing Joke. Non so molto di loro in realtà, so che avevano fatto un solo album (credo), si erano sciolti vent'anni fa ed erano stati coverizzati dai Nirvana. Devo dire che da quando questo album è entrato in casa mia, prima in mp3 poi in cd, fatico a non sentirlo tutto di seguito. Una collezione di canzoni che ti si appiccicano in testa e non ti mollano più, un pò sixties un pò indie-pop. Retro e attuali nello stesso tempo, ma senza manie di protagonismo. E allora viva i Vaselines, che scivolano lisci come...
Magari alla fine scelgo loro come disco dell'anno (anche se non credo molto in questa cosa). Con buona pace di Melissa Auf Der Maur e i Killing Joke. Non so molto di loro in realtà, so che avevano fatto un solo album (credo), si erano sciolti vent'anni fa ed erano stati coverizzati dai Nirvana. Devo dire che da quando questo album è entrato in casa mia, prima in mp3 poi in cd, fatico a non sentirlo tutto di seguito. Una collezione di canzoni che ti si appiccicano in testa e non ti mollano più, un pò sixties un pò indie-pop. Retro e attuali nello stesso tempo, ma senza manie di protagonismo. E allora viva i Vaselines, che scivolano lisci come...
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venerdì 10 dicembre 2010
A star is born?
E questa come la spiego? Cioè, com'è che mi sono ritrovato sul palco di un piccolo teatro nei vicoli a cantare "Bankrobber" dei Clash insieme al mio amico Franco Zaio? Probabilmente ho una "bestia" dentro che si è manifestata quando Franco mi ha parlato della serata Clash in cui, oltre a ripresentare le canzoni interpretate nel suo disco autoprodotto "Know Your Clash", ci sarebbero stati degli ospiti per alcuni duetti. Gente che in passato ha suonato con lui, come Attilio, Francesca, Andrea, più Marco Cheldi degli Sleeves e Bobby Soul (già Voci Atroci, Sensasciou e Blindosbarra, tra gli altri), più Diego, giovane giornalista punk e Fritz come dj. Infatti mi è uscita fuori la frase: "E io che faccio?". Inizialmente si pensava che sarei stato l'addetto alle riprese video, ma poi la "bestia" ha tuonato: "Potrei cantare qualcosa anch'io". Nonostante una comprensibile perplessità iniziale, la cosa è andata avanti, avrei voluto fare "Guns Of Brixton", ma era già stata prenotata, così ho scelto "Bankrobber", un'altra delle mie preferite. Me la sono studiata, ma non siamo riusciti ad incontrarci prima per fare almeno una prova. Arriva l'8 dicembre e approfittiamo del soundcheck per provare. Così ho scoperto che potevo sentire la mia voce attraverso il microfono (lo so, sono un dilettante allo sbaraglio!), facciamo un paio di prove, la prima discreta, la seconda un pò meglio ma con qualche stonatura di troppo (confesso che solitamente canto quando sono...un pò meno sobrio del solito!). Comincio ad avere dei dubbi, poi, dopo aver mangiato un kebab in compagnia, la gente comincia ad arrivare...ed è più di quello che immaginavo. Il piccolo teatro si riempe e lo spettacolo comincia. Prima Franco fa un pò di brani da solo, poi cominciano gli ospiti e io sono il secondo, dopo Andrea che suona la sua Fender Jaguar rosso fiammeggiante, ma il primo a cantare. Dopo aver rischiato una caduta per raggiungere il palco, arrivo. Scambio qualche parola con Franco e questo mi tranquillizza un pò, le luci in faccia mi impedivano di vedere gli spettatori, ho chiesto preventivamente perdono a Joe Strummer e sono partito. Ed è andata bene, la "bestia" ha fatto tesoro di qualche suggerimento di amici, oppure si è mossa istintivamente, comunque non ho sbagliato niente e mi sono concesso un finale in crescendo. Insomma, successo di pubblico, ma a me interessava soprattutto il parere degli amici, a cui non avevo detto niente prima, ed erano tutti contenti, e questo per me vale più di qualsiasi cosa. Ho avuto la mia occasione e l'ho giocata bene e dopo anni come ascoltatore ho potuto provare il brivido di stare dalla parte del microfono, due lunghissimi minuti che per me sono stati un bel regalo di Natale. E ora? Come proseguirà la mia carriera? Boh? Mi tengo il ricordo di questa serata, che mi ha regalato tante emozioni anche con le esibizioni degli altri; una menzione speciale per Diego, che per problemi di lavoro è arrivato senza poter provare e non si è fatto intimorire per niente, io non credo che ce l'avrei fatta come lui.
La foto è opera di Antonio Amato, fotografo di vecchia scuola che ha il pregio di fare ottime cose senza tirarsela per niente (ha appena ripescato e pubblicato su Facebook due foto di David Bowie scattate a Genova quando era in periodo "berlinese", mi è tornato in mente l'articolo di giornale che ne parlava, ho cercato nei miei ritagli, ma non ce l'avevo). Grazie Antonio. E grazie Franco, e tutti gli amici che erano lì.
lunedì 6 dicembre 2010
Ma andate a lavorare, barboni!
Shhh! si sta avvicinando...fate piano...il silenzio sarà assoluto...
Si, insomma, sta per palesarsi LO SCIOPERO DEL CALCIO ITALIANO! Probabilmente l'avvenimento dell'anno che finirà su tutte le copertine mondiali dell'universo. O magari no. Intanto sappiate che in Spagna nessuna tv, a pagamento o gratis, ha acquistato i diritti del calcio italiano. Il motivo? Perchè il calcio italiano a loro fa schifo. E stasera c'è l'ultima partita della 15a giornata di campionato...aspetta un attimo, giornata? Ma se hanno giocato venerdì, sabato e domenica, non sarebbe meglio chiamarla mini-settimana? E vogliamo parlare della partita alle 12.30? L'ambiente calcio, dai dirigenti ai calciatori, si è talmente piegato alle "esigenze" della tv, che è disposto a qualunque cosa pur di ramazzare soldi. Vogliamo parlare della tessera del tifoso? Io quest'anno non ho fatto l'abbonamento non perchè ho un orgoglio ultras da difendere, ma per la totale inutilità della cosa. C'è già il mio nome sul biglietto o abbonamento, devo far vedere il documento all'entrata, quindi la tessera a che serve? Ad avere gli sconti sul carissimo merchandising ufficiale? C'è roba più bella sulle bancarelle abusive. E da poco mi sono buttato sul calcio in streaming. La qualità video non sarà sempre eccelsa, ma vuoi mettere la soddisfazione di metterlo in culo ai satellitari e digitali terrestri? E quindi torna d'attualità questa canzone:
"nessuno sugli spalti/nessuno in panchina/nessuno palleggia/nessuno che moviola/nessuno allo stadio/nessuno bagarino/nessuno realizza/nessuno fluidifica"
AGGIORNAMENTO DEL 9 DICEMBRE
Hanno trovato l'accordo! Ma non mi dire! Certo che la vista di tutti quei calciatori a manifestare in strada con la kefiah e i tamburi è veramente servita a ristabilire la pace sindacale. MA ANDATE AFFANCULO!!!
Si, insomma, sta per palesarsi LO SCIOPERO DEL CALCIO ITALIANO! Probabilmente l'avvenimento dell'anno che finirà su tutte le copertine mondiali dell'universo. O magari no. Intanto sappiate che in Spagna nessuna tv, a pagamento o gratis, ha acquistato i diritti del calcio italiano. Il motivo? Perchè il calcio italiano a loro fa schifo. E stasera c'è l'ultima partita della 15a giornata di campionato...aspetta un attimo, giornata? Ma se hanno giocato venerdì, sabato e domenica, non sarebbe meglio chiamarla mini-settimana? E vogliamo parlare della partita alle 12.30? L'ambiente calcio, dai dirigenti ai calciatori, si è talmente piegato alle "esigenze" della tv, che è disposto a qualunque cosa pur di ramazzare soldi. Vogliamo parlare della tessera del tifoso? Io quest'anno non ho fatto l'abbonamento non perchè ho un orgoglio ultras da difendere, ma per la totale inutilità della cosa. C'è già il mio nome sul biglietto o abbonamento, devo far vedere il documento all'entrata, quindi la tessera a che serve? Ad avere gli sconti sul carissimo merchandising ufficiale? C'è roba più bella sulle bancarelle abusive. E da poco mi sono buttato sul calcio in streaming. La qualità video non sarà sempre eccelsa, ma vuoi mettere la soddisfazione di metterlo in culo ai satellitari e digitali terrestri? E quindi torna d'attualità questa canzone:
"nessuno sugli spalti/nessuno in panchina/nessuno palleggia/nessuno che moviola/nessuno allo stadio/nessuno bagarino/nessuno realizza/nessuno fluidifica"
AGGIORNAMENTO DEL 9 DICEMBRE
Hanno trovato l'accordo! Ma non mi dire! Certo che la vista di tutti quei calciatori a manifestare in strada con la kefiah e i tamburi è veramente servita a ristabilire la pace sindacale. MA ANDATE AFFANCULO!!!
martedì 30 novembre 2010
Canzoni sorelle
ASSOCIATES "No"
VIVIAN GIRLS "No"
Avevo già fatto un altro post simile, che ora non ho voglia di andare a cercare. Le canzoni sorelle sono quelle che hanno in comune solo il titolo, tutto il resto è diverso. Qui abbiamo due artisti già passati da queste parti, gli Associates di Billy Mackenzie, in una versione un pò diversa da quella dell'album "Sulk" e le Vivian Girls dal loro primo album, con una versione del pezzo che è stranamente più veloce e grezza rispetto a quella del demo (di solito accade il contrario). Buon ascolto!
VIVIAN GIRLS "No"
Avevo già fatto un altro post simile, che ora non ho voglia di andare a cercare. Le canzoni sorelle sono quelle che hanno in comune solo il titolo, tutto il resto è diverso. Qui abbiamo due artisti già passati da queste parti, gli Associates di Billy Mackenzie, in una versione un pò diversa da quella dell'album "Sulk" e le Vivian Girls dal loro primo album, con una versione del pezzo che è stranamente più veloce e grezza rispetto a quella del demo (di solito accade il contrario). Buon ascolto!
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domenica 21 novembre 2010
So What?
Ieri sera ho sfidato la pioggia per partecipare a una serata punk organizzata dal piccolo ma grande Roberto Zena presso il centro sociale Terra di Nessuno: in scaletta i savonesi 5MDR, i romani Paypack e gli inglesi Anti-Nowhere League (unica data italiana per la storica punk band). Locale piuttosto pieno, qualche faccia conosciuta, situazione "abbastanza" tranquilla. I savonesi, già visti a settembre a Varazze, sono bravi ma non mi emozionano particolarmente, preferisco i loro concittadini Uguaglianza. I Payback invece mi impressionano per potenza e carica, hardcore classico e moderno e la presenza di due cantanti mi ha fatto venire in mente i Linea 77, ma sicuramente i Payback vincono a mani basse, forse i Linea erano così agli inizi. Bravi davvero! Poi le star della serata: gli Anti-Nowhere League, in pista trent'anni fa, e dopo alterne vicende sono ancora sui palchi (anche se della formazione originale c'è solo il cantante Animal), e come spesso accade per reduci di quelli scena, pestano ancora alla grande! Lo strano è che suonano per 40 minuti, scendono un attimo, poi ripartono e ci danno dentro per più di un'altra ora, con mucho gusto dei kids presenti. Ok, a un certo punto, dopo fiumi di birra, c'è un pò di baruffa nell'aria, qualche spintone e parole grosse, ma niente di grave, son ragazzi, dopotutto. Il concerto finisce e poi parte il vero delirio: una coppia di sciamannati dj, che iniziano con una selezione punk, ma poi il tutto si trasforma in una specie di discoteca molto alternativa: e quindi Nabat, Katy Perry, Stooges, Bloodhound Gang, e l'apoteosi si raggiunge quando skins e punks cantano a squarciagola "Comprami" di Viola Valentino! Una scena davvero divertente e coinvolgente. A parte il cantante, gli altri tre ANL si mischiano poi coi presenti rimasti a socializzare, mi piacerebbe sapere come è riuscito a tornare a casa il ragazzo che ha ingaggiato una gara di bevute col bassista...Resto fino quasi alla chiusura in attesa del primo bus utile, faccio due carezze al simpatico cagnone Spike che gironzola incessante tra le gambe dei presenti...insomma alle 5 e mezza posso finalmente buttarmi sotto le coperte. So Fuckin' What?
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domenica 14 novembre 2010
She's Lost Control
GRACE JONES "She's Lost Control"
Era tanto che non sentivo questa versione. Dico subito che l'originale è inarrivabile. Sono anche un fiero oppositore del "certi miti non si toccano". Si possono toccare invece, basta essere un minimo creativi. Rimanendo in ambito Joy Division, preferisco dimenticare la cover di Paul Young di "Love Will Tear Us Apart", che cercava di agganciarsi all'originale fallendo clamorosamente; ok che Paul è un cantante migliore di Ian, ma nessuno canta come Ian (o come Tow Waits, altra voce particolare spesso massacrata nelle cover). Anche Grace Jones non è una grande cantante, ma ha avuto la fortuna di avere dei collaboratori di grande calibro, il produttore Tom Moulton negli anni discomusic, il duo Dunbar/Shakespeare per "Warm Leatherette" e "Private Life", dove è stato anche inventata l'icona Grace Jones, glaciale e futurista, che accontentava sia i vecchi discotecomani che i giovani new wavers. La scelta qui è stata per un classico reggae con toni dub nel finale e Grace che si libera dai panni di icona e si lascia andare senza remore, come dopo il quinto minuto quando urla sguaiatissima. She's lost control, appunto.
Era tanto che non sentivo questa versione. Dico subito che l'originale è inarrivabile. Sono anche un fiero oppositore del "certi miti non si toccano". Si possono toccare invece, basta essere un minimo creativi. Rimanendo in ambito Joy Division, preferisco dimenticare la cover di Paul Young di "Love Will Tear Us Apart", che cercava di agganciarsi all'originale fallendo clamorosamente; ok che Paul è un cantante migliore di Ian, ma nessuno canta come Ian (o come Tow Waits, altra voce particolare spesso massacrata nelle cover). Anche Grace Jones non è una grande cantante, ma ha avuto la fortuna di avere dei collaboratori di grande calibro, il produttore Tom Moulton negli anni discomusic, il duo Dunbar/Shakespeare per "Warm Leatherette" e "Private Life", dove è stato anche inventata l'icona Grace Jones, glaciale e futurista, che accontentava sia i vecchi discotecomani che i giovani new wavers. La scelta qui è stata per un classico reggae con toni dub nel finale e Grace che si libera dai panni di icona e si lascia andare senza remore, come dopo il quinto minuto quando urla sguaiatissima. She's lost control, appunto.
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venerdì 5 novembre 2010
Adesso basta!
Sono stufo, non ne posso più. L'ultima sparata del premier è la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso. Potevo solo mettere il link (che è comunque qui), ma preferisco un copia e incolla. Il titolo dell'articolo è "Omofobia e Sessuofobia". Dico solo questo: le battute e gli insulti, in generale le parole, se ripetute giorno dopo giorno fanno male, molto male. Fanno più male delle botte.
OMOFOBIA & SESSUOFOBIA
Si scavano fossati, si inventano presupposti scientifici inestistenti, si appellano ai testi sacri ed alla natura... ma hanno semplicemente paura di capire.
E’ un’attività sempre in voga la caccia al gay, dalle nostre parti, che si arricchisce di bizzarre iniziative e pindariche astrazioni intellettuali per giustificare la messa al bando del "diverso".
"Diverso da chi?" verrebbe da dire ripropronendo il titolo di un ottimo film italiano di qualche tempo fa.
Piace molto agli inquisitori di turno annoverare l’omosessualità tra le malattie umane nello sforzo di accreditare l’atto discriminatorio con il pietismo e con l’accondiscendenza che si rivolgono ad un malato terminale. Vengono poste a margine, o totalmente escluse, le implicazioni affettive: i sentimenti, le passioni, l’amore, la gioia, il dolore, la fedeltà, tutte quelle emozioni che rendono un individuo un essere umano che vive una situazione di coppia.
Tutto il focus si concentra sul sesso, sull’atto sessuale, sull’innaturalezza, così definita, di una pratica che non conduce alla naturale procreazione.
Questo atteggiamento ci fa essere sempre più certi su quale sia il vero motore che anima tutto il processo discriminatorio: la sessuofobia. E’ il sesso così vissuto fuori dai parametri "regolari" che sconvolge certe menti; soprattutto quelle dedite a pensare che regole scritte e formulate millenni or sono, possano essere adatte per tutta l’era dell’umanità. Considerando che il "messaggio" è quanto mai artificioso, costruito politicamente a tavolino (vedi la scelta dei vangeli canonici) e che è stato arricchito nel tempo di elementi estranei (vedi l’infallibilità del pontefice) e che buona parte di questi testi si basano su presupposti storici dubbi (ricalcano pari pari divinità pagane precedenti) e "verità" assolutamente antiscientifiche (immacolate concezioni e via dicendo), forse sarebbe ora di domandarsi seriamente quanto questi "messaggi" siano fonte credibile per giudicare in modo così duro un fenomeno che appartiene al regno animale, ed umano, dalla notte dei tempi.
Veniamo al mondo come maschi o femmine per un "banale" cromosoma. Non lo scegliamo il sesso, ce lo ritroviamo, ci piaccia o meno, e dobbiamo solo sperare che tutto il nostro corpo ed il nostro essere sia conforme alla scelta del cromosoma. E se non è così? Se la "natura madre" ci ha costruito e, forse voluto, diversamente? E che ne è di tutte quelle caratteristiche fondanti della persona umana che esistino oltre al sesso? Le cancelliamo per via di un cromosoma?
C’è un mucchio di gente che ulula al vento aria fritta per difendere 4 cellule che sono "potenzialmente una vita", ma sono sempre 4 cellule, e non ha decenza e riguardi per le persone vere, in carne ed ossa, compiute, adulte, capaci di sentire dolore, tristezza, malinconia per essere colpite ed infangate per qualcosa che non hanno scelto ma che fa parte della loro persona e del loro diritto di essere come sono.
Il gesto peggiore di questi Savonarola di turno è la negazione dell’umanità degli omosessuali in nome dell’amore "divino". Mi è capitato di sentire argomenti che sconfinano nell’assurdo: ma se accettiamo l’omosessualità... che ne è della procreazione?
Sarebbe a dire che, per qualcuno, se accettiamo l’omosessuale come persona... tutti diventiamo omosessuali. Una stravaganza ignorante, tra l’altro, perché ignora la nostra vera identità di noi individui composti da entrambi i soggetti dell’equazione: maschio e femmina. L’identità dei due generi alberga sempre dentro di noi e si può anche manifestare in quello sconfinato mondo, così poetico e fantasioso, che sono le fantasie sessuali. Il mondo della sessualità è una sterminata prateria di immaginazione tipica dell’essere umano. E ciò che ci differenzia dal semplice animale che esegue il coito per puro istinto naturale con il solo obiettivo della riproduzione.
Ma questo è ciò a cui vorrebbero ridurci. Coniglietti (adorabili) che proliferano senza fantasia e per "puro" dovere.
Non è colpa nostra se costoro non sanno apprezzare la gioiosa, naturale, fantasiosa, dialettica del cuore e della mente che attraversa una coppia felice nel vissuto dell’atto sessuale; sia esso etero od omo. La malattia del sesso sta in coloro che ne sono succubi o che piegano ad esso ogni relazione (sia etero che omo), non in chi la vive con lo spirito naturale e quindi "divino" dell’amore. Il "peccato" è un concetto estraneo alla natura, l’ha inventato chi ha deciso che "gli altri" devono essere posti sotto il controllo di una qualche autorità, in genere, guarda caso, la sua.
La "paura" del sesso e di chi lo pratica diversamente da noi è, questa sì, la vera malattia che fornisce presupposti per discriminare, per disprezzare, per incitare all’odio del diverso.
Costoro sono i veri "estranei" alla divinità che alberga nell’umanità profonda degli individui che amano, sempre e comunque, senza concedere ai libri od alle parole di negare l’esistenza dell’altro, qualunque forma, sesso, razza, colore, preferenze sessuali esso abbia.
OMOFOBIA & SESSUOFOBIA
Si scavano fossati, si inventano presupposti scientifici inestistenti, si appellano ai testi sacri ed alla natura... ma hanno semplicemente paura di capire.
E’ un’attività sempre in voga la caccia al gay, dalle nostre parti, che si arricchisce di bizzarre iniziative e pindariche astrazioni intellettuali per giustificare la messa al bando del "diverso".
"Diverso da chi?" verrebbe da dire ripropronendo il titolo di un ottimo film italiano di qualche tempo fa.
Piace molto agli inquisitori di turno annoverare l’omosessualità tra le malattie umane nello sforzo di accreditare l’atto discriminatorio con il pietismo e con l’accondiscendenza che si rivolgono ad un malato terminale. Vengono poste a margine, o totalmente escluse, le implicazioni affettive: i sentimenti, le passioni, l’amore, la gioia, il dolore, la fedeltà, tutte quelle emozioni che rendono un individuo un essere umano che vive una situazione di coppia.
Tutto il focus si concentra sul sesso, sull’atto sessuale, sull’innaturalezza, così definita, di una pratica che non conduce alla naturale procreazione.
Questo atteggiamento ci fa essere sempre più certi su quale sia il vero motore che anima tutto il processo discriminatorio: la sessuofobia. E’ il sesso così vissuto fuori dai parametri "regolari" che sconvolge certe menti; soprattutto quelle dedite a pensare che regole scritte e formulate millenni or sono, possano essere adatte per tutta l’era dell’umanità. Considerando che il "messaggio" è quanto mai artificioso, costruito politicamente a tavolino (vedi la scelta dei vangeli canonici) e che è stato arricchito nel tempo di elementi estranei (vedi l’infallibilità del pontefice) e che buona parte di questi testi si basano su presupposti storici dubbi (ricalcano pari pari divinità pagane precedenti) e "verità" assolutamente antiscientifiche (immacolate concezioni e via dicendo), forse sarebbe ora di domandarsi seriamente quanto questi "messaggi" siano fonte credibile per giudicare in modo così duro un fenomeno che appartiene al regno animale, ed umano, dalla notte dei tempi.
Veniamo al mondo come maschi o femmine per un "banale" cromosoma. Non lo scegliamo il sesso, ce lo ritroviamo, ci piaccia o meno, e dobbiamo solo sperare che tutto il nostro corpo ed il nostro essere sia conforme alla scelta del cromosoma. E se non è così? Se la "natura madre" ci ha costruito e, forse voluto, diversamente? E che ne è di tutte quelle caratteristiche fondanti della persona umana che esistino oltre al sesso? Le cancelliamo per via di un cromosoma?
C’è un mucchio di gente che ulula al vento aria fritta per difendere 4 cellule che sono "potenzialmente una vita", ma sono sempre 4 cellule, e non ha decenza e riguardi per le persone vere, in carne ed ossa, compiute, adulte, capaci di sentire dolore, tristezza, malinconia per essere colpite ed infangate per qualcosa che non hanno scelto ma che fa parte della loro persona e del loro diritto di essere come sono.
Il gesto peggiore di questi Savonarola di turno è la negazione dell’umanità degli omosessuali in nome dell’amore "divino". Mi è capitato di sentire argomenti che sconfinano nell’assurdo: ma se accettiamo l’omosessualità... che ne è della procreazione?
Sarebbe a dire che, per qualcuno, se accettiamo l’omosessuale come persona... tutti diventiamo omosessuali. Una stravaganza ignorante, tra l’altro, perché ignora la nostra vera identità di noi individui composti da entrambi i soggetti dell’equazione: maschio e femmina. L’identità dei due generi alberga sempre dentro di noi e si può anche manifestare in quello sconfinato mondo, così poetico e fantasioso, che sono le fantasie sessuali. Il mondo della sessualità è una sterminata prateria di immaginazione tipica dell’essere umano. E ciò che ci differenzia dal semplice animale che esegue il coito per puro istinto naturale con il solo obiettivo della riproduzione.
Ma questo è ciò a cui vorrebbero ridurci. Coniglietti (adorabili) che proliferano senza fantasia e per "puro" dovere.
Non è colpa nostra se costoro non sanno apprezzare la gioiosa, naturale, fantasiosa, dialettica del cuore e della mente che attraversa una coppia felice nel vissuto dell’atto sessuale; sia esso etero od omo. La malattia del sesso sta in coloro che ne sono succubi o che piegano ad esso ogni relazione (sia etero che omo), non in chi la vive con lo spirito naturale e quindi "divino" dell’amore. Il "peccato" è un concetto estraneo alla natura, l’ha inventato chi ha deciso che "gli altri" devono essere posti sotto il controllo di una qualche autorità, in genere, guarda caso, la sua.
La "paura" del sesso e di chi lo pratica diversamente da noi è, questa sì, la vera malattia che fornisce presupposti per discriminare, per disprezzare, per incitare all’odio del diverso.
Costoro sono i veri "estranei" alla divinità che alberga nell’umanità profonda degli individui che amano, sempre e comunque, senza concedere ai libri od alle parole di negare l’esistenza dell’altro, qualunque forma, sesso, razza, colore, preferenze sessuali esso abbia.
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lunedì 1 novembre 2010
Sonic Reducer!
E ci siamo finalmente! Questo post era già pronto in bozza da due anni, ora ne state leggendo una sua versione remix. Oggi è nato il sito di Sonic Reducer, lo trovate nei miei link sulla destra o comunque a questo indirizzo: www.sonicreducer.it/
In realtà esisteva fino a ieri una precedente versione del sito, che per problemi vari non è mai riuscita a decollare come era stato previsto; ora la situazione è decisamente migliorata e anche se per ora è in fase iniziale, già dai prossimi giorni si dovrebbero vedere tutti i miglioramenti. Il sito ha a che fare col punk in tutte le sue declinazioni e in tutte le forme, dal vinile al cd, posters, fanzines, libri e ogni altro tipo di memorabilia. E' anche un motore di ricerca, ci sarà una sezione dedicata all'arte con autoproduzioni, forse anche una web-radio e l'ambizione è di farlo diventare un punto di riferimento non solo per l'Italia. Al momento è attiva la discografia di tutti i prodotti italiani dal 1977 al 1993, e cominciano ad essere visibili foto di alcune copertine. L'idea nasce dall'incontro di Marco, Roberto e Fritz, appassionati e collezionisti di punk, che decidono di mettere insieme le loro esperienze per questa cosa che potrebbe diventare davvero grossa. Significa anche mettere a disposizione di tutti un patrimonio di reperti e di conoscenze che rientrano nello spirito più puro della condivisione sul web. E mi inorgoglisce che il tutto sia nato a Genova e Savona; la mostra dei Clash dell'anno scorso era stato il primo evento pubblico di Sonic Reducer (ci sarà una replica con nuove cose a febbraio prossimo), ma ce ne saranno altri. Il sito è aperto alle collaborazioni, chiunque ha a disposizione materiale, audio, video, manifesti e quant'altro può farsi vivo e comunque c'è l'intenzione di non fermarsi al passato ma di aprirsi al futuro, per cui chi ha da proporre cose nuove è ben accetto.
A me questo sito sarà utilissimo, perchè il punk l'ho sempre vissuto un pò da lontano, sia all'epoca della sua uscita che in seguito. Mi piaceva la sua idea di energia, di ridiscutere tutto quello che era venuto prima, mentre musicalmente, a parte pochi nomi, mi attirava meno, sono stato più coinvolto dal post-punk o new wave o come volete chiamare quello che è arrivato appena dopo l'esplosione del punk originario. Solo in tempi più recenti ho cominciato ad apprezzare di più anche la musica, sono arrivato alla conclusione che il "one-two-three-four" dei Ramones sia veramente l'essenza dell'urlo primario del rock'n'roll o come vogliamo chiamare quella musica che ci scuote dentro, che ci dà delle vibrazioni positive.
Diciamo che anch'io faccio parte del progetto, collaboro con qualche traduzione qua e là, ma il mio contributo è davvero minuscolo rispetto alla mole di lavoro che hanno fatto Marco, Roberto e Fritz, più il webmaster Vittorio (che ancora non conosco) e li ringrazio per la fiducia che mi hanno accordato. Per me è un piacere e un onore fare questa presentazione perchè se lo meritano e perchè mi auguro che il sito diventi davvero IL sito di riferimento. Long Live Sonic Reducer!
In realtà esisteva fino a ieri una precedente versione del sito, che per problemi vari non è mai riuscita a decollare come era stato previsto; ora la situazione è decisamente migliorata e anche se per ora è in fase iniziale, già dai prossimi giorni si dovrebbero vedere tutti i miglioramenti. Il sito ha a che fare col punk in tutte le sue declinazioni e in tutte le forme, dal vinile al cd, posters, fanzines, libri e ogni altro tipo di memorabilia. E' anche un motore di ricerca, ci sarà una sezione dedicata all'arte con autoproduzioni, forse anche una web-radio e l'ambizione è di farlo diventare un punto di riferimento non solo per l'Italia. Al momento è attiva la discografia di tutti i prodotti italiani dal 1977 al 1993, e cominciano ad essere visibili foto di alcune copertine. L'idea nasce dall'incontro di Marco, Roberto e Fritz, appassionati e collezionisti di punk, che decidono di mettere insieme le loro esperienze per questa cosa che potrebbe diventare davvero grossa. Significa anche mettere a disposizione di tutti un patrimonio di reperti e di conoscenze che rientrano nello spirito più puro della condivisione sul web. E mi inorgoglisce che il tutto sia nato a Genova e Savona; la mostra dei Clash dell'anno scorso era stato il primo evento pubblico di Sonic Reducer (ci sarà una replica con nuove cose a febbraio prossimo), ma ce ne saranno altri. Il sito è aperto alle collaborazioni, chiunque ha a disposizione materiale, audio, video, manifesti e quant'altro può farsi vivo e comunque c'è l'intenzione di non fermarsi al passato ma di aprirsi al futuro, per cui chi ha da proporre cose nuove è ben accetto.
A me questo sito sarà utilissimo, perchè il punk l'ho sempre vissuto un pò da lontano, sia all'epoca della sua uscita che in seguito. Mi piaceva la sua idea di energia, di ridiscutere tutto quello che era venuto prima, mentre musicalmente, a parte pochi nomi, mi attirava meno, sono stato più coinvolto dal post-punk o new wave o come volete chiamare quello che è arrivato appena dopo l'esplosione del punk originario. Solo in tempi più recenti ho cominciato ad apprezzare di più anche la musica, sono arrivato alla conclusione che il "one-two-three-four" dei Ramones sia veramente l'essenza dell'urlo primario del rock'n'roll o come vogliamo chiamare quella musica che ci scuote dentro, che ci dà delle vibrazioni positive.
Diciamo che anch'io faccio parte del progetto, collaboro con qualche traduzione qua e là, ma il mio contributo è davvero minuscolo rispetto alla mole di lavoro che hanno fatto Marco, Roberto e Fritz, più il webmaster Vittorio (che ancora non conosco) e li ringrazio per la fiducia che mi hanno accordato. Per me è un piacere e un onore fare questa presentazione perchè se lo meritano e perchè mi auguro che il sito diventi davvero IL sito di riferimento. Long Live Sonic Reducer!
domenica 31 ottobre 2010
domenica 24 ottobre 2010
sabato 23 ottobre 2010
Lucalucaluca
LE MACCHIE ROSSE "Luca"
Fantastico esempio di beat italiano a metà tra garage e rhythm'n'blues.
Fantastico esempio di beat italiano a metà tra garage e rhythm'n'blues.
venerdì 22 ottobre 2010
Per la Wendy
TITTI BIANCHI "Maga Magò"
da "Le Ragazze dei Capelloni" (Coniglio Editore,2010): Nata Maria Attilia, esordisce diciassettenne vincendo il Festival degli Sconosciuti di Ariccia, dove indossa una minigonna viola, quasi a voler sfidare l'antica tradizione teatrale che vuole questo colore bandito dai palcoscenici. Dopo una breve esperienza discografica tra il 1966 e il 1968 con la RCA, si dedica prevalentemente al liscio (genere che le è familiare, essendo lei di Salsomaggiore), facendosi apprezzare con la sua orchestra, di cui fanno parte il marito e in seguito anche i suoi due figli. Nel corso degli anni ha immesso sul mercato una decina di album, diventando un punto di riferimento nel circuito delle feste di piazza e delle balere. Vive a Rivarolo, in provincia di Cremona.
Questa la discografia prima che diventasse la regina del lissio:
Per quanto io ci provi/Sei stato il primo 1966
L'amore se ne va/Questa volta 1966
Maga Magò/Walk into my life 1966
Spia spione/Il giorno tutto giusto 1966
Devi avere fiducia in me/Il giorno tutto giusto 1966
Scriva che l'amo/Un ciclamino verde 1968
da "Le Ragazze dei Capelloni" (Coniglio Editore,2010): Nata Maria Attilia, esordisce diciassettenne vincendo il Festival degli Sconosciuti di Ariccia, dove indossa una minigonna viola, quasi a voler sfidare l'antica tradizione teatrale che vuole questo colore bandito dai palcoscenici. Dopo una breve esperienza discografica tra il 1966 e il 1968 con la RCA, si dedica prevalentemente al liscio (genere che le è familiare, essendo lei di Salsomaggiore), facendosi apprezzare con la sua orchestra, di cui fanno parte il marito e in seguito anche i suoi due figli. Nel corso degli anni ha immesso sul mercato una decina di album, diventando un punto di riferimento nel circuito delle feste di piazza e delle balere. Vive a Rivarolo, in provincia di Cremona.
Questa la discografia prima che diventasse la regina del lissio:
Per quanto io ci provi/Sei stato il primo 1966
L'amore se ne va/Questa volta 1966
Maga Magò/Walk into my life 1966
Spia spione/Il giorno tutto giusto 1966
Devi avere fiducia in me/Il giorno tutto giusto 1966
Scriva che l'amo/Un ciclamino verde 1968
martedì 19 ottobre 2010
Scherzetto!
KILLING JOKE "Endgame"
30 anni fa usciva il primo mitico album dei Killing Joke, uno dei capisaldi della new wave e ancora oggi è un disco che non ha perso un grammo della sua efficacia. "Absolute Dissent" è l'album più recente. Per ora ce l'ho solo in mp3, ma è probabile che poi me lo prenda, forse in versione deluxe, con un disco di covers di altri gruppi, tra cui Metallica, Helmet, Foo Fighters e Nouvelle Vague. La formazione è quella originale dei primi tre dischi e mi piacerebbe avere sottomano i testi (non è che Jaz Coleman sia facile da seguire mentre canta, soprattutto quando urla) ma leggo su un altro blog che si parla di "politica, dello sfruttamento delle risorse mondiali, di esoterismo, del controllo delle masse, di biotecnologie, dell’apocalisse e di se stessi." Il gruppo mi sembra ancora bello carico e in forma. Ho scelto questo pezzo perchè Jaz è così roco che sembra Lemmy! Ma ne propongo un altro, quello che conclude il disco, in cui tornano quelle atmosfere reggae/dub che sono state sempre presenti nelle loro prime cose. Viva i vecchietti!
30 anni fa usciva il primo mitico album dei Killing Joke, uno dei capisaldi della new wave e ancora oggi è un disco che non ha perso un grammo della sua efficacia. "Absolute Dissent" è l'album più recente. Per ora ce l'ho solo in mp3, ma è probabile che poi me lo prenda, forse in versione deluxe, con un disco di covers di altri gruppi, tra cui Metallica, Helmet, Foo Fighters e Nouvelle Vague. La formazione è quella originale dei primi tre dischi e mi piacerebbe avere sottomano i testi (non è che Jaz Coleman sia facile da seguire mentre canta, soprattutto quando urla) ma leggo su un altro blog che si parla di "politica, dello sfruttamento delle risorse mondiali, di esoterismo, del controllo delle masse, di biotecnologie, dell’apocalisse e di se stessi." Il gruppo mi sembra ancora bello carico e in forma. Ho scelto questo pezzo perchè Jaz è così roco che sembra Lemmy! Ma ne propongo un altro, quello che conclude il disco, in cui tornano quelle atmosfere reggae/dub che sono state sempre presenti nelle loro prime cose. Viva i vecchietti!
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lunedì 18 ottobre 2010
Scheletri nell'armadio? Non io!
BRITNEY SPEARS "Born To Make You Happy"
Infatti quando comprai questo singolo ero ben conscio di quello che stavo facendo. Era il quarto estratto dal primo album di Britney "Baby One More Time" e penso che nell'ambito del pop multimiliardario da alta classifica questa sia una bella canzone. C'è un aspetto che mi ha sempre intrigato all'interno di questa musica: diciamo che da un album di successo vengono estratti appunto quattro singoli. Spesso i primi due sono uptempo, il terzo è la ballatona sentimentale. Il quarto rimane un pò lì sospeso. In questo caso io l'ho trovato perfetto, nè lento nè veloce, e suona tutte le note giuste che fanno piacere al mio cervello. Nel singolo c'è anche un'interessante remix con chitarra acustica. Un altro caso in cui il quarto singolo era il mio preferito ci fu con l'album dei Technotronic, il progetto belga vagamente hip-pop di "Pump Up The Jam"; in quel caso si può dire che le varie canzoni erano poi una, ma utilizzavano le stesse note in posti diversi, per cui il quarto singolo "Move This" aveva le note giuste per me.
Tornando alla Britney questo era anche l'ultima volta in cui aveva il look fintamente innocente:
Infatti dal secondo album comincia il look sexy, via via sempre più esplicito (il famoso nude-look del video di "Toxic") e comincia la strada della distruzione della popstar acqua e sapone: dopo il flirt con Justin Timberlake vai con la droga, il matrimonio lampo, due figli sfornati senza un minuto di respiro l'uno dall'altro, i problemi per l'affidamento, tentati suicidi, la testa rapata a zero immortalata in diretta televisiva, la disintossicazione (quasi) e l'imbarazzante rentrèe agli Mtv Music Awards in cui era fuori forma, faceva i passi di danza peggio di una principiante, sembrava che l'avessero spinta a forza sul palcoscenico. Chi vuole godere dello spettacolo può andare qui: http://www.youtube.com/watch?v=g6fagIGvbF4
In fondo mi sta simpatica...
Infatti quando comprai questo singolo ero ben conscio di quello che stavo facendo. Era il quarto estratto dal primo album di Britney "Baby One More Time" e penso che nell'ambito del pop multimiliardario da alta classifica questa sia una bella canzone. C'è un aspetto che mi ha sempre intrigato all'interno di questa musica: diciamo che da un album di successo vengono estratti appunto quattro singoli. Spesso i primi due sono uptempo, il terzo è la ballatona sentimentale. Il quarto rimane un pò lì sospeso. In questo caso io l'ho trovato perfetto, nè lento nè veloce, e suona tutte le note giuste che fanno piacere al mio cervello. Nel singolo c'è anche un'interessante remix con chitarra acustica. Un altro caso in cui il quarto singolo era il mio preferito ci fu con l'album dei Technotronic, il progetto belga vagamente hip-pop di "Pump Up The Jam"; in quel caso si può dire che le varie canzoni erano poi una, ma utilizzavano le stesse note in posti diversi, per cui il quarto singolo "Move This" aveva le note giuste per me.
Tornando alla Britney questo era anche l'ultima volta in cui aveva il look fintamente innocente:
Infatti dal secondo album comincia il look sexy, via via sempre più esplicito (il famoso nude-look del video di "Toxic") e comincia la strada della distruzione della popstar acqua e sapone: dopo il flirt con Justin Timberlake vai con la droga, il matrimonio lampo, due figli sfornati senza un minuto di respiro l'uno dall'altro, i problemi per l'affidamento, tentati suicidi, la testa rapata a zero immortalata in diretta televisiva, la disintossicazione (quasi) e l'imbarazzante rentrèe agli Mtv Music Awards in cui era fuori forma, faceva i passi di danza peggio di una principiante, sembrava che l'avessero spinta a forza sul palcoscenico. Chi vuole godere dello spettacolo può andare qui: http://www.youtube.com/watch?v=g6fagIGvbF4
In fondo mi sta simpatica...
giovedì 14 ottobre 2010
Ma mi faccia il piacere!
A proposito di Italia-Serbia e dei mancati controlli di quegli screanzati serbi scalmanati. Dal "Secolo XIX" di oggi, dichiarazione di Roberto Massucci, portavoce dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive: "E poi la determinazione criminale di questi facinorosi che hanno occultato oggetti in parti del corpo che non possono essere controllate, facendo entrare le cose che tutti abbiamo visto". Certo che dev'essere scomodo nascondere le cesoie o un fumogeno nel culo...MA MI FACCIA IL PIACERE!!!
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mercoledì 13 ottobre 2010
Elementare, direi
THE JIM JONES REVUE "Elemental"
Ho appena scoperto il nuovo disco dei Jim Jones Revue "Burning Your House Down". Puro e semplice rock'n'roll fracassone, mi piace molto.
Ho appena scoperto il nuovo disco dei Jim Jones Revue "Burning Your House Down". Puro e semplice rock'n'roll fracassone, mi piace molto.
lunedì 11 ottobre 2010
Ne vuoi un morso?
Appena reduce dalla visione di "The Horde". Film GRANDIOSO pieno di sangue, violenza e zombies. Sono uscito dal cinema con tanta adrenalina in corpo e nello stesso tempo anche commosso per la bellezza (sì, mi capita davanti al grande schermo). I maledetti cugini francesi dimostrano che si può fare cinema horror come si deve (vedi "Alta Tensione" di Alexandre Aja), con protagonisti non divi, con poliziotti e cattivi che si confondono nella lotta per la sopravvivenza e una protagonista femminile (Claude Perron) veramente con le palle, che si mangia in un sol boccone la Sigourney Weaver della saga "Alien" e la Linda Hamilton di "Terminator 2". A confronto sembrano due mammolette. Consigliatissimo!
martedì 5 ottobre 2010
Led Zeples!
Per la serie: Facebook non è così inutile. Grazie a un amico ho scoperto questa cover di "Stairway To Heaven" suonata in puro stile Beatles '64 che è veramente geniale! Enjoy!
venerdì 1 ottobre 2010
La canzone dell'estate (in ritardo)
WEEZER "Hang On"
Prendete una giornata di sole, salite sulla vostra decapottabile, imboccate l'autostrada che costeggia il mare, accendete a manetta l'autoradio e cantate a squarciagola!
Prendete una giornata di sole, salite sulla vostra decapottabile, imboccate l'autostrada che costeggia il mare, accendete a manetta l'autoradio e cantate a squarciagola!
domenica 26 settembre 2010
Traduzioni tradite
Allora, due anni fa ho cominciato un lavoro di traduzione dall'inglese di un libro di culto. Eravamo in estate e si parlava io, il Doc e Fritz di questa serie di libri di Richard Allen con protagonista il giovane skinhead Joe Hawkins; Fritz, che all'epoca conoscevo poco, ci diceva che aveva questi libri da anni e ogni tanto tentava di mettersi lì col vocabolario per cercare di tradurli e poterli leggere, ma si fermava dopo poche pagine. E' stato il Doc a dire: "Sess, perchè non li traduci tu?" Io ho dato la mia classica risposta: "Mah, non so." Ma ci ho ripensato con calma di ritorno a casa e mi son detto: "Perchè no?" Era davvero una cosa che non avevo mai fatto tradurre un libro intero; i testi delle canzoni sì, è sicuramente più facile, anche se l'inglese è comunque infido, perchè con poche parole riescono ad esprimere quello che noi facciamo con il doppio delle parole. Così mi sono procurato i libri tramite Ebay, poichè sono degli anni '70 (hanno avuto una ristampa in volumi negli anni '90 ma sono abbastanza introvabili), poi mi sono visto con Fritz a casa sua e lì mi ha fatto vedere materiale utile e mi ha dato delle dritte. Così ho cominciato, mi sono procurato altro materiale, ho studiato e piano piano mi sono immerso nella traduzione. Il libro, diciamolo a scanso di equivoci, non è un capolavoro. Richard Allen era uno scrittore canadese, specializzato in pulp stories, che negli anni 70 fu reclutato dalla New English Library per scrivere quelli che ora possiamo chiamare "instant books" sui culti giovanili dell'epoca. Nel libro c'è tutto quanto poteva interessare a un teenager: violenza, sesso, parolacce. Pur non essendo lui uno skinhead (aveva già quarant'anni all'epoca), Allen è riuscito a creare un personaggio come Joe Hawkins che ha colpito l'immaginazione di molti ragazzi (c'è pure una canzone degli Oppressed che si chiama proprio "Joe Hawkins").
L'anno scorso è stato l'anno horribilis con l'incidente che, pur regalandomi del tempo libero mi ha un pò bloccato a livello mentale (non riuscivo ad uscire da quella cazzo di metropolitana, ormai quelle pagine me le sognavo di notte!), poi situazioni poco simpatiche in ufficio ecc. A gennaio di quest'anno sono arrivato a tradurre "THE END" e da lì ho cominciato il lavoro di revisione: avevo trovato un nuovo traduttore on-line (quello di Repubblica) molto buono e quindi tutte le prime trenta pagine le ho riviste alla luce di questo, ma soprattutto dovevo trovare una forma italiana che suonasse corretta, tra sinonimi e coniugazioni. All'inizio di luglio ho detto "BASTA!", ho consegnato una copia del lavoro alle 3 persone che sapevano, Fritz, il Doc e Paco, ad agosto un'altra al piccolo-ma-grande Roberto. Mercoledì scorso il libro è arrivato in libreria in traduzione ufficiale da parte della Shake. Incredulità, delusione, incazzatura, senso di inutilità. Hanno usato per la copertina la foto che era comparsa nelle ristampe in volumi e pensavo che ci fossero più episodi, invece no, è esattamente lo stesso libro che ho tradotto io. Ecco l'edizione italiana:
E la copertina originale del 1971:
Diciamolo, ci sono rimasto di merda. E' vero che con Fritz si era parlato di un'eventuale pubblicazione, ma col problema dei diritti d'autore sarebbe stata una cosa clandestina, il Doc aveva proposto ad esempio la pubblicazione a puntate su una fanzine. Adesso tutto questo non ha più importanza. Però. L'esperienza a me è servita per diversi motivi. Ho scoperto di avere molti limiti sia nell'inglese, e lo sapevo, che nell'italiano, ma anche questo lo sapevo. Non avevo detto in giro di questa cosa perchè non ero sicuro di arrivare in fondo e se non ero contento del risultato non se ne sarebbe fatto niente. Umanamente è stato un grande punto di svolta, perchè ho potuto conoscere meglio Fritz ed è nata una bellissima amicizia, per me fondamentale, e questo vale più di tutto l'oro del mondo. Ho potuto conoscere un pò l'ambiente, almeno la parte "sana", mi piace lo stile, la musica (il cosiddetto "skinhead reggae") e ho conosciuto altre persone fantastiche come Paco & Daniela. E dopo avere letto la versione ufficiale, posso dire che, anche se il mio è stato un lavoro artigianale e senza aiuti esterni, il mio risultato finale è molto vicino a quello stampato. Sono stato bravo insomma e pazienza se non passerò alla storia come primo traduttore del libro. E la Gloria? E' solo una vecchia canzone di Umberto Tozzi. ;-)
L'anno scorso è stato l'anno horribilis con l'incidente che, pur regalandomi del tempo libero mi ha un pò bloccato a livello mentale (non riuscivo ad uscire da quella cazzo di metropolitana, ormai quelle pagine me le sognavo di notte!), poi situazioni poco simpatiche in ufficio ecc. A gennaio di quest'anno sono arrivato a tradurre "THE END" e da lì ho cominciato il lavoro di revisione: avevo trovato un nuovo traduttore on-line (quello di Repubblica) molto buono e quindi tutte le prime trenta pagine le ho riviste alla luce di questo, ma soprattutto dovevo trovare una forma italiana che suonasse corretta, tra sinonimi e coniugazioni. All'inizio di luglio ho detto "BASTA!", ho consegnato una copia del lavoro alle 3 persone che sapevano, Fritz, il Doc e Paco, ad agosto un'altra al piccolo-ma-grande Roberto. Mercoledì scorso il libro è arrivato in libreria in traduzione ufficiale da parte della Shake. Incredulità, delusione, incazzatura, senso di inutilità. Hanno usato per la copertina la foto che era comparsa nelle ristampe in volumi e pensavo che ci fossero più episodi, invece no, è esattamente lo stesso libro che ho tradotto io. Ecco l'edizione italiana:
E la copertina originale del 1971:
Diciamolo, ci sono rimasto di merda. E' vero che con Fritz si era parlato di un'eventuale pubblicazione, ma col problema dei diritti d'autore sarebbe stata una cosa clandestina, il Doc aveva proposto ad esempio la pubblicazione a puntate su una fanzine. Adesso tutto questo non ha più importanza. Però. L'esperienza a me è servita per diversi motivi. Ho scoperto di avere molti limiti sia nell'inglese, e lo sapevo, che nell'italiano, ma anche questo lo sapevo. Non avevo detto in giro di questa cosa perchè non ero sicuro di arrivare in fondo e se non ero contento del risultato non se ne sarebbe fatto niente. Umanamente è stato un grande punto di svolta, perchè ho potuto conoscere meglio Fritz ed è nata una bellissima amicizia, per me fondamentale, e questo vale più di tutto l'oro del mondo. Ho potuto conoscere un pò l'ambiente, almeno la parte "sana", mi piace lo stile, la musica (il cosiddetto "skinhead reggae") e ho conosciuto altre persone fantastiche come Paco & Daniela. E dopo avere letto la versione ufficiale, posso dire che, anche se il mio è stato un lavoro artigianale e senza aiuti esterni, il mio risultato finale è molto vicino a quello stampato. Sono stato bravo insomma e pazienza se non passerò alla storia come primo traduttore del libro. E la Gloria? E' solo una vecchia canzone di Umberto Tozzi. ;-)
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venerdì 17 settembre 2010
Arcade Cerino
Insomma, a me 'sto nuovo album degli Arcade Fire non piace per niente. Ho provato a dargli un'altra possibilità l'altro giorno, l'ho riascoltato tutto, ma niente, calma piatta. In una parola: MOSCIO. Così come ho detto al buon Lucien. E mi spiace, perchè gli Arcade Fire mi sono piaciuti subito e "Funeral" è un grande album di esordio. Recuperato anche l'E.P. omonimo che lo precedeva, mi ero convinto di aver trovato una band con un suono nuovo ma con tocchi riferiti al passato (Talking Heads e New Order) e un'impronta originale che faceva ben sperare per il futuro. Grande successo di critica, di pubblico, fans illustri con cui duettare (U2 e David Bowie), logico che il secondo album fosse atteso con trepidazione. "Neon Bible" non tradisce le attese, ma gli manca giusto qualcosa per essere il disco fondamentale che avrebbe dovuto essere. Il successo è di nuovo grande e ormai il nome degli Arcade Fire diventa una nuova pietra di paragone. Arriviamo al 2010 ed ecco uscire "The Suburbs". Io l'ho comprato il giorno dell'uscita e mi sono scelto la copertina tra le 5/6 disponibili. L'avevo scaricato in anteprima pochi giorni prima e il primo ascolto mi aveva lasciato un pò perplesso, ma ho pensato che sarebbe cresciuto coi successivi ascolti. Rien de rien, sembra di sentire cose già ascoltate ma con meno verve e inventiva, e anche il fatto che Regine abbia meno spazio del solito per la sua voce mi ha sorpreso negativamente, tenuto conto che nel frattempo Win Butler è diventato monocorde...cioè palloso. Le critiche sembrano buone, probabile disco dell'anno in competizione coi National di "High Violet" (che non è un capolavoro manco questo, ma almeno è di buon livello)...boh, si vede che non sono più in sintonia coi tempi che corrono. Ma dato che delle classifiche di fine anno non me ne importa più una sega, se questo è il disco dell'anno, POVERI VOI!
Adieu!
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giovedì 9 settembre 2010
mercoledì 8 settembre 2010
domenica 29 agosto 2010
Il 12 pollici definitivo
Titolo del post riferito alla discomusic. E sempre a mio parere, sia chiaro. Allora, penso di aver già brevemente toccato l'argomento discomusic in passato. E' stata la musica che più mi ha caratterizzato negli anni dell'adolescenza. Il punk mi ha toccato solo di striscio (sto recuperando adesso), dopodichè, con un percorso simile ad altri, sono passato direttamente alla new wave o postpunk o come lo volete chiamare, anche perchè i ritmi geometrici erano simili o comunque molto nelle mie corde. Ricordo ancora che il primo 45 giri di discomusic che ho comprato era "T.S.O.P. (The Sound Of Philadelphia)" dei M.F.S.B. (Mother, Father, Sister and Brother) nel 1974, e mi ero imparato la pronuncia inglese dopo vari ascolti dalla radio; il negozio, per chi ricorda, era Music Corner in Corso Buenos Aires.
Ma torniamo agli Shalamar, gruppo che incideva per la Solar Records di Los Angeles, casa discografica anche di Whispers e Delegation, tra gli altri. Il brano in questione era già apparso sull'album "Big Fun" del 1979, di cui vedete la copertina nell'immagine del video. Questa è la versione remix uscita su 12" nella primavera del 1980 e il miglioramento rispetto alla prima versione era netto. Io lo trovo semplicemente perfetto, funziona tutto: la durata, l'intro, le strofe, il break di percussioni, la ripresa, il finale, la linea di basso. E diventa definitivo perchè in ambito discomusic il 1980 è stato, a mio parere, l'anno della sua morte, non si poteva andare oltre. La parabola, dopo i fasti del 1979, era in fase calante, non c'erano più novità sostanziali, e la diffusione del suono alla Chic stava portando un'ondata di musica più sofisticata, più verso un soul più leccato, perdendo molto della sua carica di divertimento, anche di puro kitsch (su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine)che caratterizzava il suono della disco più autentica. Sinceramente quando ho sentito questo pezzo nella discoteca del paese in Emilia dov'ero in vacanza per Pasqua, ho avuto proprio la percezione della fine; io stesso stavo già cambiando gusti, era arrivata la 2-Tone, i B-52's e i Blondie giravano già a palla nel giradischi, la stessa Donna Summer aveva appena mollato la Casablanca, l'etichetta anche dei Kiss, che l'aveva portata al successo.
Due notizie ancora sugli Shalamar: il trio formato da Jody Watley, Jeffrey Daniels e Howard Hewitt prosegue con un altro album, che ha un buon successo in Inghilterra; le apparizioni in tv dove Jeffrey balla il bodypopping (il muoversi a scatti come un robot) colpiscono il pubblico, anche illustre, come Michael Jackson. In effetti sarà proprio Jeffrey ad insegnare a Michael il moonwalking. L'album successivo "The Look" diventa un successo anche di critica, grazie ad elementi vicino all'electropop allora in voga, ma qualcosa si rompe e Jody e Jeffrey abbandonano il gruppo, Jody per la carriera solista (un primo album omonimo prodotto da collaboratori di Prince, di buon livello) e Jeffrey a ballare sui pattini nel musical teatrale "Starlight Express". Howard proseguirà con una nuova formazione, ma per poco, visti i risultati non esaltanti. E' tutto. Shake your ass and dance to the groove!
lunedì 23 agosto 2010
La ragazza più improbabile
MORRISSEY "Girl Least Likely To" (live)
Una delle migliori b-sides di Morrissey
Una delle migliori b-sides di Morrissey
giovedì 12 agosto 2010
Ska Fever!
E non ci posso ancora credere: nel giro di due mesi ho visto i Madness e gli Specials! Ho aspettato solo 30 anni, ma ne è valsa la pena. Nel 2009 si celebrava il trentennale della 2-Tone e per l'occasione gli Specials hanno fatto un tour di reunion in Inghilterra; intanto i Madness uscivano con "The Liberty Of Norton Folgate", album splendido che ho anche tentato di far arrivare primo come disco dell'anno per il pubblico di Disco Club, ma poi ha vinto Dylan...
Nel 2010 entrambe le band decidono di proseguire il momento d'oro con un tour europeo, al quale non potevo proprio mancare! Sabato 8 maggio parto alla volta di Milano, da solo, ma so che su troverò qualcuno dei miei contatti Facebook. Giornata bella, sole, caldo, qualche nuvola ma niente di preoccupante. Arrivo abbastanza presto al Palasharp, in attesa di incontrarmi con gli altri, giro un pò tra i banchetti di merchandising non ufficiale e i furgoni dei panini, vedo passare Alioscia dei Casino Royale con figlia, Johnny Grieco dei Dirty Actions; mangio un panino+birretta e faccio qualche chiacchiera con una coppia di Pavia (sorry, non ricordo i nomi), che erano già stati a vederli a Londra l'estate prima. Finalmente arrivano la Dora (che era venuta a Genova per la mostra dei Clash), suo fratello Lou e Giuliano, mentre mi sono perso Roberto Zena e company. Dopo un altro paio di birrette siamo pronti ad entrare, mentre gli Skiantos stanno già suonando...e suonano da dio, con un bel tiro, alcuni dei loro classici, da "Eptadone" a "Mi piaccion le sbarbine", presentata come "l'unica cosa che abbiamo in comune con il nostro premier". Finalmente arriva l'ora dei Madness: si parte con "One Step Beyond", ovviamente in italiano e il palazzetto comincia a ballare! Il concerto da lì è un incastro di pezzi dell'ultimo album (tutte quelle che piacevano a me!) e i loro successi (nominatene uno...sì, l'hanno fatto). Pensavo che avrebbero fatto prima i pezzi nuovi e poi le hits, invece questa formula alternata ha funzionato molto bene. Nel momento in cui è partita "Baggy Trousers" anche gli immobili hanno cominciato a saltare impazziti, un momento bellissimo. La band si è dimostrata in ottima forma, Lee Thompson al sax adorabile buffone, Woody alla batteria il solito motorino incessante, Chris Foreman alla chitarra ha pure tentato di cantare in italiano, anche se era poi "Just One Cornetto", vecchia pubblicità inglese modellata su "O Sole Mio" e poi l'impeccabile Suggs, maestro di cerimonie, che si è scusato perchè non riusciva a parlare italiano, nonostante abbia qualche parente qui da noi (colpo di scena!) Sono molto curioso di leggere il suo libro "Suggs and The City: My Journeys Through Disappearing London", viaggio alla ricerca della Londra perduta della sua infanzia, dove i negozi, i pubs e quant'altro scompaiono nella modernità di anonimi grattacieli, centri commerciali e ristoranti. Purtroppo all'appello mancava Chas Smash, bloccato in Spagna dalle conseguenze del vulcano islandese (ricordate?). Comunque un ottimo concerto, concluso su "Night Boat to Cairo", tanta gente col sorriso sulle labbra, sudata per i balli e felice per l'ottima musica. Fuori poi ho trovato il mitico Gianni Miraglia, ancora reduce da un hangover alcolico del giorno prima ma uguale alle foto che carica su Fb. Con gli altri mi faccio portare in una birreria non so bene dove in mezzo al nulla, e alla fine concludo la nottata sul divano della Dora a casa sua a Varese! (fortuna che il marito è molto comprensivo). Giusto un paio di foto:
E saltiamo a giovedì 15 luglio. Sottolineo giovedì perchè putroppo il giorno infrasettimanale ha portato un pò di problemi a chi non poteva sganciarsi dal lavoro, tra cui Erika, Lucia, Roberto, Paco di Reggio Emilia, mentre il mio probabile autista, che un mese prima sembrava più entusiasta di me all'idea del concerto degli Specials, pochi giorni prima cade dalle nuvole, poi sembra disponibile, poi invece nisba! Così riparto da solo (deja-vù 1) verso Torino. Il concerto si svolge alla reggia di Venaria Reale nell'ambito del Traffic Festival. Col bus (gratuito, prego gli assessori genovesi di prendere nota) arrivo in zona reggia dove devo incontrarmi con Dora e gli altri (deja-vù 2), anche se stavolta non c'è Lou, ma l'altro fratello Rudie, più vari ed eventuali, Anna, Stefano, e incontro di sfuggita Luca Re dei Sick Rose. Dopo un misunderstanding di posizione geografica (col bus sono arrivato vicino all'entrata principale della reggia, mentre il luogo del concerto era da un altro lato) siamo dentro e arriviamo molto vicini al palco mentre gli Statuto cominciano a suonare. Se la cavano molto bene, il ruolo del supporter è sempre ingrato, ma stavolta giocano in casa (anche se da anni non riescono più a suonare nella loro città) e centrano il risultato (tenuto conto anche della passione calcistica di Oskar e soci). Passa un pò di tempo e poi è la volta di Paul Weller. Sì, perchè la lineup prevista è cambiata, doveva essere lui l'headliner, ma l'ordine è cambiato (giustamente secondo me) perchè Paul in Italia è già venuto più volte mentre per gli Specials era la prima volta in assoluto, ai tempi d'oro manco un'apparizione televisiva. E dico la verità, non me ne è fregato nulla che ci fosse lui, non ero lì per quello. Quindi il suo concerto non mi ha detto granchè, le canzoni nuove non hanno lasciato nessun segno, di roba vecchia solo "The Changing Man", "Shout To The Top" degli Style Council e "Going Underground" dei Jam, il suono in generale mi è sembrato piuttosto confuso e poco coinvolgente...e troppo lungo, alla fine (sorry, Franco). Giro di birre, tento di beccare un altro contatto di Fb (ma mi sa che il suo livello alcolico era già al top!) e poi SPECIALS! Eccoli lì, Terry, Neville, Lynval, Roddy, Sir Horace e John, più il sostituto di Jerry Dammers alle tastiere e due fiatisti (sarebbe stato il massimo se ci fosse stato Rico col suo trombone!), fisici un pò appesantiti, ma la carica di una volta non si è spenta. Passano in rassegna praticamente tutti i pezzi dei due album e si crea subito un bel coinvolgimento tra loro e noi, Neville si agita quasi come ai vecchi tempi e Lynval con la chitarra non sta fermo un attimo e scherza col pubblico, Terry invece è immobile, ma noi lo amiamo perchè è così e lo è sempre stato. Tutto bene, dunque, la band esce e noi aspettiamo il bis. Invece arriva Mixo, l'incolpevole presentatore della serata che ci manda tutti a casa perchè l'orario è leggermente sforato, al punto che ritorna sul palco Lynval, accolto da un boato, afferra il microfono e dice: "Scusate, ma c'è il coprifuoco". Come a dire, ci stavamo divertendo tutti quanti, ma ci impediscono di continuare. All'appello mancavano solo "Ghost Town" e la "Skinhead Symphony" dell'EP dal vivo...però io sono felicissimo lo stesso, io li volevo così e non mi hanno deluso. Non facciamo neanche a tempo a prendere una birra e fare due commenti che i tizi dell'organizzazione spingono tutti ad uscire al più presto...non proprio il massimo dell'ospitalità. Vabbè, la nottata finisce con me a dormire sul divano della Dora (deja-vù 3), mentre suo marito mi informa degli ultimi acquisti del Genoa (ne sa pù lui di me!). Visto che entrambi i gruppi hanno fatto sfracelli nei rispettivi tour europei, mi piace pensare che possano tornare al più presto, così anche chi non ha potuto vederli possa godere come ho goduto io. Per quanto riguarda gli Specials, consiglio un giro sul loro sito dove Sir Horace Gentleman sta tenendo un diario della tournee col suo stile già apprezzato nel bel libro "Ska'd For Life".
E tra questi due concerti c'è stato pure quello di Toots & The Maytals a Genova il 2 luglio (ma di questo ne parlerò poi). Ancora due foto:
Nel 2010 entrambe le band decidono di proseguire il momento d'oro con un tour europeo, al quale non potevo proprio mancare! Sabato 8 maggio parto alla volta di Milano, da solo, ma so che su troverò qualcuno dei miei contatti Facebook. Giornata bella, sole, caldo, qualche nuvola ma niente di preoccupante. Arrivo abbastanza presto al Palasharp, in attesa di incontrarmi con gli altri, giro un pò tra i banchetti di merchandising non ufficiale e i furgoni dei panini, vedo passare Alioscia dei Casino Royale con figlia, Johnny Grieco dei Dirty Actions; mangio un panino+birretta e faccio qualche chiacchiera con una coppia di Pavia (sorry, non ricordo i nomi), che erano già stati a vederli a Londra l'estate prima. Finalmente arrivano la Dora (che era venuta a Genova per la mostra dei Clash), suo fratello Lou e Giuliano, mentre mi sono perso Roberto Zena e company. Dopo un altro paio di birrette siamo pronti ad entrare, mentre gli Skiantos stanno già suonando...e suonano da dio, con un bel tiro, alcuni dei loro classici, da "Eptadone" a "Mi piaccion le sbarbine", presentata come "l'unica cosa che abbiamo in comune con il nostro premier". Finalmente arriva l'ora dei Madness: si parte con "One Step Beyond", ovviamente in italiano e il palazzetto comincia a ballare! Il concerto da lì è un incastro di pezzi dell'ultimo album (tutte quelle che piacevano a me!) e i loro successi (nominatene uno...sì, l'hanno fatto). Pensavo che avrebbero fatto prima i pezzi nuovi e poi le hits, invece questa formula alternata ha funzionato molto bene. Nel momento in cui è partita "Baggy Trousers" anche gli immobili hanno cominciato a saltare impazziti, un momento bellissimo. La band si è dimostrata in ottima forma, Lee Thompson al sax adorabile buffone, Woody alla batteria il solito motorino incessante, Chris Foreman alla chitarra ha pure tentato di cantare in italiano, anche se era poi "Just One Cornetto", vecchia pubblicità inglese modellata su "O Sole Mio" e poi l'impeccabile Suggs, maestro di cerimonie, che si è scusato perchè non riusciva a parlare italiano, nonostante abbia qualche parente qui da noi (colpo di scena!) Sono molto curioso di leggere il suo libro "Suggs and The City: My Journeys Through Disappearing London", viaggio alla ricerca della Londra perduta della sua infanzia, dove i negozi, i pubs e quant'altro scompaiono nella modernità di anonimi grattacieli, centri commerciali e ristoranti. Purtroppo all'appello mancava Chas Smash, bloccato in Spagna dalle conseguenze del vulcano islandese (ricordate?). Comunque un ottimo concerto, concluso su "Night Boat to Cairo", tanta gente col sorriso sulle labbra, sudata per i balli e felice per l'ottima musica. Fuori poi ho trovato il mitico Gianni Miraglia, ancora reduce da un hangover alcolico del giorno prima ma uguale alle foto che carica su Fb. Con gli altri mi faccio portare in una birreria non so bene dove in mezzo al nulla, e alla fine concludo la nottata sul divano della Dora a casa sua a Varese! (fortuna che il marito è molto comprensivo). Giusto un paio di foto:
E saltiamo a giovedì 15 luglio. Sottolineo giovedì perchè putroppo il giorno infrasettimanale ha portato un pò di problemi a chi non poteva sganciarsi dal lavoro, tra cui Erika, Lucia, Roberto, Paco di Reggio Emilia, mentre il mio probabile autista, che un mese prima sembrava più entusiasta di me all'idea del concerto degli Specials, pochi giorni prima cade dalle nuvole, poi sembra disponibile, poi invece nisba! Così riparto da solo (deja-vù 1) verso Torino. Il concerto si svolge alla reggia di Venaria Reale nell'ambito del Traffic Festival. Col bus (gratuito, prego gli assessori genovesi di prendere nota) arrivo in zona reggia dove devo incontrarmi con Dora e gli altri (deja-vù 2), anche se stavolta non c'è Lou, ma l'altro fratello Rudie, più vari ed eventuali, Anna, Stefano, e incontro di sfuggita Luca Re dei Sick Rose. Dopo un misunderstanding di posizione geografica (col bus sono arrivato vicino all'entrata principale della reggia, mentre il luogo del concerto era da un altro lato) siamo dentro e arriviamo molto vicini al palco mentre gli Statuto cominciano a suonare. Se la cavano molto bene, il ruolo del supporter è sempre ingrato, ma stavolta giocano in casa (anche se da anni non riescono più a suonare nella loro città) e centrano il risultato (tenuto conto anche della passione calcistica di Oskar e soci). Passa un pò di tempo e poi è la volta di Paul Weller. Sì, perchè la lineup prevista è cambiata, doveva essere lui l'headliner, ma l'ordine è cambiato (giustamente secondo me) perchè Paul in Italia è già venuto più volte mentre per gli Specials era la prima volta in assoluto, ai tempi d'oro manco un'apparizione televisiva. E dico la verità, non me ne è fregato nulla che ci fosse lui, non ero lì per quello. Quindi il suo concerto non mi ha detto granchè, le canzoni nuove non hanno lasciato nessun segno, di roba vecchia solo "The Changing Man", "Shout To The Top" degli Style Council e "Going Underground" dei Jam, il suono in generale mi è sembrato piuttosto confuso e poco coinvolgente...e troppo lungo, alla fine (sorry, Franco). Giro di birre, tento di beccare un altro contatto di Fb (ma mi sa che il suo livello alcolico era già al top!) e poi SPECIALS! Eccoli lì, Terry, Neville, Lynval, Roddy, Sir Horace e John, più il sostituto di Jerry Dammers alle tastiere e due fiatisti (sarebbe stato il massimo se ci fosse stato Rico col suo trombone!), fisici un pò appesantiti, ma la carica di una volta non si è spenta. Passano in rassegna praticamente tutti i pezzi dei due album e si crea subito un bel coinvolgimento tra loro e noi, Neville si agita quasi come ai vecchi tempi e Lynval con la chitarra non sta fermo un attimo e scherza col pubblico, Terry invece è immobile, ma noi lo amiamo perchè è così e lo è sempre stato. Tutto bene, dunque, la band esce e noi aspettiamo il bis. Invece arriva Mixo, l'incolpevole presentatore della serata che ci manda tutti a casa perchè l'orario è leggermente sforato, al punto che ritorna sul palco Lynval, accolto da un boato, afferra il microfono e dice: "Scusate, ma c'è il coprifuoco". Come a dire, ci stavamo divertendo tutti quanti, ma ci impediscono di continuare. All'appello mancavano solo "Ghost Town" e la "Skinhead Symphony" dell'EP dal vivo...però io sono felicissimo lo stesso, io li volevo così e non mi hanno deluso. Non facciamo neanche a tempo a prendere una birra e fare due commenti che i tizi dell'organizzazione spingono tutti ad uscire al più presto...non proprio il massimo dell'ospitalità. Vabbè, la nottata finisce con me a dormire sul divano della Dora (deja-vù 3), mentre suo marito mi informa degli ultimi acquisti del Genoa (ne sa pù lui di me!). Visto che entrambi i gruppi hanno fatto sfracelli nei rispettivi tour europei, mi piace pensare che possano tornare al più presto, così anche chi non ha potuto vederli possa godere come ho goduto io. Per quanto riguarda gli Specials, consiglio un giro sul loro sito dove Sir Horace Gentleman sta tenendo un diario della tournee col suo stile già apprezzato nel bel libro "Ska'd For Life".
E tra questi due concerti c'è stato pure quello di Toots & The Maytals a Genova il 2 luglio (ma di questo ne parlerò poi). Ancora due foto:
giovedì 5 agosto 2010
Non ho ancora gettato la spugna
No, no, no. Ok, mi è sempre più difficile raccogliere le idee per scrivere qualcosa che abbia un senso per me. Però non voglio gettare la spugna. Franco ha ragione, devo scrivere qualcosa sul concerto degli Specials, belin, erano 30 anni che li aspettavo! E anche su John Peel, doveva essere uno dei miei primi post, e invece ancora nulla, dopo due anni. Non posso abbandonare un progetto a cui tenevo. Ce la devo fare. E ce la farò!
lunedì 5 luglio 2010
L'occasione di una vita
NON sarò breve. Del resto vista la mia assenza da queste parti, ci vuole che mi dilunghi un pò più del solito. Bene, sto per parlare del mio telefilm preferito, cioè del migliore in assoluto mai prodotto. A parer mio, obviously. "Northern Exposure", che in italiano fu tradotto come "Un medico tra gli orsi", anche se di plantigradi non c'era traccia, a parte un episodio su 110. Serie trasmessa in USA tra il 1990 e il 1995, vincitrice di vari Emmy, che qui in Italia, oltre il titolo, ha avuto una vita piuttosto travagliata. Trasmessa su Raidue dal 1995 inizialmente la domenica alle 12, poi passata alle 17.30 per cinque giorni la settimana. Nel 96 due puntate a volta alle 10 (e hanno trasmesso tutti gli episodi) in piena estate, nel 97 ripresa dall'inizio per due settimane e poi scomparsa. Viene poi trasmessa in modo piuttosto confuso da TeleSanMarino, infine da Mediaset in orari sempre più assurdi (alle 4 di notte su rete4, appunto). La storia del telefilm è quella di un giovane medico ebreo-newyorkese che vince una borsa di studio con l'università dell'Alaska, si laurea e per ripagare la borsa deve fare quattro anni come medico di famiglia; immagina di finire nella capitale Anchorage, invece viene spedito nella cittadina di Cicely a contatto con una realtà molto diversa da quella prevista, in una comunità dove c'è integrazione tra americani e indiani (pellerossa) e dove ogni personaggio ha caratteristiche peculiari. Il contrasto fra la cultura tipicamente metropolitana del Dr. Fleischmann con la mentalità semplice ma un pò fuori degli schemi degli abitanti di Cicely, crea diversi spunti interessanti e divertenti, perchè il telefilm è soprattutto una commedia. Però in grado di affrontare anche tematiche più serie come le varie religioni (quella ebraica di Joel, quella indiana, quella cattolica), il tema della morte, spesso vista in modo insolito. C'è pure il primo matrimonio omosessuale della storia della tv (da ricordare la battuta del dj Chris, che è pure sacerdote dopo aver risposto a un annuncio su "Rolling Stone", quando pronuncia la frase: "Vi dichiaro marito e...ehm...sposati!"). La cosa che più mi ha colpito, oltre alla bellezza dei paesaggi (anche se l'Alaska è ricostruita nello stato di Washington, negli stessi luoghi di "Twin Peaks", di cui esiste un affettuoso omaggio/parodia in uno dei primi episodi), è stata (ma guarda un pò) la musica e l'uso che se ne fa; a volte è solo un sottofondo, che serve a caratterizzare i personaggi, a volte è descrittiva. Cito ad es. un episodio dove Maggie, che pilota un Cessna per le consegne ed è padrona di casa di Joel (nonchè in continua lotta con lui, anche se sotto sotto si piacciono), in cui, dopo l'ennesima morte di un suo fidanzato, si convince che un cane che comincia a seguirla e si siede dove si sedeva lui, sia la sua reincarnazione - in quel momento parte "My Boyfriend's Back" delle Angels (classico girl group dei primi 60's). Il finale di un altro episodio fu la spinta per cominciare a registrare le puntate nel 95. L'anno dopo, visto che si ricominciava da capo, mi sono rimesso a registrare le puntate; naturalmente qualcuna ha avuto problemi tecnici (timer che non partiva, vhs con nastro mangiato ecc.), così misi un annuncio su "Film Tv" che fu pubblicato dopo due mesi, proprio mentre stavo andando in ferie, e ho cominciato a ricevere telefonate da altra gente appassionata del telefilm. Da lì, con quelli più intraprendenti è nata l'idea di creare il fun (notare la grafia) club italiano e così sono diventato socio fondatore del "Cicely People". La cosa potrebbe diventare molto lunga, comunque da lì sono nate amicizie, ci sono stati raduni, nonchè una mia visita con altri 2 in America per il primo festival dedicato al telefilm nei luoghi dove è stato girato. Attualmente esiste la versione webbica come mailing list (vcicely@yahoogroups.com), in cui tra l'altro da un anno prosegue uno scambio di dvd con gli episodi tra amici vecchi e nuovi (io ho ancora solo i vhs), anche perchè in Italia su dvd è uscita solo la prima breve stagione con sette episodi. Del telefilm avevo fatto un breve accenno qui e un altro brevissimo qui. Ho scelto questa clip, dove si tratta anche di morte in modo da smitizzarla, in cui Ruth Ann, la padrona dell'emporio (una donna inglese che a un certo punto ha abbandonato marito e figli grandi per l'avventura in Alaska) compie gli anni e contemporaneamente si fa male a una caviglia, e Ed, ragazzo mezzo bianco e mezzo indiano, appassionato di cinema, che non sapeva cosa regalarle per il suo compleanno. E' in inglese, perchè noi fans italiani siamo un pò pigri per caricare qualcosa in italiano. In breve Ed porta Ruth Ann su una montagna e le mostra un pezzo di terreno, il suo regalo, destinato ad essere la tomba di Ruth Ann. "Chris mi aveva detto di fare qualcosa di personale...è per la tua tomba""Tu mi hai regalato una tomba per il mio compleanno?""Ti piace?" Ruth Ann ammette che il posto è bello, proprio un bel posto dove trascorrere l'eternità. E qui parte la genialità degli scrittori del telefilm quando Ruth Ann dice "Sai cosa voglio fare ora?"...beh, guardate e capirete perche è "l'occasione di una vita"
P.S. qui sotto la sigla del telefilm; se non vi innamorate di questi 44 secondi in cui un giovane alce attraversa le strade di Cicely all'alba...
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mercoledì 16 giugno 2010
lunedì 14 giugno 2010
sabato 12 giugno 2010
giovedì 10 giugno 2010
domenica 6 giugno 2010
domenica 30 maggio 2010
la buona musica italiana
ADRIANO PAPPALARDO "Senza Anima"
Una delle migliori produzioni di tutta la musica italiana, secondo me. Pezzo che comincia quasi sottovoce, un pò blues, un pò gospel, poi nella seconda parte esplode con grande energia. Le coriste raggiungono vette altissime e c'è una linea di basso sotto che è fantastica; su tutto un'atmosfera quasi live e buone vibrazioni. Ascoltate questo pezzo evitando i pregiudizi sul "personaggio" Pappalardo e non ve ne pentirete.
Una delle migliori produzioni di tutta la musica italiana, secondo me. Pezzo che comincia quasi sottovoce, un pò blues, un pò gospel, poi nella seconda parte esplode con grande energia. Le coriste raggiungono vette altissime e c'è una linea di basso sotto che è fantastica; su tutto un'atmosfera quasi live e buone vibrazioni. Ascoltate questo pezzo evitando i pregiudizi sul "personaggio" Pappalardo e non ve ne pentirete.
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sabato 22 maggio 2010
Nell'aeroplano sopra il mare
NEUTRAL MILK HOTEL "In The Aeroplane Over The Sea"
Uno degli album più indefinibili che sia mai uscito, "In The Aeroplane Over The Sea" è ancora oggi fonte di meraviglia per quanto ha da offrire: malinconico, buffo, rumoroso, struggente, ma soprattutto sghembo. I Neutral Milk Hotel, più che un gruppo, sono il progetto di Jeff Mangum, cantautore lo-fi che incrocia Dylan con Barrett. C'è un album precedente "On Avery Island", che non conosco ma mi è stato detto che è inferiore a questo, dopodichè il progetto implode. Disco che ha influenzato sicuramente gente come gli Arcade Fire e i Beirut, ma senza la stessa follia di sottofondo, a partire dalla copertina, che sembra una tranquilla stampa di inizio Novecento, ma che invece mostra una bagnante che ha un tamburello al posto della testa:
E' un unico "stream of consciousness" (o "flusso di coscienza") che parte dal libretto interno e si riverbera nel disco coi pezzi uno attaccato all'altro e alla fine è come se fosse un'unica canzone...assurda. Del resto così comincia il disco:
"Quando eri giovane eri il re dei fiori di carota/e come sei riuscito a costruire una torre che rotolava tra gli alberi in sacri serpenti a sonagli che cadevano ai tuoi piedi/e tua madre infilzava la forchetta nella spalla di tuo padre/e tuo padre buttava la spazzatura spargendola sul pavimento"
Genio, sì.
NEUTRAL MILK HOTEL "King Of Carrot Flowers pts. Two and Three"
Uno degli album più indefinibili che sia mai uscito, "In The Aeroplane Over The Sea" è ancora oggi fonte di meraviglia per quanto ha da offrire: malinconico, buffo, rumoroso, struggente, ma soprattutto sghembo. I Neutral Milk Hotel, più che un gruppo, sono il progetto di Jeff Mangum, cantautore lo-fi che incrocia Dylan con Barrett. C'è un album precedente "On Avery Island", che non conosco ma mi è stato detto che è inferiore a questo, dopodichè il progetto implode. Disco che ha influenzato sicuramente gente come gli Arcade Fire e i Beirut, ma senza la stessa follia di sottofondo, a partire dalla copertina, che sembra una tranquilla stampa di inizio Novecento, ma che invece mostra una bagnante che ha un tamburello al posto della testa:
E' un unico "stream of consciousness" (o "flusso di coscienza") che parte dal libretto interno e si riverbera nel disco coi pezzi uno attaccato all'altro e alla fine è come se fosse un'unica canzone...assurda. Del resto così comincia il disco:
"Quando eri giovane eri il re dei fiori di carota/e come sei riuscito a costruire una torre che rotolava tra gli alberi in sacri serpenti a sonagli che cadevano ai tuoi piedi/e tua madre infilzava la forchetta nella spalla di tuo padre/e tuo padre buttava la spazzatura spargendola sul pavimento"
Genio, sì.
NEUTRAL MILK HOTEL "King Of Carrot Flowers pts. Two and Three"
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martedì 18 maggio 2010
In loving memory
JOY DIVISION "Decades"
Il mio cuore sanguina tutte le volte che sento QUESTA canzone...
Il mio cuore sanguina tutte le volte che sento QUESTA canzone...
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lunedì 17 maggio 2010
Ecchecazzo!
Ancora problemi tecnologici, quasi risolti. Che sia stata la madness dei Madness a Milano?
giovedì 6 maggio 2010
Losers of the world unite!
BLACK EASTER "What The Fuck"
I ain't got no future, so what the fuck?
I'm a born loser, I never had no luck!
Eccolo qua, l'inno di tutti i losers della terra, caricato sul Tubo dal sottoscritto, stavolta senza particolari problemi. Uno dei primi pezzi che Fritz mi ha fatto conoscere ed è davvero efficace nella sua rozza semplicità. Fucking enjoyable!
I ain't got no future, so what the fuck?
I'm a born loser, I never had no luck!
Eccolo qua, l'inno di tutti i losers della terra, caricato sul Tubo dal sottoscritto, stavolta senza particolari problemi. Uno dei primi pezzi che Fritz mi ha fatto conoscere ed è davvero efficace nella sua rozza semplicità. Fucking enjoyable!
lunedì 26 aprile 2010
Roma amoR
Garbatella-pioggia-Radiation Records-Csoa La Strada-Fritz & Wendy-birra-Giuda(ex Taxi)-skins-punks-Nabat-pioggia-Caravaggio-Loa Acrobax-hardcore-birra-Borghetti-cappuccio&cornetto-sole-pizza-Csoa La Strada-birra-ska-reggae-Daniela Soulrebel-Aggrolites-luna quasi piena.
mercoledì 21 aprile 2010
Tour De Force
E dunque. Venerdì mattina ho preso il treno alle 6,15 in direzione Reggio Emilia, motivo una serata allnighter a base di Northern Soul e Skinhead Reggae, a cura tra gli altri di Paco e Daniela, di cui vi avevo già parlato qui. Ma non solo, in quanto era l'occasione per incontrare due miei contatti virtuali che passano spesso di qui, Elisa e il Larvotto. Diciamo che il giovedì aveva portato due imprevisti, uno che riguarda un mio familiare e uno che riguardava proprio Elisa, che non sarebbe stata disponibile per il pranzo (del tutto giustificata e non sto a spiegare il motivo). Così ho fatto un giro in centro, mangiato qualcosa, altro giro e poi sono tornato in albergo a riposare un'oretta. Poi mi chiama il Larvotto, che non si sapeva fino all'ultimo se sarebbe stato presente, annunciando l'arrivo suo e di Elisa dopo due ore. E così quando me li sono trovati davanti "dal vivo" dopo quasi tre anni di conoscenza virtuale, è stata una sensazione stranissima, ma bella. Ci siamo diretti verso lo Shannon Pub, luogo dove era previsto l'aperitivo e lungo la strada ci siamo fermati davanti a questo cartello, con i clacson delle macchine che ci salutavano:
Al pub ho ritrovato Paco, Daniela e qualche altra faccia vista a Genova, ma mi sono dedicato principalmente a parlare (e mangiare e bere) con i miei due amici non-più-virtuali, mentre c'era la partita dell'Inter a dominare il sottofondo. Il tempo è passato in fretta e le risate sono state molte, poi è stata l'ora di andare verso il luogo della serata a cui però i due non avrebbero partecipato, causa lavoro del giorno seguente. Così ci siamo salutati e io mi sono ritrovato solo in mezzo ai temibili skinheads...ed è andato tutto bene, anzi meglio dell'altra volta! All'inizio mi sono tenuto un pò in disparte in osservazione, ma poi non potevo resistere, DOVEVO ballare quella musica! Si sono alternati in quattro ai dischi tutti rigorosamente in vinile 7 pollici, oltre ai due conosciuti anche Leonardo di Vicenza e Marco mod di Grosseto. E praticamente non mi sono fermato un attimo, le uniche soste erano per dirigersi a prendere una birra o per andare in bagno, insomma ho testato la tenuta delle mie gambe e sono andato alla grande! Il pubblico presente, non numeroso ma molto partecipe, si è scatenato soprattutto coi pezzi ska e reggae, ma anche il Northern Soul è stato molto apprezzato, io ad esempio ho scoperto questo pezzo fantastico che non conoscevo:
THE DELLS "There Is"
Alla fine il potere della Musica è contagioso e così anche chi non era proprio un ballerino coi fiocchi, si è cimentato nelle danze con impegno e tanta gioia! Verso le 3 la musica è finita, ma non le chiacchiere che si sono prolungate fino alle 5, poi è stato il momento di tornare alla base. Il buon Riccardo, che era venuto anche a Genova, ha fatto da autista a me e a un altro ragazzo (ho scoperto poi su Facebook che ha solo 17 anni!) che abitava molto fuori zona. L'idea mia originaria era di prendere il treno alle 7 per tornare a Genova per il Record Store Day, solo che a un certo punto mi sono reso conto che non ce l'avremmo mai fatta e quindi ho detto a Riccardo di non preoccuparsi, avevo un altro treno più tardi; lui ci ha provato lo stesso e lo ringrazio comunque, perchè ce l'ha messa tutta senza correre rischi, davvero un bravo ragazzo. E così sono entrato in albergo, ho dormito un'altra oretta, poi mi sono preparato per il ritorno, anche se il treno non era diretto, ho dovuto cambiare a Milano. Il Record Store Day, sempre presso Disco Club, quest'anno è stato in tono un pò minore, si dovevano esibire tre gruppi poi ridotti a due e anche lo spazio per l'esibizione è praticamente scomparso; gli En Roco, già presenti l'anno scorso (che ho praticamente evitato) e gli Electric Fried Chicken hanno performato sul marciapiede davanti al negozio totalmente in acustico senza amplificazione. Gli Electric sono normalmente un quartetto dedito a un garage-blues di ispirazione 60's, in questa versione c'era solo un ospite alla chitarra acustica e il mitico Dario alla voce, maracas e nel finale con maschera da luchador messicano, peccato che il set sia stato così breve, però anche molto intenso. A corollario una piccola selezione di dischi punk autografati dall'archivio di Fritz e i manifesti in stile vintage di Luca Malagò, già autore di locandine per altre manifestazioni. Ah, dimenticavo che, come succede all'estero, è stato pubblicato un singolo in vinile in tiratura limitata coi due gruppi, che è disponibile presso Disco Club. Il tutto con la collaborazione di Disorder Drama che festeggiava i suoi primi 10 anni di vita con una settimana di concerti sparsi in giro per la città (con anche una trasferta a Savona) che si sarebbero conclusi al chiuso in serata al Buridda (più un appendice rurale la domenica) con diversi gruppi tutti genovesi tranne uno. Per l'occasione si sono rivisti i Lo-Fi Sucks dopo sei anni di assenza con un buon set anche qui un pò breve, ma i gruppi in gioco non permettevano lunghe esibizioni. Il tutto si è poi concluso tra le 2 e le 3 (mi pare), cosicchè praticamente ero sveglio (salvo le pause già dette e un paio di abbiocchi in treno) da quasi 48 ore!!!
Vi lascio con due video, in primis:
LO-FI SUCKS! "Declaration Of Indiependence pt. 2"
E poi il pezzo sorpresa della serata precedente, che suonato a tutto volume in mezzo a roba Northern Soul ha fatto la sua porca figura:
NEIL SEDAKA "La Luna A Fiori"
E venerdì si riparte in direzione Roma per il Liberation Fest, tre serate di musica a più non posso!
Al pub ho ritrovato Paco, Daniela e qualche altra faccia vista a Genova, ma mi sono dedicato principalmente a parlare (e mangiare e bere) con i miei due amici non-più-virtuali, mentre c'era la partita dell'Inter a dominare il sottofondo. Il tempo è passato in fretta e le risate sono state molte, poi è stata l'ora di andare verso il luogo della serata a cui però i due non avrebbero partecipato, causa lavoro del giorno seguente. Così ci siamo salutati e io mi sono ritrovato solo in mezzo ai temibili skinheads...ed è andato tutto bene, anzi meglio dell'altra volta! All'inizio mi sono tenuto un pò in disparte in osservazione, ma poi non potevo resistere, DOVEVO ballare quella musica! Si sono alternati in quattro ai dischi tutti rigorosamente in vinile 7 pollici, oltre ai due conosciuti anche Leonardo di Vicenza e Marco mod di Grosseto. E praticamente non mi sono fermato un attimo, le uniche soste erano per dirigersi a prendere una birra o per andare in bagno, insomma ho testato la tenuta delle mie gambe e sono andato alla grande! Il pubblico presente, non numeroso ma molto partecipe, si è scatenato soprattutto coi pezzi ska e reggae, ma anche il Northern Soul è stato molto apprezzato, io ad esempio ho scoperto questo pezzo fantastico che non conoscevo:
THE DELLS "There Is"
Alla fine il potere della Musica è contagioso e così anche chi non era proprio un ballerino coi fiocchi, si è cimentato nelle danze con impegno e tanta gioia! Verso le 3 la musica è finita, ma non le chiacchiere che si sono prolungate fino alle 5, poi è stato il momento di tornare alla base. Il buon Riccardo, che era venuto anche a Genova, ha fatto da autista a me e a un altro ragazzo (ho scoperto poi su Facebook che ha solo 17 anni!) che abitava molto fuori zona. L'idea mia originaria era di prendere il treno alle 7 per tornare a Genova per il Record Store Day, solo che a un certo punto mi sono reso conto che non ce l'avremmo mai fatta e quindi ho detto a Riccardo di non preoccuparsi, avevo un altro treno più tardi; lui ci ha provato lo stesso e lo ringrazio comunque, perchè ce l'ha messa tutta senza correre rischi, davvero un bravo ragazzo. E così sono entrato in albergo, ho dormito un'altra oretta, poi mi sono preparato per il ritorno, anche se il treno non era diretto, ho dovuto cambiare a Milano. Il Record Store Day, sempre presso Disco Club, quest'anno è stato in tono un pò minore, si dovevano esibire tre gruppi poi ridotti a due e anche lo spazio per l'esibizione è praticamente scomparso; gli En Roco, già presenti l'anno scorso (che ho praticamente evitato) e gli Electric Fried Chicken hanno performato sul marciapiede davanti al negozio totalmente in acustico senza amplificazione. Gli Electric sono normalmente un quartetto dedito a un garage-blues di ispirazione 60's, in questa versione c'era solo un ospite alla chitarra acustica e il mitico Dario alla voce, maracas e nel finale con maschera da luchador messicano, peccato che il set sia stato così breve, però anche molto intenso. A corollario una piccola selezione di dischi punk autografati dall'archivio di Fritz e i manifesti in stile vintage di Luca Malagò, già autore di locandine per altre manifestazioni. Ah, dimenticavo che, come succede all'estero, è stato pubblicato un singolo in vinile in tiratura limitata coi due gruppi, che è disponibile presso Disco Club. Il tutto con la collaborazione di Disorder Drama che festeggiava i suoi primi 10 anni di vita con una settimana di concerti sparsi in giro per la città (con anche una trasferta a Savona) che si sarebbero conclusi al chiuso in serata al Buridda (più un appendice rurale la domenica) con diversi gruppi tutti genovesi tranne uno. Per l'occasione si sono rivisti i Lo-Fi Sucks dopo sei anni di assenza con un buon set anche qui un pò breve, ma i gruppi in gioco non permettevano lunghe esibizioni. Il tutto si è poi concluso tra le 2 e le 3 (mi pare), cosicchè praticamente ero sveglio (salvo le pause già dette e un paio di abbiocchi in treno) da quasi 48 ore!!!
Vi lascio con due video, in primis:
LO-FI SUCKS! "Declaration Of Indiependence pt. 2"
E poi il pezzo sorpresa della serata precedente, che suonato a tutto volume in mezzo a roba Northern Soul ha fatto la sua porca figura:
NEIL SEDAKA "La Luna A Fiori"
E venerdì si riparte in direzione Roma per il Liberation Fest, tre serate di musica a più non posso!
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giovedì 15 aprile 2010
Canzoni sorelle 2
THE ROLLING STONES "Monkey Man"
TOOTS & THE MAYTALS "Monkey Man"
Seconda puntata di un mio vecchio post che pensavo di rimpolpare più frequentemente, e invece...Le canzoni sorelle sono quelle che hanno lo stesso titolo ma non hanno nient'altro in comune. In questo periodo ascolto il mio lettore mp3 con la selezione "tutte le canzoni" e così è capitato che, per un criterio di alfabeto stretto, mi sono ritrovato queste due canzoni una dietro l'altra. Quella degli Stones è tratta da "Let It Bleed", uno degli apici della band insieme a "Beggars Banquet". Quella dei Maytals è forse più conosciuta per la cover che fecero gli Specials nel primo album. Buon ascolto!
TOOTS & THE MAYTALS "Monkey Man"
Seconda puntata di un mio vecchio post che pensavo di rimpolpare più frequentemente, e invece...Le canzoni sorelle sono quelle che hanno lo stesso titolo ma non hanno nient'altro in comune. In questo periodo ascolto il mio lettore mp3 con la selezione "tutte le canzoni" e così è capitato che, per un criterio di alfabeto stretto, mi sono ritrovato queste due canzoni una dietro l'altra. Quella degli Stones è tratta da "Let It Bleed", uno degli apici della band insieme a "Beggars Banquet". Quella dei Maytals è forse più conosciuta per la cover che fecero gli Specials nel primo album. Buon ascolto!
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lunedì 12 aprile 2010
Proprio come immaginavi
NINE INCH NAILS "Just Like You Imagined"
Ecco il brano che citavo nel post precedente, che ha questo riff di batteria (si può dire "riff" riferito alla batteria? Boh!) molto Bonzo Bonham. Ospite al pianoforte Mike Garson, quello di "Aladdin Sane" di Bowie.
Ecco il brano che citavo nel post precedente, che ha questo riff di batteria (si può dire "riff" riferito alla batteria? Boh!) molto Bonzo Bonham. Ospite al pianoforte Mike Garson, quello di "Aladdin Sane" di Bowie.
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mercoledì 7 aprile 2010
La donna del momento
MELISSA AUF DER MAUR "Out Of Our Minds"
L'ho sentito solo due volte, ma il nuovo album di Melissa Auf Der Maur mi piace moltissimo. Il titolo è lo stesso di questo brano ed è un album molto corposo, denso, di un rock a metà tra un classic e colori hard rock e dark. Dico subito che se fosse inciso da un uomo, tutta la stampa musicale ne parlerebbe bene...vediamo che succede. Nonostante l'aspetto che sembra fragile (a volte il basso sembra più grande di lei) questa ragazza ha le palle! L'album a me ha ricordato, anche se le atmosfere sono diverse, un disco come "The Fragile" dei Nine Inch Nails, che mi ha accompagnato nel passaggio tra il 1999 e il 2000 (quello era comunque più oscuro). Anche qui mi piace molto uno strumentale che vi propongo: "Lead Horse"
P.S. Grazie a Lucien che ha segnalato dove trovarlo!
L'ho sentito solo due volte, ma il nuovo album di Melissa Auf Der Maur mi piace moltissimo. Il titolo è lo stesso di questo brano ed è un album molto corposo, denso, di un rock a metà tra un classic e colori hard rock e dark. Dico subito che se fosse inciso da un uomo, tutta la stampa musicale ne parlerebbe bene...vediamo che succede. Nonostante l'aspetto che sembra fragile (a volte il basso sembra più grande di lei) questa ragazza ha le palle! L'album a me ha ricordato, anche se le atmosfere sono diverse, un disco come "The Fragile" dei Nine Inch Nails, che mi ha accompagnato nel passaggio tra il 1999 e il 2000 (quello era comunque più oscuro). Anche qui mi piace molto uno strumentale che vi propongo: "Lead Horse"
P.S. Grazie a Lucien che ha segnalato dove trovarlo!
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domenica 4 aprile 2010
Isn't it nice?
SOFT CELL "Sex Dwarf"
In questo santo giorno, cosa c'è di meglio di una sana orgia? Eccolo qui il famoso video dei Soft Cell di cui all'epoca si fantasticava molto, ma che in pochi avevano visto. Diciamo che prima ancora di una improbabile messa in onda, copie pirata arrivarono in mano ai giornali inglesi specializzati in scandali. E ovviamente scoppiò lo scandalo, con descrizioni ingigantite di ciò che avviene nel video come se si trattasse di un vero film porno. A ben vedere il video a me pare nè molto sexy o eccitante, solo buffo, scandaloso poi non ne parliamo. Era soltanto un'altra malsana idea del manager Stevo, che probabilmente voleva spostare l'asse un pò più in là delle tettine visibili nel video lungo di "Girls On Film" dei Duran Duran. Il voler giocare a modo loro contro le regole del music business alla fine gli si è ritorto contro e "The Art Of Falling Apart", il titolo del secondo album, si è rilevato clamorosamente autobiografico. Ma ci tornerò su, per ora gustatevi il video.
In questo santo giorno, cosa c'è di meglio di una sana orgia? Eccolo qui il famoso video dei Soft Cell di cui all'epoca si fantasticava molto, ma che in pochi avevano visto. Diciamo che prima ancora di una improbabile messa in onda, copie pirata arrivarono in mano ai giornali inglesi specializzati in scandali. E ovviamente scoppiò lo scandalo, con descrizioni ingigantite di ciò che avviene nel video come se si trattasse di un vero film porno. A ben vedere il video a me pare nè molto sexy o eccitante, solo buffo, scandaloso poi non ne parliamo. Era soltanto un'altra malsana idea del manager Stevo, che probabilmente voleva spostare l'asse un pò più in là delle tettine visibili nel video lungo di "Girls On Film" dei Duran Duran. Il voler giocare a modo loro contro le regole del music business alla fine gli si è ritorto contro e "The Art Of Falling Apart", il titolo del secondo album, si è rilevato clamorosamente autobiografico. Ma ci tornerò su, per ora gustatevi il video.
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mercoledì 31 marzo 2010
Una ragazza come te
EDWYN COLLINS "A Girl Like You"
A me è sempre piaciuta la voce sbilenca di Edwyn, sin dai tempi degli Orange Juice. Carriera lunga la sua, ma un pò avara di riconoscimenti, tenuto conto che ha fortemente influenzato uno come Lloyd Cole, autore comunque degno, ma che si è trovato la strada spianata dalle intuizioni di Edwyn. Questa canzone è il suo più grande successo da solista e con pieno merito: una perfetta pop song con dei suoni particolari, dalla tastiera xilofonata alla chitarra distorta. Nel 2005 purtroppo Edwyn rimane vittima di due attacchi di emorragia cerebrale e dopo un'operazione comincia il lungo cammino di riabilitazione. Ancora oggi ha problemi di deambulazione e di mobilità a un braccio, ma non demorde, la voce è tornata quella che era. Vi propongo anche quest'esibizione del 2008 con ospite Roddy Frame degli Aztec Camera alla chitarra, e che ospite!
A me è sempre piaciuta la voce sbilenca di Edwyn, sin dai tempi degli Orange Juice. Carriera lunga la sua, ma un pò avara di riconoscimenti, tenuto conto che ha fortemente influenzato uno come Lloyd Cole, autore comunque degno, ma che si è trovato la strada spianata dalle intuizioni di Edwyn. Questa canzone è il suo più grande successo da solista e con pieno merito: una perfetta pop song con dei suoni particolari, dalla tastiera xilofonata alla chitarra distorta. Nel 2005 purtroppo Edwyn rimane vittima di due attacchi di emorragia cerebrale e dopo un'operazione comincia il lungo cammino di riabilitazione. Ancora oggi ha problemi di deambulazione e di mobilità a un braccio, ma non demorde, la voce è tornata quella che era. Vi propongo anche quest'esibizione del 2008 con ospite Roddy Frame degli Aztec Camera alla chitarra, e che ospite!
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domenica 28 marzo 2010
e ogni volta mi commuovo...
SOFT VERDICT/WIM MERTENS "Close Cover"
...quando sento queste poche note di pianoforte, per la sua bellezza infinita e pura. In assoluto uno dei pezzi della mia vita.
...quando sento queste poche note di pianoforte, per la sua bellezza infinita e pura. In assoluto uno dei pezzi della mia vita.
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domenica 21 marzo 2010
ARCADE FIRE "My Body Is A Cage"
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Sono in piedi su un palcoscenico di paura e dubbi personali,
è una rappresentazione vuota,
ma loro applaudiranno comunque.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Tu sei vicino a me, è la mia mente che custodisce la chiave.
Vivo in un tempo che chiama buio la luce
anche se il mio linguaggio è morto, le forme riempiono ancora la mia testa.
Vivo in un tempo di cui non conosco il nome,
anche se la paura continua a farmi muovere
il mio cuore batte così lentamente.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Tu sei vicino a me, è la mia mente che custodisce la chiave,
il mio corpo è...
Il mio corpo è una gabbia, prendiamo quello che ci danno,
solo perchè ti hanno dimenticato, non significa che ti hanno perdonato.
Vivo in un tempo che grida il mio nome di notte,
ma quando arrivo alla porta non c'è nessuno in vista.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Tu sei vicino a me, è la mia mente che custodisce la chiave.
Rendi libero il mio spirito
Rendi libero il mio corpo.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Sono in piedi su un palcoscenico di paura e dubbi personali,
è una rappresentazione vuota,
ma loro applaudiranno comunque.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Tu sei vicino a me, è la mia mente che custodisce la chiave.
Vivo in un tempo che chiama buio la luce
anche se il mio linguaggio è morto, le forme riempiono ancora la mia testa.
Vivo in un tempo di cui non conosco il nome,
anche se la paura continua a farmi muovere
il mio cuore batte così lentamente.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Tu sei vicino a me, è la mia mente che custodisce la chiave,
il mio corpo è...
Il mio corpo è una gabbia, prendiamo quello che ci danno,
solo perchè ti hanno dimenticato, non significa che ti hanno perdonato.
Vivo in un tempo che grida il mio nome di notte,
ma quando arrivo alla porta non c'è nessuno in vista.
Il mio corpo è una gabbia che mi impedisce di ballare con quella che amo,
ma è la mia mente che custodisce la chiave.
Tu sei vicino a me, è la mia mente che custodisce la chiave.
Rendi libero il mio spirito
Rendi libero il mio corpo.
venerdì 19 marzo 2010
e me la suono e me la canto
FLIRT "De-Generator"
Dato che su Youtube non c'era, ho pensato di caricarla io, per il mio e il vostro piacere. Magari poi carico anche la facciata a.
PLAY LOUD!
Dato che su Youtube non c'era, ho pensato di caricarla io, per il mio e il vostro piacere. Magari poi carico anche la facciata a.
PLAY LOUD!
sabato 13 marzo 2010
L'amico Wilson
EVERLAST "Black Jesus"
Sottotitolo "Le coincidenze non esistono". E' successo qualche giorno fa, ero su facebook e volevo mettere questo video. Piccolo problema: vuoto di memoria totale! Non mi ricordavo più il nome, mi ricordavo solo che era in gruppo e che aveva le braccia tatuate, che il gruppo da cui proveniva era americano di origine irlandese e faceva rap bianco e che il titolo del pezzo poteva essere "Black Moses" o "White Jesus"...quasi. Tentando varie ricerche ho trovato Mike Ness, che si avvicinava come fisico e tatuaggi, ma sapevo che non era lui. Il nome degli House Of Pain non mi usciva fuori, insomma, l'unica possibilità era recuperare una delle mie vhs compilation di video dove sapevo che c'era come primo pezzo; il problema è che si trovano in un posto ancora (per poco, spero) inaccessibile sempre per i problemi di gamba (fra un mese ci provo). Poi è successo che l'amico Wilson mette su facebook due video di Everlast e BANG! Finalmente! Infatti poi ho ritrovato subito il video che volevo. E siccome il sottotitolo recita "Le coincidenze non esistono", mi piace pensare che io e Wilson abbiamo delle affinità spirituali e musicali (infatti l'altra sera mi sono dimenticato di ringraziarlo ancora e di chiedergli come mai avesse tirato fuori quel nome). Sono contento che le nostre strade si sono incrociate, magari avrei preferito fosse successo prima, ma mi va bene così e mi godo ogni istante di questa nuova amicizia. Grazie Wilson!
Sottotitolo "Le coincidenze non esistono". E' successo qualche giorno fa, ero su facebook e volevo mettere questo video. Piccolo problema: vuoto di memoria totale! Non mi ricordavo più il nome, mi ricordavo solo che era in gruppo e che aveva le braccia tatuate, che il gruppo da cui proveniva era americano di origine irlandese e faceva rap bianco e che il titolo del pezzo poteva essere "Black Moses" o "White Jesus"...quasi. Tentando varie ricerche ho trovato Mike Ness, che si avvicinava come fisico e tatuaggi, ma sapevo che non era lui. Il nome degli House Of Pain non mi usciva fuori, insomma, l'unica possibilità era recuperare una delle mie vhs compilation di video dove sapevo che c'era come primo pezzo; il problema è che si trovano in un posto ancora (per poco, spero) inaccessibile sempre per i problemi di gamba (fra un mese ci provo). Poi è successo che l'amico Wilson mette su facebook due video di Everlast e BANG! Finalmente! Infatti poi ho ritrovato subito il video che volevo. E siccome il sottotitolo recita "Le coincidenze non esistono", mi piace pensare che io e Wilson abbiamo delle affinità spirituali e musicali (infatti l'altra sera mi sono dimenticato di ringraziarlo ancora e di chiedergli come mai avesse tirato fuori quel nome). Sono contento che le nostre strade si sono incrociate, magari avrei preferito fosse successo prima, ma mi va bene così e mi godo ogni istante di questa nuova amicizia. Grazie Wilson!
domenica 28 febbraio 2010
Lasciar scorrere il pesce
Rubo l'espressione al mio amico Angelo perchè da quando ho messo il mio post apocalittico (eventualmente è qui), la situazione sul lavoro è cambiata. Ebbene sì, ho lasciato scorrere il pesce e piano piano le cose stanno girando come volevo io. Il che mi pone poi in una situazione di delirio di onnipotenza, ora potrei dedicarmi alla conquista del mondo!!! eh!eh! No, davvero, per ora mi va bene così. E' successo dell'altro in verità, alcuni degli amici più cari, che spesso passano da queste parti, ne sono a conoscenza. Diciamo che sono in una fase di cambiamento, di crescita e al momento la mia sensazione è molto positiva, l'incoraggiamento che ho avuto da queste persone mi ha aiutato molto e quindi il mio orizzonte ora non lo vedo più così nero. Ultimamente non sono stato molto attivo col blog, forse è un pò di stanchezza, forse sono io che non ho queste grandi capacità di scrittura e non sento di essere in grado di sostenere una continuità quasi quotidiana del blog. Sarò sporadico mentre comincio la mia nuova vita. Onde per cui...
DEPECHE MODE "New Life" live 1981, con ancora Vince Clarke in formazione
DEPECHE MODE "New Life" live 1981, con ancora Vince Clarke in formazione
mercoledì 24 febbraio 2010
Bambini
Bob Sinclar - Love Generation
Stardust - Music Sounds Better With You
Ieri sera su facebook ho proposto alcuni video di gruppi che venivano definiti "French Touch", tipo Air, Daft Punk, Cassius, Modjo ecc. e poi sono finito su questi due che vedono protagonisti dei bambini. Il primo, di Bob Sinclar, è piuttosto famoso, anche perchè la canzone è stata riutilizzata in spot e per i mondiali di calcio del 2006. Canzone ruffianissima e video delizioso, dove un bambino attraversa l'America in bicicletta partendo dalla mitica Route 66. Mi piace molto la grazia e la leggerezza della regia e gli sguardi che si scambiano il protagonista e la bambina con l'ombrello. Il secondo era un progetto estemporaneo di un Daft Punk più il cantante Bejamin Diamond e un altro che non conosco. Nel video un bambino costruisce un modellino di aliante, mentre sulla tv, giorno dopo giorno, scorre la classifica dei dischi più venduti e piano piano gli Stardust arrivano al n°1 e poi scompaiono, ma ricompaiono al momento giusto per far ritrovare il sorriso al bambino. Dolce.
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domenica 21 febbraio 2010
martedì 16 febbraio 2010
Mi scappa...
SCREAMIN' JAY HAWKINS e SERGE GAINSBOURG "Constipation Blues"
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domenica 14 febbraio 2010
Just Rock'n'Roll
THE LAZY COWGIRLS "I'm Going Out And Get Hurt Tonight"
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domenica 7 febbraio 2010
Un anno dopo
Si, un anno fa ci fu il dannato incidente che mi ha cambiato la vita, per così dire. In verità la situazione ora è abbastanza normale, anche se non ho ancora recuperato la piena funzionalità dell'arto. Beh, a mente fredda, molto fredda, mi posso ritenere molto fortunato, ho rischiato seriamente la vita, prima con l'incidente e con le complicazioni infettive dopo (senza contare poi il secondo intervento). Ho riletto i post del periodo e mi va di tornare a ringraziare quanti mi avevano lasciato dei messaggi e ovviamente anche quelli che erano riusciti a trovare un pò di tempo per venire a trovarmi in quella dannata stanza d'ospedale. Il supporto che mi avete dato sia fisico che immateriale sul web mi è servito molto per andare avanti, anche nei momenti più brutti quando quella cazzo di febbre continuava ad aumentare e i medici non sapevano più che sostanze darmi, non ho mai pensato al peggio. Non perchè io sia un ottimista o uno dotato di fede religiosa, l'unico pensiero che avevo in mente era: "prima o poi deve passare". Tutto qui. Metto una canzone che sembra allegra, ma forse non lo è, e il titolo richiama il fattaccio. Grazie ancora a tutte/i voi.
The Primitives - Crash
Rab | MySpace Video
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