LE MACCHIE ROSSE "Luca"
Fantastico esempio di beat italiano a metà tra garage e rhythm'n'blues.
We're lost in music/ Caught in a trap/ No turning back/ We're lost in music (Sister Sledge 1979)
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sabato 23 ottobre 2010
domenica 4 ottobre 2009
Una bella serata
PAUL COLLINS' BEAT "Don't Wait Up For Me"
Se ne è già parlato da queste parti, di Paul Collins, dei Nerves, dei Beat poi rinominati Paul Collins' Beat per non confonderli coi Beat inglesi ecc. Insomma, venerdì sono andato a Torino per vedere Paul Collins anche per mantenere una promessa...ma di questo ne parlo dopo. Arrivo su al 50% delle mie possibilità, sicuramente avevo un pò di febbre, ma non potevo certo rimanere chiuso in albergo. Il luogo è lo Spazio 211, piccolo locale ma molto carino e con un'atmosfera rilassata; inganno l'attesa facendo qualche foto ai graffiti sui muri del giardino. Ero stato qui 2 anni fa per il mio primo incontro coi palermitani Second Grace, ma questa è un'altra storia. Verso le 11 cominciano i supporters, i milanesi Radio Days, che hanno scelto di dedicarsi al powerpop. Scelta coraggiosa per un genere di nicchia, soprattutto in Italia, però se la cavano bene, nonostante qualche problemino tecnico, soprattutto il batterista e presentatore è una bella macchina da ritmo, eppure in origine era uno dei due chitarristi (vedi la versione ufficiale del video di "Don't Keep Me Waiting"). Eccoli qui in un'esibizione a Fidenza
Giusto il tempo di scendere dallo sgabello dove ero appollaiato e fare un giretto che appena prima di mezzanotte sale sul palco Paul Collins con questa nuova versione dei Beat. Si parte con "Hanging On The Telephone" e da lì praticamente non ci si ferma mai. Ok, la voce non è più quella di una volta e neanche il fisico, però la carica di energia e di puro spirito rock'n'roll resta presente fino alla fine. Avercelo lì a 10 centimetri e sentire l'energia sprigionata che mi contagiava, mi ha permesso di dimenticarmi della febbre e cominciare a saltare (più o meno) e cantare i coretti. Praticamente è stato proposto tutto il primo album dei Beat, da "Rock'n'Roll Girl" a "Workaday World" da "I Don't Fit In" a "Working Too Hard" già nel repertorio dei Nerves, da "Walking Out On Love" a "Look But Don't Touch" dove Paul fa salire sul palco due ragazze a ballare. Più "The Kids Are The Same" e canzoni più nuove in una girandola di emozioni continue. Per il primo bis un imbecille continuava ad urlare "When You Find Out"(dei Nerves) e Paul ha detto: "non so perchè ma me la chiedono tutte le sere" e ne ha fatto una versione solo chitarra e batteria molto bella. Naturalmente l'imbecille ero io ed ero molto felice ;)
E dopo il concerto spazio anche per qualche chiacchiera, oltre a procurarmi roba e autografi, e qui torno alla promessa iniziale. Infatti a gennaio avevo vinto su Ebay proprio da lui un vinile dei Nerves autografato, solo che poi a febbraio ho avuto l'incidente, quindi ho dovuto scrivergli dall'ospedale e non avendo il vocabolario sotto mano mi sono anche inventato un paio di termini, e lui era stato molto gentile e mi chiedeva cose sull'Italia che lui adora. E lì gli avevo promesso che se tornava dalle nostre parti sarei andato con o senza stampelle, e così è stato. Infatti si ricordava di me e mi ha chiesto come andava e così via. Ancora una volta ho avuto la dimostrazione che personaggi del genere che potrebbero anche fregarsene di te vista la loro carriera (anche se la sua non ha mai raggiunto il grande successo che meritava), sono persone semplici e per nulla montate. Infatti gli ho chiesto "ma cos'è che ti spinge ancora a fare queste cose" e lui "é l'amore per la musica, that's all". Belle positive vibrazioni, se vi capita a tiro non potete perderlo. Inoltre mi ha fatto piacere vedere tante facce giovani, segno che la musica "semplice" ha un linguaggio universale che tocca i cuori con poco, basta una batteria, due chitarre e un basso e dei ritornelli mozzafiato per essere felici.
Se ne è già parlato da queste parti, di Paul Collins, dei Nerves, dei Beat poi rinominati Paul Collins' Beat per non confonderli coi Beat inglesi ecc. Insomma, venerdì sono andato a Torino per vedere Paul Collins anche per mantenere una promessa...ma di questo ne parlo dopo. Arrivo su al 50% delle mie possibilità, sicuramente avevo un pò di febbre, ma non potevo certo rimanere chiuso in albergo. Il luogo è lo Spazio 211, piccolo locale ma molto carino e con un'atmosfera rilassata; inganno l'attesa facendo qualche foto ai graffiti sui muri del giardino. Ero stato qui 2 anni fa per il mio primo incontro coi palermitani Second Grace, ma questa è un'altra storia. Verso le 11 cominciano i supporters, i milanesi Radio Days, che hanno scelto di dedicarsi al powerpop. Scelta coraggiosa per un genere di nicchia, soprattutto in Italia, però se la cavano bene, nonostante qualche problemino tecnico, soprattutto il batterista e presentatore è una bella macchina da ritmo, eppure in origine era uno dei due chitarristi (vedi la versione ufficiale del video di "Don't Keep Me Waiting"). Eccoli qui in un'esibizione a Fidenza
Giusto il tempo di scendere dallo sgabello dove ero appollaiato e fare un giretto che appena prima di mezzanotte sale sul palco Paul Collins con questa nuova versione dei Beat. Si parte con "Hanging On The Telephone" e da lì praticamente non ci si ferma mai. Ok, la voce non è più quella di una volta e neanche il fisico, però la carica di energia e di puro spirito rock'n'roll resta presente fino alla fine. Avercelo lì a 10 centimetri e sentire l'energia sprigionata che mi contagiava, mi ha permesso di dimenticarmi della febbre e cominciare a saltare (più o meno) e cantare i coretti. Praticamente è stato proposto tutto il primo album dei Beat, da "Rock'n'Roll Girl" a "Workaday World" da "I Don't Fit In" a "Working Too Hard" già nel repertorio dei Nerves, da "Walking Out On Love" a "Look But Don't Touch" dove Paul fa salire sul palco due ragazze a ballare. Più "The Kids Are The Same" e canzoni più nuove in una girandola di emozioni continue. Per il primo bis un imbecille continuava ad urlare "When You Find Out"(dei Nerves) e Paul ha detto: "non so perchè ma me la chiedono tutte le sere" e ne ha fatto una versione solo chitarra e batteria molto bella. Naturalmente l'imbecille ero io ed ero molto felice ;)
E dopo il concerto spazio anche per qualche chiacchiera, oltre a procurarmi roba e autografi, e qui torno alla promessa iniziale. Infatti a gennaio avevo vinto su Ebay proprio da lui un vinile dei Nerves autografato, solo che poi a febbraio ho avuto l'incidente, quindi ho dovuto scrivergli dall'ospedale e non avendo il vocabolario sotto mano mi sono anche inventato un paio di termini, e lui era stato molto gentile e mi chiedeva cose sull'Italia che lui adora. E lì gli avevo promesso che se tornava dalle nostre parti sarei andato con o senza stampelle, e così è stato. Infatti si ricordava di me e mi ha chiesto come andava e così via. Ancora una volta ho avuto la dimostrazione che personaggi del genere che potrebbero anche fregarsene di te vista la loro carriera (anche se la sua non ha mai raggiunto il grande successo che meritava), sono persone semplici e per nulla montate. Infatti gli ho chiesto "ma cos'è che ti spinge ancora a fare queste cose" e lui "é l'amore per la musica, that's all". Belle positive vibrazioni, se vi capita a tiro non potete perderlo. Inoltre mi ha fatto piacere vedere tante facce giovani, segno che la musica "semplice" ha un linguaggio universale che tocca i cuori con poco, basta una batteria, due chitarre e un basso e dei ritornelli mozzafiato per essere felici.
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mercoledì 17 giugno 2009
Un passo avanti!
(Sono in ritardo con la consegna del pezzo, chissà cosa dirà il mio editore...)
Carrellata su quegli artisti che sono passati brevemente dalla 2 Tone e poi sono volati verso altri lidi, più altri nomi minori. Cominciamo con i Madness, il gruppo che anche qui in Italia ha sdoganato lo ska al grande pubblico. Provenienti dalla zona Nord di Londra erano già attivi col nome di North London Invaders da un paio di anni prima che Suggs, il cantante, incontrasse Jerry Dammers a un concerto della serie Rock Against Racism e fu sorpreso di trovare un gruppo di Coventry che suonava la loro stessa musica. Da cosa nasce cosa e dopo un ruolo da supporter per un concerto degli Specials, i Madness incidono un singolo per la 2 Tone che comprendeva sul lato a "The Prince", omaggio a Prince Buster, autore anche del pezzo "Madness" che dava il nome al gruppo e che fu incluso nella facciata b (entrambi i pezzi furono ri-registrati per l'album "One Step Beyond"). Il singolo ottiene un buon successo, dopodichè i Madness firmano per la Stiff, rimanendo in ottimi rapporti con gli Specials, vedi il famoso tour che li vedeva insieme anche ai Selecter. La carriera dei Madness ha avuto una durata più lunga, grazie alla loro capacità di affrancarsi da quello che loro stessi chiamavano "nutty sound" ed aggiungere la classica malinconia inglese alle loro canzoni. Diversi singoli accompagnati da simpatici video e un certo numero di album al loro attivo, scioglimenti, riunioni ecc. Pare che il loro nuovo album sia molto bello, indagherò.
Ecco il video di "The Prince" (tratto dal loro film/compilation "Take It Or Leave It"
E qui "One Step Beyond", di cui ricorderete anche la versione in italiano "Un passo avanti"
I Beat arrivavano invece da Birmingham. La storia è un pò simile agli altri. Concerti vari, tra cui una partecipazione al Roadshow di John Peel, che impazzisce per loro. Durante un concerto di supporto ai Selecter vengono notati da Jerry Dammers che offre loro di incidere un singolo per la 2 Tone. La scelta cade su una cover di Smokey Robinson & The Miracles "The Tears Of A Clown", mentre sul lato b uno dei loro migliori pezzi "Rankin' Full Stop"; il singolo esce a novembre e riesce ad arrivare nei Top Ten intorno a Natale. Anche qui si scatena la caccia delle etichette discografiche che hanno fiutato l'affare; scelgono l'Arista che permette loro di creare una loro etichetta, la Go-Feet, sullo stile 2 Tone. Anche il logo sarà molto riconoscibile, con la ragazza che balla, l'avrete vista in giro sicuramente, eccola:
In America il gruppo deve cambiare il nome in English Beat per evitare confusione con i Beat di Paul Collins (avevo toccato brevemente l'argomento a proposito dei Nerves). Dopo 3/4 album il gruppo si scioglie e si divide in due tronconi principali: il cantante Rankin' Roger e il chitarrista Dave Wakeling formano i General Public, che avranno buoni riscontri in America, mentre l'altro chitarrista Andy Cox e il bassista David Steele formano i Fine Young Cannibals col cantante Roland Gift, un gruppo che venderà molto, anche se ha inciso pochissimo.
Ecco il video di "Tears Of A Clown"
E il loro pezzo più conosciuto "Mirror In The Bathroom"
I Bad Manners in teoria non dovrebbero entrare in questa trattazione perchè non hanno mai inciso per la 2 Tone. O quasi. All'epoca furono contattati da Jerry Dammers, ma preferirono firmare con la Magnet che garantiva loro un congruo anticipo per le registrazioni. Provenienti da Londra, rappresentano l'anima più caciarona e spensierata del movimento ska, capitanati da quel simpatico ciccione di Buster Bloodvessel e la sua lingua lunga un chilometro. Ricorderete un'esibizione al Festival di Sanremo di Pippo Baudo dove Buster si calò i pantaloni per far vedere il sedere in Eurovisione! (su Youtube non c'è, ahimè).I Bad Manners, attivi ancora oggi, finirono comunque nel film "Dance Craze" e nel disco con la colonna sonora.
Eccoli qui con "Lip Up Fatty"
Le Bodysnatchers erano un gruppo tutto femminile che non ha avuto molta fortuna. Buttate un pò allo sbaraglio, dopo un solo concerto, come supporters ai Selecter, non hanno mai avuto il tempo di crescere e affinare il loro stile. I due singoli per la 2 Tone, "Let's Do Rocksteady" e "Easy Life", sono piacevoli, soprattutto il secondo. Cinque di loro troveranno un pò più di successo come Belle Stars, mentre la cantante Rhoda Dakar entrerà a far parte degli Special AKA (tornerò su di loro). Tratto sempre da "Dance Craze" ecco "Easy Life".
Gli Swinging Cats furono i primi a non entrare in classifica col loro singolo "Away". La loro natura erratica, con cambi di formazione infiniti nel giro di un anno o poco più, fece sì che questo fu anche l'unica cosa incisa a loro nome. Carino ma non fondamentale. Ecco il video.
Prossima puntata: Rico, The Special AKA e considerazioni finali
Carrellata su quegli artisti che sono passati brevemente dalla 2 Tone e poi sono volati verso altri lidi, più altri nomi minori. Cominciamo con i Madness, il gruppo che anche qui in Italia ha sdoganato lo ska al grande pubblico. Provenienti dalla zona Nord di Londra erano già attivi col nome di North London Invaders da un paio di anni prima che Suggs, il cantante, incontrasse Jerry Dammers a un concerto della serie Rock Against Racism e fu sorpreso di trovare un gruppo di Coventry che suonava la loro stessa musica. Da cosa nasce cosa e dopo un ruolo da supporter per un concerto degli Specials, i Madness incidono un singolo per la 2 Tone che comprendeva sul lato a "The Prince", omaggio a Prince Buster, autore anche del pezzo "Madness" che dava il nome al gruppo e che fu incluso nella facciata b (entrambi i pezzi furono ri-registrati per l'album "One Step Beyond"). Il singolo ottiene un buon successo, dopodichè i Madness firmano per la Stiff, rimanendo in ottimi rapporti con gli Specials, vedi il famoso tour che li vedeva insieme anche ai Selecter. La carriera dei Madness ha avuto una durata più lunga, grazie alla loro capacità di affrancarsi da quello che loro stessi chiamavano "nutty sound" ed aggiungere la classica malinconia inglese alle loro canzoni. Diversi singoli accompagnati da simpatici video e un certo numero di album al loro attivo, scioglimenti, riunioni ecc. Pare che il loro nuovo album sia molto bello, indagherò.
Ecco il video di "The Prince" (tratto dal loro film/compilation "Take It Or Leave It"
E qui "One Step Beyond", di cui ricorderete anche la versione in italiano "Un passo avanti"
I Beat arrivavano invece da Birmingham. La storia è un pò simile agli altri. Concerti vari, tra cui una partecipazione al Roadshow di John Peel, che impazzisce per loro. Durante un concerto di supporto ai Selecter vengono notati da Jerry Dammers che offre loro di incidere un singolo per la 2 Tone. La scelta cade su una cover di Smokey Robinson & The Miracles "The Tears Of A Clown", mentre sul lato b uno dei loro migliori pezzi "Rankin' Full Stop"; il singolo esce a novembre e riesce ad arrivare nei Top Ten intorno a Natale. Anche qui si scatena la caccia delle etichette discografiche che hanno fiutato l'affare; scelgono l'Arista che permette loro di creare una loro etichetta, la Go-Feet, sullo stile 2 Tone. Anche il logo sarà molto riconoscibile, con la ragazza che balla, l'avrete vista in giro sicuramente, eccola:

In America il gruppo deve cambiare il nome in English Beat per evitare confusione con i Beat di Paul Collins (avevo toccato brevemente l'argomento a proposito dei Nerves). Dopo 3/4 album il gruppo si scioglie e si divide in due tronconi principali: il cantante Rankin' Roger e il chitarrista Dave Wakeling formano i General Public, che avranno buoni riscontri in America, mentre l'altro chitarrista Andy Cox e il bassista David Steele formano i Fine Young Cannibals col cantante Roland Gift, un gruppo che venderà molto, anche se ha inciso pochissimo.
Ecco il video di "Tears Of A Clown"
E il loro pezzo più conosciuto "Mirror In The Bathroom"
I Bad Manners in teoria non dovrebbero entrare in questa trattazione perchè non hanno mai inciso per la 2 Tone. O quasi. All'epoca furono contattati da Jerry Dammers, ma preferirono firmare con la Magnet che garantiva loro un congruo anticipo per le registrazioni. Provenienti da Londra, rappresentano l'anima più caciarona e spensierata del movimento ska, capitanati da quel simpatico ciccione di Buster Bloodvessel e la sua lingua lunga un chilometro. Ricorderete un'esibizione al Festival di Sanremo di Pippo Baudo dove Buster si calò i pantaloni per far vedere il sedere in Eurovisione! (su Youtube non c'è, ahimè).I Bad Manners, attivi ancora oggi, finirono comunque nel film "Dance Craze" e nel disco con la colonna sonora.
Eccoli qui con "Lip Up Fatty"
Le Bodysnatchers erano un gruppo tutto femminile che non ha avuto molta fortuna. Buttate un pò allo sbaraglio, dopo un solo concerto, come supporters ai Selecter, non hanno mai avuto il tempo di crescere e affinare il loro stile. I due singoli per la 2 Tone, "Let's Do Rocksteady" e "Easy Life", sono piacevoli, soprattutto il secondo. Cinque di loro troveranno un pò più di successo come Belle Stars, mentre la cantante Rhoda Dakar entrerà a far parte degli Special AKA (tornerò su di loro). Tratto sempre da "Dance Craze" ecco "Easy Life".
Gli Swinging Cats furono i primi a non entrare in classifica col loro singolo "Away". La loro natura erratica, con cambi di formazione infiniti nel giro di un anno o poco più, fece sì che questo fu anche l'unica cosa incisa a loro nome. Carino ma non fondamentale. Ecco il video.
Prossima puntata: Rico, The Special AKA e considerazioni finali
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sabato 28 marzo 2009
Ebbene sì...
...sono entrato in Facebook. Ma. Ho deciso di farlo a modo mio. Considerandolo un periodo di prova, ho creato un profilo con tutti i dati falsi, data di nascita compresa. Lo sapevate che di mestiere faccio l'astronauta? E che ho preso una laurea in entomologia all'Università di Harvard? Insomma, visto che ogni sito ti chiede la registrazione, tanto vale divertirsi un pò, l'importante è che i dati sembrino plausibili. Commento ai primi giorni? Tenuto conto che sto contattando poche e selezionate persone, mi sembra una grande stron...perdita di tempo. Però mi diverte l'idea di usare uno pseudonimo. E anche lì si possono mettere i video. Così, in un'incredibile sinergia, ecco lo stesso video che ho messo lì, un'autentica perla del beat italiano; ascoltate sia la musica che il testo, di una violenza insolita per il nostro panorama. Da Torino con furore I Ragazzi Del Sole.
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