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giovedì 12 agosto 2010

Ska Fever!

E non ci posso ancora credere: nel giro di due mesi ho visto i Madness e gli Specials! Ho aspettato solo 30 anni, ma ne è valsa la pena. Nel 2009 si celebrava il trentennale della 2-Tone e per l'occasione gli Specials hanno fatto un tour di reunion in Inghilterra; intanto i Madness uscivano con "The Liberty Of Norton Folgate", album splendido che ho anche tentato di far arrivare primo come disco dell'anno per il pubblico di Disco Club, ma poi ha vinto Dylan...
Nel 2010 entrambe le band decidono di proseguire il momento d'oro con un tour europeo, al quale non potevo proprio mancare! Sabato 8 maggio parto alla volta di Milano, da solo, ma so che su troverò qualcuno dei miei contatti Facebook. Giornata bella, sole, caldo, qualche nuvola ma niente di preoccupante. Arrivo abbastanza presto al Palasharp, in attesa di incontrarmi con gli altri, giro un pò tra i banchetti di merchandising non ufficiale e i furgoni dei panini, vedo passare Alioscia dei Casino Royale con figlia, Johnny Grieco dei Dirty Actions; mangio un panino+birretta e faccio qualche chiacchiera con una coppia di Pavia (sorry, non ricordo i nomi), che erano già stati a vederli a Londra l'estate prima. Finalmente arrivano la Dora (che era venuta a Genova per la mostra dei Clash), suo fratello Lou e Giuliano, mentre mi sono perso Roberto Zena e company. Dopo un altro paio di birrette siamo pronti ad entrare, mentre gli Skiantos stanno già suonando...e suonano da dio, con un bel tiro, alcuni dei loro classici, da "Eptadone" a "Mi piaccion le sbarbine", presentata come "l'unica cosa che abbiamo in comune con il nostro premier". Finalmente arriva l'ora dei Madness: si parte con "One Step Beyond", ovviamente in italiano e il palazzetto comincia a ballare! Il concerto da lì è un incastro di pezzi dell'ultimo album (tutte quelle che piacevano a me!) e i loro successi (nominatene uno...sì, l'hanno fatto). Pensavo che avrebbero fatto prima i pezzi nuovi e poi le hits, invece questa formula alternata ha funzionato molto bene. Nel momento in cui è partita "Baggy Trousers" anche gli immobili hanno cominciato a saltare impazziti, un momento bellissimo. La band si è dimostrata in ottima forma, Lee Thompson al sax adorabile buffone, Woody alla batteria il solito motorino incessante, Chris Foreman alla chitarra ha pure tentato di cantare in italiano, anche se era poi "Just One Cornetto", vecchia pubblicità inglese modellata su "O Sole Mio" e poi l'impeccabile Suggs, maestro di cerimonie, che si è scusato perchè non riusciva a parlare italiano, nonostante abbia qualche parente qui da noi (colpo di scena!) Sono molto curioso di leggere il suo libro "Suggs and The City: My Journeys Through Disappearing London", viaggio alla ricerca della Londra perduta della sua infanzia, dove i negozi, i pubs e quant'altro scompaiono nella modernità di anonimi grattacieli, centri commerciali e ristoranti. Purtroppo all'appello mancava Chas Smash, bloccato in Spagna dalle conseguenze del vulcano islandese (ricordate?). Comunque un ottimo concerto, concluso su "Night Boat to Cairo", tanta gente col sorriso sulle labbra, sudata per i balli e felice per l'ottima musica. Fuori poi ho trovato il mitico Gianni Miraglia, ancora reduce da un hangover alcolico del giorno prima ma uguale alle foto che carica su Fb. Con gli altri mi faccio portare in una birreria non so bene dove in mezzo al nulla, e alla fine concludo la nottata sul divano della Dora a casa sua a Varese! (fortuna che il marito è molto comprensivo). Giusto un paio di foto:


E saltiamo a giovedì 15 luglio. Sottolineo giovedì perchè putroppo il giorno infrasettimanale ha portato un pò di problemi a chi non poteva sganciarsi dal lavoro, tra cui Erika, Lucia, Roberto, Paco di Reggio Emilia, mentre il mio probabile autista, che un mese prima sembrava più entusiasta di me all'idea del concerto degli Specials, pochi giorni prima cade dalle nuvole, poi sembra disponibile, poi invece nisba! Così riparto da solo (deja-vù 1) verso Torino. Il concerto si svolge alla reggia di Venaria Reale nell'ambito del Traffic Festival. Col bus (gratuito, prego gli assessori genovesi di prendere nota) arrivo in zona reggia dove devo incontrarmi con Dora e gli altri (deja-vù 2), anche se stavolta non c'è Lou, ma l'altro fratello Rudie, più vari ed eventuali, Anna, Stefano, e incontro di sfuggita Luca Re dei Sick Rose. Dopo un misunderstanding di posizione geografica (col bus sono arrivato vicino all'entrata principale della reggia, mentre il luogo del concerto era da un altro lato) siamo dentro e arriviamo molto vicini al palco mentre gli Statuto cominciano a suonare. Se la cavano molto bene, il ruolo del supporter è sempre ingrato, ma stavolta giocano in casa (anche se da anni non riescono più a suonare nella loro città) e centrano il risultato (tenuto conto anche della passione calcistica di Oskar e soci). Passa un pò di tempo e poi è la volta di Paul Weller. Sì, perchè la lineup prevista è cambiata, doveva essere lui l'headliner, ma l'ordine è cambiato (giustamente secondo me) perchè Paul in Italia è già venuto più volte mentre per gli Specials era la prima volta in assoluto, ai tempi d'oro manco un'apparizione televisiva. E dico la verità, non me ne è fregato nulla che ci fosse lui, non ero lì per quello. Quindi il suo concerto non mi ha detto granchè, le canzoni nuove non hanno lasciato nessun segno, di roba vecchia solo "The Changing Man", "Shout To The Top" degli Style Council e "Going Underground" dei Jam, il suono in generale mi è sembrato piuttosto confuso e poco coinvolgente...e troppo lungo, alla fine (sorry, Franco). Giro di birre, tento di beccare un altro contatto di Fb (ma mi sa che il suo livello alcolico era già al top!) e poi SPECIALS! Eccoli lì, Terry, Neville, Lynval, Roddy, Sir Horace e John, più il sostituto di Jerry Dammers alle tastiere e due fiatisti (sarebbe stato il massimo se ci fosse stato Rico col suo trombone!), fisici un pò appesantiti, ma la carica di una volta non si è spenta. Passano in rassegna praticamente tutti i pezzi dei due album e si crea subito un bel coinvolgimento tra loro e noi, Neville si agita quasi come ai vecchi tempi e Lynval con la chitarra non sta fermo un attimo e scherza col pubblico, Terry invece è immobile, ma noi lo amiamo perchè è così e lo è sempre stato. Tutto bene, dunque, la band esce e noi aspettiamo il bis. Invece arriva Mixo, l'incolpevole presentatore della serata che ci manda tutti a casa perchè l'orario è leggermente sforato, al punto che ritorna sul palco Lynval, accolto da un boato, afferra il microfono e dice: "Scusate, ma c'è il coprifuoco". Come a dire, ci stavamo divertendo tutti quanti, ma ci impediscono di continuare. All'appello mancavano solo "Ghost Town" e la "Skinhead Symphony" dell'EP dal vivo...però io sono felicissimo lo stesso, io li volevo così e non mi hanno deluso. Non facciamo neanche a tempo a prendere una birra e fare due commenti che i tizi dell'organizzazione spingono tutti ad uscire al più presto...non proprio il massimo dell'ospitalità. Vabbè, la nottata finisce con me a dormire sul divano della Dora (deja-vù 3), mentre suo marito mi informa degli ultimi acquisti del Genoa (ne sa pù lui di me!). Visto che entrambi i gruppi hanno fatto sfracelli nei rispettivi tour europei, mi piace pensare che possano tornare al più presto, così anche chi non ha potuto vederli possa godere come ho goduto io. Per quanto riguarda gli Specials, consiglio un giro sul loro sito dove Sir Horace Gentleman sta tenendo un diario della tournee col suo stile già apprezzato nel bel libro "Ska'd For Life".
E tra questi due concerti c'è stato pure quello di Toots & The Maytals a Genova il 2 luglio (ma di questo ne parlerò poi). Ancora due foto:

sabato 27 giugno 2009

Ho indagato...

...come promesso nel mio post "Un Passo Avanti" e devo dire che il nuovo album dei Madness è davvero bello! "The Liberty Of Norton Folgate" è un concept album dedicato a un quartiere di Londra ed è pieno di canzoni in pure stile Madness, con il loro pop virato sixties e tinte di reggae. Molte di queste canzoni farebbero un figurone come singoli e fa piacere constatare che si può invecchiare con stile e grazia e, come in questo disco, ritrovare un'ispirazione che sembrava perduta. Approfitto per riportare qui di seguito la recensione che l'amico Antonio Vivaldi ha scritto per il sito di Disco Club e che mi ha convinto ad investigare. Lo faccio anche per solidarietà in quanto pure Antonio in questo 2009 ha avuto il suo incidente personale, meno grave del mio, si è solo sfracellato la faccia cadendo in bicicletta (anche se ora i segni sono scomparsi):
I Madness? Quelli che trent’anni fa cantavano One Step Beyond (anche in italiano: “un passo avanteeee”)? Sì, loro. Quasi dimenticati dalle nostre parti, in Gran Bretagna i ‘nutty boys’ hanno continuato a fare dischi e a spedire singoli nelle patrie classifiche. L’ultimo paio di album non era gran cosa, mentre The Liberty Of Norton Folgate è, in tutto e per tutto, un capolavoro, una raccolta di canzoni caleidoscopiche e travolgenti, capaci di attingere alle antiche origini ska (Bingo, Forever Young – non quella di Dylan) e di creare, tra tastiere, fiati e orchestra, un pop ad ampio respiro in cui si fondono Ivor Novello, i Move, Ian Dury e il miglior Joe Jackson (Rainbows, Dust Devil, That Close, NW5). E quando, alla fine, arriva la title-track, la resa è totale: dieci minuti di canzone roboante ma per nulla pretenziosa (quasi un piccolo musical) con un testo che è un inno all’accoglienza e alla tolleranza (tema delicato questo, anche e soprattutto dalle nostre parti). Ciò detto, occorre ancora spiegare che The Liberty Of Norton Folgate è un album a tema dedicato a un quartiere di Londra che ebbe a lungo uno statuto semi-autonomo ospitando e inglobando nel corso del tempo diverse ondate migratorie, dagli ugonotti francesi ai pakistani. E se poi si aggiunge che l’interesse creato dal disco ha fatto sì che il quartiere non sia stato scempiato da un grattacielo di cinquanta piani, non resta che togliersi tanto di cappello (e occhiali scuri) di fronte ai Madness. (Antonio Vivaldi)
E ora musica! Dallo show di Jools Holland ecco "Forever Young", il cui ritornello vi si appiccicherà come colla:

Il singolo "Dust Devil"

La mia preferita attuale "Idiot Child" da un concerto di anteprima dell'anno scorso.

Un album perfetto per la vostra estate!

mercoledì 17 giugno 2009

Un passo avanti!

(Sono in ritardo con la consegna del pezzo, chissà cosa dirà il mio editore...)
Carrellata su quegli artisti che sono passati brevemente dalla 2 Tone e poi sono volati verso altri lidi, più altri nomi minori. Cominciamo con i Madness, il gruppo che anche qui in Italia ha sdoganato lo ska al grande pubblico. Provenienti dalla zona Nord di Londra erano già attivi col nome di North London Invaders da un paio di anni prima che Suggs, il cantante, incontrasse Jerry Dammers a un concerto della serie Rock Against Racism e fu sorpreso di trovare un gruppo di Coventry che suonava la loro stessa musica. Da cosa nasce cosa e dopo un ruolo da supporter per un concerto degli Specials, i Madness incidono un singolo per la 2 Tone che comprendeva sul lato a "The Prince", omaggio a Prince Buster, autore anche del pezzo "Madness" che dava il nome al gruppo e che fu incluso nella facciata b (entrambi i pezzi furono ri-registrati per l'album "One Step Beyond"). Il singolo ottiene un buon successo, dopodichè i Madness firmano per la Stiff, rimanendo in ottimi rapporti con gli Specials, vedi il famoso tour che li vedeva insieme anche ai Selecter. La carriera dei Madness ha avuto una durata più lunga, grazie alla loro capacità di affrancarsi da quello che loro stessi chiamavano "nutty sound" ed aggiungere la classica malinconia inglese alle loro canzoni. Diversi singoli accompagnati da simpatici video e un certo numero di album al loro attivo, scioglimenti, riunioni ecc. Pare che il loro nuovo album sia molto bello, indagherò.
Ecco il video di "The Prince" (tratto dal loro film/compilation "Take It Or Leave It"

E qui "One Step Beyond", di cui ricorderete anche la versione in italiano "Un passo avanti"

I Beat arrivavano invece da Birmingham. La storia è un pò simile agli altri. Concerti vari, tra cui una partecipazione al Roadshow di John Peel, che impazzisce per loro. Durante un concerto di supporto ai Selecter vengono notati da Jerry Dammers che offre loro di incidere un singolo per la 2 Tone. La scelta cade su una cover di Smokey Robinson & The Miracles "The Tears Of A Clown", mentre sul lato b uno dei loro migliori pezzi "Rankin' Full Stop"; il singolo esce a novembre e riesce ad arrivare nei Top Ten intorno a Natale. Anche qui si scatena la caccia delle etichette discografiche che hanno fiutato l'affare; scelgono l'Arista che permette loro di creare una loro etichetta, la Go-Feet, sullo stile 2 Tone. Anche il logo sarà molto riconoscibile, con la ragazza che balla, l'avrete vista in giro sicuramente, eccola:Image Hosting by Picoodle.com
In America il gruppo deve cambiare il nome in English Beat per evitare confusione con i Beat di Paul Collins (avevo toccato brevemente l'argomento a proposito dei Nerves). Dopo 3/4 album il gruppo si scioglie e si divide in due tronconi principali: il cantante Rankin' Roger e il chitarrista Dave Wakeling formano i General Public, che avranno buoni riscontri in America, mentre l'altro chitarrista Andy Cox e il bassista David Steele formano i Fine Young Cannibals col cantante Roland Gift, un gruppo che venderà molto, anche se ha inciso pochissimo.
Ecco il video di "Tears Of A Clown"

E il loro pezzo più conosciuto "Mirror In The Bathroom"

I Bad Manners in teoria non dovrebbero entrare in questa trattazione perchè non hanno mai inciso per la 2 Tone. O quasi. All'epoca furono contattati da Jerry Dammers, ma preferirono firmare con la Magnet che garantiva loro un congruo anticipo per le registrazioni. Provenienti da Londra, rappresentano l'anima più caciarona e spensierata del movimento ska, capitanati da quel simpatico ciccione di Buster Bloodvessel e la sua lingua lunga un chilometro. Ricorderete un'esibizione al Festival di Sanremo di Pippo Baudo dove Buster si calò i pantaloni per far vedere il sedere in Eurovisione! (su Youtube non c'è, ahimè).I Bad Manners, attivi ancora oggi, finirono comunque nel film "Dance Craze" e nel disco con la colonna sonora.
Eccoli qui con "Lip Up Fatty"

Le Bodysnatchers erano un gruppo tutto femminile che non ha avuto molta fortuna. Buttate un pò allo sbaraglio, dopo un solo concerto, come supporters ai Selecter, non hanno mai avuto il tempo di crescere e affinare il loro stile. I due singoli per la 2 Tone, "Let's Do Rocksteady" e "Easy Life", sono piacevoli, soprattutto il secondo. Cinque di loro troveranno un pò più di successo come Belle Stars, mentre la cantante Rhoda Dakar entrerà a far parte degli Special AKA (tornerò su di loro). Tratto sempre da "Dance Craze" ecco "Easy Life".

Gli Swinging Cats furono i primi a non entrare in classifica col loro singolo "Away". La loro natura erratica, con cambi di formazione infiniti nel giro di un anno o poco più, fece sì che questo fu anche l'unica cosa incisa a loro nome. Carino ma non fondamentale. Ecco il video.

Prossima puntata: Rico, The Special AKA e considerazioni finali