THE ZUTONS "Why Won't You Give Me Your Love?"
We're lost in music/ Caught in a trap/ No turning back/ We're lost in music (Sister Sledge 1979)
martedì 30 giugno 2009
domenica 28 giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
Ho indagato...
...come promesso nel mio post "Un Passo Avanti" e devo dire che il nuovo album dei Madness è davvero bello! "The Liberty Of Norton Folgate" è un concept album dedicato a un quartiere di Londra ed è pieno di canzoni in pure stile Madness, con il loro pop virato sixties e tinte di reggae. Molte di queste canzoni farebbero un figurone come singoli e fa piacere constatare che si può invecchiare con stile e grazia e, come in questo disco, ritrovare un'ispirazione che sembrava perduta. Approfitto per riportare qui di seguito la recensione che l'amico Antonio Vivaldi ha scritto per il sito di Disco Club e che mi ha convinto ad investigare. Lo faccio anche per solidarietà in quanto pure Antonio in questo 2009 ha avuto il suo incidente personale, meno grave del mio, si è solo sfracellato la faccia cadendo in bicicletta (anche se ora i segni sono scomparsi):
I Madness? Quelli che trent’anni fa cantavano One Step Beyond (anche in italiano: “un passo avanteeee”)? Sì, loro. Quasi dimenticati dalle nostre parti, in Gran Bretagna i ‘nutty boys’ hanno continuato a fare dischi e a spedire singoli nelle patrie classifiche. L’ultimo paio di album non era gran cosa, mentre The Liberty Of Norton Folgate è, in tutto e per tutto, un capolavoro, una raccolta di canzoni caleidoscopiche e travolgenti, capaci di attingere alle antiche origini ska (Bingo, Forever Young – non quella di Dylan) e di creare, tra tastiere, fiati e orchestra, un pop ad ampio respiro in cui si fondono Ivor Novello, i Move, Ian Dury e il miglior Joe Jackson (Rainbows, Dust Devil, That Close, NW5). E quando, alla fine, arriva la title-track, la resa è totale: dieci minuti di canzone roboante ma per nulla pretenziosa (quasi un piccolo musical) con un testo che è un inno all’accoglienza e alla tolleranza (tema delicato questo, anche e soprattutto dalle nostre parti). Ciò detto, occorre ancora spiegare che The Liberty Of Norton Folgate è un album a tema dedicato a un quartiere di Londra che ebbe a lungo uno statuto semi-autonomo ospitando e inglobando nel corso del tempo diverse ondate migratorie, dagli ugonotti francesi ai pakistani. E se poi si aggiunge che l’interesse creato dal disco ha fatto sì che il quartiere non sia stato scempiato da un grattacielo di cinquanta piani, non resta che togliersi tanto di cappello (e occhiali scuri) di fronte ai Madness. (Antonio Vivaldi)
E ora musica! Dallo show di Jools Holland ecco "Forever Young", il cui ritornello vi si appiccicherà come colla:
Il singolo "Dust Devil"
La mia preferita attuale "Idiot Child" da un concerto di anteprima dell'anno scorso.
Un album perfetto per la vostra estate!
I Madness? Quelli che trent’anni fa cantavano One Step Beyond (anche in italiano: “un passo avanteeee”)? Sì, loro. Quasi dimenticati dalle nostre parti, in Gran Bretagna i ‘nutty boys’ hanno continuato a fare dischi e a spedire singoli nelle patrie classifiche. L’ultimo paio di album non era gran cosa, mentre The Liberty Of Norton Folgate è, in tutto e per tutto, un capolavoro, una raccolta di canzoni caleidoscopiche e travolgenti, capaci di attingere alle antiche origini ska (Bingo, Forever Young – non quella di Dylan) e di creare, tra tastiere, fiati e orchestra, un pop ad ampio respiro in cui si fondono Ivor Novello, i Move, Ian Dury e il miglior Joe Jackson (Rainbows, Dust Devil, That Close, NW5). E quando, alla fine, arriva la title-track, la resa è totale: dieci minuti di canzone roboante ma per nulla pretenziosa (quasi un piccolo musical) con un testo che è un inno all’accoglienza e alla tolleranza (tema delicato questo, anche e soprattutto dalle nostre parti). Ciò detto, occorre ancora spiegare che The Liberty Of Norton Folgate è un album a tema dedicato a un quartiere di Londra che ebbe a lungo uno statuto semi-autonomo ospitando e inglobando nel corso del tempo diverse ondate migratorie, dagli ugonotti francesi ai pakistani. E se poi si aggiunge che l’interesse creato dal disco ha fatto sì che il quartiere non sia stato scempiato da un grattacielo di cinquanta piani, non resta che togliersi tanto di cappello (e occhiali scuri) di fronte ai Madness. (Antonio Vivaldi)
E ora musica! Dallo show di Jools Holland ecco "Forever Young", il cui ritornello vi si appiccicherà come colla:
Il singolo "Dust Devil"
La mia preferita attuale "Idiot Child" da un concerto di anteprima dell'anno scorso.
Un album perfetto per la vostra estate!
giovedì 25 giugno 2009
mercoledì 24 giugno 2009
In the studio
E arriviamo in fondo a queste celebrazioni per il trentennale della 2 Tone. Avevamo lasciato gli Specials in piena estate del 1981 al numero 1 con "Ghost Town" e contemporaneamente con l'uscita di scena di Terry, Neville e Lynval pronti a diventare Fun Boy Three e di Roddy ad inseguire la sua vena rockabilly (tornata di moda grazie al successo degli Stray Cats, usciti giusto in quel periodo). Di lì a poco anche il bassista Horace lascerà quando si farà coinvolgere dalla setta Exegesis, un culto para-religioso di cui Horace parlerà brevemente nel suo libro. Jerry Dammers è comunque pronto a continuare, riportando in auge la vecchia denominazione Special AKA. La prima uscita è il singolo "The Boiler" cantata da Rhoda Dakar, pezzo che era già nel repertorio delle Bodysnatchers, il suo ex-gruppo, ma non era stato inciso. Ed è una bomba. Ad orologeria. Il pezzo, nonostante una base easy-lounge molto carina, è un quasi rap dove Rhoda parla di uno stupro, interpretando anche le voci di lei e lui creando una tensione insostenibile che diventa insopportabile alla fine quando cominciano le urla di dolore. Riascoltato poco tempo fa, è ancora carico di tutta la sua drammaticità e non sono riuscito a trattenere una lacrima. Uscito a breve distanza da un caso di cronaca che vedeva uno stupratore assolto con una multa, fu trasmesso una volta per radio di giorno, ma viste le numerose telefonate di protesta, fu relegato in tarda serata e riuscì comunque ad entrare nelle zone basse della classifica. Su Youtube c'è un'esibizione dal vivo della sola Rhoda che canta su una base preregistrata, ma il video si interrompe proprio nel finale, quindi togliendo efficacia alla situazione. Se volete comunque lo metto.
Mentre si cerca di lanciare senza successo nuovi gruppi, gli Apollinaires e gli Higsons (che proponevano il white funk di moda nel periodo), Jerry raduna un nucleo di musicisti per preparare il nuovo album, comprendente l'altro sopravvissuto degli Specials, il batterista John Bradbury. Il tutto comincia nel 1982 e finisce, dopo un sacco di soldi spesi, nel 1984. Escono tre singoli: "War Crimes", "Racist Friend" e "Nelson Mandela". Sorvolando un attimo il primo, comunque degno, passo a "Racist Friend", uno di quei rari casi in cui il messaggio politico si sposa a una forma semplice e orecchiabile, basato su un riff di tromba di Dick Cuthell. "Se hai un amico razzista/adesso è il momento che la tua amicizia finisca/anche se è tua sorella o tuo fratello/o tuo cugino o tuo zio o il tuo amante". Eccola qui:
Il colpo di genio fu però "Nelson Mandela". Figura simbolo del movimento anti-apartheid, era in prigione da 21 anni quando Jerry venne a conoscenza della sua storia. La canzone fu registrata in soli 4 giorni ed entrò presto in classifica e con tutte le ragioni. Penso sia una delle migliori canzoni politiche mai create e in più la puoi anche ballare; sfido chiunque a non battere il piedino a tempo quando parte la musica. Il brano fu ovviamente censurato in Sudafrica, ma il messaggio riuscì ad arrivare lo stesso e Jerry rimase sorpreso ed orgoglioso quando vide in tv un servizio giornalistico su una rivolta di neri a Johannesburg che intovanano la canzone. Il movimento anti-apartheid proseguì negli anni successivi con "Sun City", voluta da Little Steven e nel 1988 ci fu un grande concerto-benefit a favore della scarcerazione di Nelson. L'anno successivo finalmente Mandela viene liberato e nel 1990 un altro mega-concerto, a cui sarà egli stesso presente, sancirà definitivamente la fine dell'apartheid, e naturalmente il pezzo sarà l'inno della serata. For your pleasure:
L'uscita dell'album "In The Studio" non viene promossa con un tour in quanto il nuovo cantante Stan Campbell lascia il gruppo appena prima che il disco arrivi nei negozi. Si preferisce così usare i video, uno per ogni canzone, già preparati. Esce un ultimo singolo ed è un altro pezzo delizioso dove Jerry è il cantante. Già il titolo "Quello che più mi piace di te è la tua ragazza" prepara l'atmosfera divertente della canzone, corredata anche dal video che vedete qui sotto.
L'album non riceve il successo sperato, nonostante a me piaccia molto, e quindi la storia finisce qui. L'anno successivo Jerry partecipa al singolo benefit per l'Etiopia "Starvation", che vedeva riuniti membri di Specials, Madness, UB40 e degli originali Pioneers che avevano portato al successo la canzone nel 1970. Nel corso degli anni si è parlato spesso di una reunion degli Specials, soprattutto durante gli anniversari della fondazione della 2 Tone (15 anni, 20, 25). L'anno scorso si riesce ad arrivare a una reunion non suonata quando la rivista Mojo fa entrare gli Specials nella sua Hall Of Fame. La decisione per un tour nel 2009 viene presa lì. All'inizio dell'anno nella natia Coventry cominciano le celebrazioni con l'apposizione di apposite placche commemorative rotonde, che ricordano l'etichetta dei dischi, nei luoghi simbolo come studi di registrazione e locali dove gli Specials avevano suonato. Il tour si è svolto in aprile, ma Jerry non c'era. Perchè? Non sono riuscito a capirlo del tutto, anche in un recente articolo su Record Collector si parlava genericamente di contrasti, senza specificare di che natura. Dai video presenti su Youtube, la band mi sembra ancora in ottima forma, tenuto conto anche degli acciacchi del tempo visibili sui volti e i corpi dei musicisti. Certo è strano vedere la band senza il suo formatore ed eminenza grigia alle tastiere...ma se volessero fare altre date in Europa non direi di no.
E finisco con alcune considerazioni personali. A me lo ska è piaciuto subito perchè era una musica sconosciuta e divertente, e mi è servita di passaggio dalla discomusic alla new wave. All'epoca il punk mi aveva colpito di striscio e non avevo approfondito più di tanto, preferendogli la discomusic. Poi, quando questa ha cominciato la sua parabola discendente, in cui l'evoluzione finì (faccio chiudere questo periodo con l'uscita in primavera dell'80 del 12" di "Right In The Socket" degli Shalamar, per me il 12" definitivo) e mi sono diretto verso il post-punk/new wave, anche perchè attratto da ritmiche che incrociavano la disco (ricordo che nelle mie estati emiliane "Psycho Killer" dei Talking Heads si ballava tranquillamente insieme a Donna Summer) e da altre cose che non ritrovavo nel rock classico o nell'odiato prog (e tacendo gli insopportabili cantautori italiani). Era un periodo di riscoperta di sonorità anni 60, vedi anche il contemporaneo mod-revival o cosa avevano scatenato in America i Blues Brothers per il rhythm'n'blues di Stax e Atlantic. Il fatto che poi questa musica venisse vista con sospetto dai critici di casa nostra me la faceva piacere anche di più. La 2 Tone e gli altri gruppi minori che giravano all'epoca hanno lasciato un segno forte che si è visto nel corso degli anni 80 con la seconda generazione di gruppi come i Potato Five in UK e gli Untouchables in USA. Negli anni 90 poi ci sono state le contaminazioni con l'hardcore e lo ska è diventato uno di quei generi "minori" che hanno sempre un buon ricambio generazionale, come il garage o il rockabilly.
Quando mi sono messo in testa di voler scrivere qualcosa sulla 2 Tone non pensavo che avrei scritto così tanto. Eppure ho cercato di essere il più sintetico possibile. L'amica Wendy mi ha fatto notare che forse sono stato poco sanguigno. Vero, mi è venuta la "sindrome della maestrina", ma l'intenzione non era quella di salire in cattedra. Ho cercato di mettere giù più informazioni possibili, considerando una naturale predisposizione alla pignoleria, perchè non mi piace l'approssimazione. E dove non riuscivo coi ricordi personali, ho preferito affidarmi a fonti librarie attendibili. Le mie capacità di scrittura sono queste e se non sono mai diventato un giornalista, ecco la spiegazione.
Uhm, forse dovrei citare il mio piccolo contributo alla causa della diffusione di questa musica citando l'episodio della "skatola", ma è un pò lungo, quindi chiudo qui. Ma se arrivano richieste...
Enjoy yourself, it's later than you think!
Mentre si cerca di lanciare senza successo nuovi gruppi, gli Apollinaires e gli Higsons (che proponevano il white funk di moda nel periodo), Jerry raduna un nucleo di musicisti per preparare il nuovo album, comprendente l'altro sopravvissuto degli Specials, il batterista John Bradbury. Il tutto comincia nel 1982 e finisce, dopo un sacco di soldi spesi, nel 1984. Escono tre singoli: "War Crimes", "Racist Friend" e "Nelson Mandela". Sorvolando un attimo il primo, comunque degno, passo a "Racist Friend", uno di quei rari casi in cui il messaggio politico si sposa a una forma semplice e orecchiabile, basato su un riff di tromba di Dick Cuthell. "Se hai un amico razzista/adesso è il momento che la tua amicizia finisca/anche se è tua sorella o tuo fratello/o tuo cugino o tuo zio o il tuo amante". Eccola qui:
Il colpo di genio fu però "Nelson Mandela". Figura simbolo del movimento anti-apartheid, era in prigione da 21 anni quando Jerry venne a conoscenza della sua storia. La canzone fu registrata in soli 4 giorni ed entrò presto in classifica e con tutte le ragioni. Penso sia una delle migliori canzoni politiche mai create e in più la puoi anche ballare; sfido chiunque a non battere il piedino a tempo quando parte la musica. Il brano fu ovviamente censurato in Sudafrica, ma il messaggio riuscì ad arrivare lo stesso e Jerry rimase sorpreso ed orgoglioso quando vide in tv un servizio giornalistico su una rivolta di neri a Johannesburg che intovanano la canzone. Il movimento anti-apartheid proseguì negli anni successivi con "Sun City", voluta da Little Steven e nel 1988 ci fu un grande concerto-benefit a favore della scarcerazione di Nelson. L'anno successivo finalmente Mandela viene liberato e nel 1990 un altro mega-concerto, a cui sarà egli stesso presente, sancirà definitivamente la fine dell'apartheid, e naturalmente il pezzo sarà l'inno della serata. For your pleasure:
L'uscita dell'album "In The Studio" non viene promossa con un tour in quanto il nuovo cantante Stan Campbell lascia il gruppo appena prima che il disco arrivi nei negozi. Si preferisce così usare i video, uno per ogni canzone, già preparati. Esce un ultimo singolo ed è un altro pezzo delizioso dove Jerry è il cantante. Già il titolo "Quello che più mi piace di te è la tua ragazza" prepara l'atmosfera divertente della canzone, corredata anche dal video che vedete qui sotto.
L'album non riceve il successo sperato, nonostante a me piaccia molto, e quindi la storia finisce qui. L'anno successivo Jerry partecipa al singolo benefit per l'Etiopia "Starvation", che vedeva riuniti membri di Specials, Madness, UB40 e degli originali Pioneers che avevano portato al successo la canzone nel 1970. Nel corso degli anni si è parlato spesso di una reunion degli Specials, soprattutto durante gli anniversari della fondazione della 2 Tone (15 anni, 20, 25). L'anno scorso si riesce ad arrivare a una reunion non suonata quando la rivista Mojo fa entrare gli Specials nella sua Hall Of Fame. La decisione per un tour nel 2009 viene presa lì. All'inizio dell'anno nella natia Coventry cominciano le celebrazioni con l'apposizione di apposite placche commemorative rotonde, che ricordano l'etichetta dei dischi, nei luoghi simbolo come studi di registrazione e locali dove gli Specials avevano suonato. Il tour si è svolto in aprile, ma Jerry non c'era. Perchè? Non sono riuscito a capirlo del tutto, anche in un recente articolo su Record Collector si parlava genericamente di contrasti, senza specificare di che natura. Dai video presenti su Youtube, la band mi sembra ancora in ottima forma, tenuto conto anche degli acciacchi del tempo visibili sui volti e i corpi dei musicisti. Certo è strano vedere la band senza il suo formatore ed eminenza grigia alle tastiere...ma se volessero fare altre date in Europa non direi di no.
E finisco con alcune considerazioni personali. A me lo ska è piaciuto subito perchè era una musica sconosciuta e divertente, e mi è servita di passaggio dalla discomusic alla new wave. All'epoca il punk mi aveva colpito di striscio e non avevo approfondito più di tanto, preferendogli la discomusic. Poi, quando questa ha cominciato la sua parabola discendente, in cui l'evoluzione finì (faccio chiudere questo periodo con l'uscita in primavera dell'80 del 12" di "Right In The Socket" degli Shalamar, per me il 12" definitivo) e mi sono diretto verso il post-punk/new wave, anche perchè attratto da ritmiche che incrociavano la disco (ricordo che nelle mie estati emiliane "Psycho Killer" dei Talking Heads si ballava tranquillamente insieme a Donna Summer) e da altre cose che non ritrovavo nel rock classico o nell'odiato prog (e tacendo gli insopportabili cantautori italiani). Era un periodo di riscoperta di sonorità anni 60, vedi anche il contemporaneo mod-revival o cosa avevano scatenato in America i Blues Brothers per il rhythm'n'blues di Stax e Atlantic. Il fatto che poi questa musica venisse vista con sospetto dai critici di casa nostra me la faceva piacere anche di più. La 2 Tone e gli altri gruppi minori che giravano all'epoca hanno lasciato un segno forte che si è visto nel corso degli anni 80 con la seconda generazione di gruppi come i Potato Five in UK e gli Untouchables in USA. Negli anni 90 poi ci sono state le contaminazioni con l'hardcore e lo ska è diventato uno di quei generi "minori" che hanno sempre un buon ricambio generazionale, come il garage o il rockabilly.
Quando mi sono messo in testa di voler scrivere qualcosa sulla 2 Tone non pensavo che avrei scritto così tanto. Eppure ho cercato di essere il più sintetico possibile. L'amica Wendy mi ha fatto notare che forse sono stato poco sanguigno. Vero, mi è venuta la "sindrome della maestrina", ma l'intenzione non era quella di salire in cattedra. Ho cercato di mettere giù più informazioni possibili, considerando una naturale predisposizione alla pignoleria, perchè non mi piace l'approssimazione. E dove non riuscivo coi ricordi personali, ho preferito affidarmi a fonti librarie attendibili. Le mie capacità di scrittura sono queste e se non sono mai diventato un giornalista, ecco la spiegazione.
Uhm, forse dovrei citare il mio piccolo contributo alla causa della diffusione di questa musica citando l'episodio della "skatola", ma è un pò lungo, quindi chiudo qui. Ma se arrivano richieste...
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domenica 21 giugno 2009
Jungle Music
Ho voluto dedicare un pò più di spazio ad un personaggio che, a livello di vendite non ha prodotto grandi risultati per la 2 Tone, ma a livello musicale e spirituale è stato molto importante: il trombonista Rico Rodriquez. Giamaicano di religione rasta (cosa che non è sempre automatica), era già una piccola leggenda quando incise un album per la Island "Man From Wareika" nel 1977, che ottenne un successo di culto. Rico aveva suonato negli anni d'oro dello ska e del bluebeat con i maggiori musicisti giamaicani e il suo trombone si può trovare nella versione originale di "A Message To You Rudy", quella di Dandy Livingstone. Gli Specials lo contattano quando incidono la loro versione e così Rico e il trombettista Dick Cuthell (quello coi baffoni rossi alla Grunf) aggiungono una nota particolare e caratterizzante al pezzo, nel rispetto della tradizione. Questa piccola sezione fiati diventerà poi parte integrante anche dei concerti degli Specials fino alla fine della storia. Rico incide due singoli, uno a base di covers che comprende "Sea Cruise" e "Carolina" (ripresa negli anni 90 anche da Shaggy, quello di "Mr. Bombastic") e l'altro con "Jungle Music", dove Rico canta pure, e "Rasta Call You". Nessuno di questi pezzi è compreso nei due album "That Man Is Forward" e "Jama". Soprattutto "Jungle Music" avrebbe meritato più fortuna, un brano molto divertente che alterna un tempo reggae con uno tropicale più veloce; contemporaneamente hanno avuto successo gruppi più inconsistenti come i Modern Romance e i Blue Rondo A La Turk con proposte simili.
Piuttosto interessante leggere la cronaca del tour americano degli Specials nel libro "Ska'd For Life" del bassista Horace Panter, dove il serafico Rico non si lascia abbattere da nessuna avversità, dai cambiamenti climatici tra Costa Est e Costa ovest, agli aerei persi, ai furgoni in avaria in mezzo alla campagna, fedele al suo motto "Rasta always find a way".
Ecco qui Rico in primo piano con gli Specials in "Sea Cruise"
E' stato chiesto all'epoca a Rico se non sentiva che i gruppi della 2 Tone stessero rubando lo ska ai musicisti neri, ma il buon Rico non era d'accordo perchè sentiva che lo spirito che li animava era di assoluto rispetto verso la tradizione giamaicana. Il movimento della 2 Tone è stato importante perchè ha dato la possibilità a molti musicisti originari di tornare in pista e ricevere un consenso, ma soprattutto soldi, che all'epoca non avevano avuto. Gli Skatalites, Prince Buster, Alton Ellis e tanti altri ne hanno beneficiato e ancora oggi molti di loro sono in giro a portare il verbo ska alle nuove generazioni. Un altro nome famoso, Laurel Aitken, alla stessa domanda posta a Rico, rispondeva che negli anni 70 i musicisti neri volevano suonare solo reggae, quindi quello che facevano gli Specials e gli altri era una cosa buona "E poi non c'è grande differenza tra reggae e ska, è solo un tempo diverso di batteria o del basso".
Prossima puntata (davvero stavolta!): Special Aka e conclusioni finali
Piuttosto interessante leggere la cronaca del tour americano degli Specials nel libro "Ska'd For Life" del bassista Horace Panter, dove il serafico Rico non si lascia abbattere da nessuna avversità, dai cambiamenti climatici tra Costa Est e Costa ovest, agli aerei persi, ai furgoni in avaria in mezzo alla campagna, fedele al suo motto "Rasta always find a way".
Ecco qui Rico in primo piano con gli Specials in "Sea Cruise"
E' stato chiesto all'epoca a Rico se non sentiva che i gruppi della 2 Tone stessero rubando lo ska ai musicisti neri, ma il buon Rico non era d'accordo perchè sentiva che lo spirito che li animava era di assoluto rispetto verso la tradizione giamaicana. Il movimento della 2 Tone è stato importante perchè ha dato la possibilità a molti musicisti originari di tornare in pista e ricevere un consenso, ma soprattutto soldi, che all'epoca non avevano avuto. Gli Skatalites, Prince Buster, Alton Ellis e tanti altri ne hanno beneficiato e ancora oggi molti di loro sono in giro a portare il verbo ska alle nuove generazioni. Un altro nome famoso, Laurel Aitken, alla stessa domanda posta a Rico, rispondeva che negli anni 70 i musicisti neri volevano suonare solo reggae, quindi quello che facevano gli Specials e gli altri era una cosa buona "E poi non c'è grande differenza tra reggae e ska, è solo un tempo diverso di batteria o del basso".
Prossima puntata (davvero stavolta!): Special Aka e conclusioni finali
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mercoledì 17 giugno 2009
Un passo avanti!
(Sono in ritardo con la consegna del pezzo, chissà cosa dirà il mio editore...)
Carrellata su quegli artisti che sono passati brevemente dalla 2 Tone e poi sono volati verso altri lidi, più altri nomi minori. Cominciamo con i Madness, il gruppo che anche qui in Italia ha sdoganato lo ska al grande pubblico. Provenienti dalla zona Nord di Londra erano già attivi col nome di North London Invaders da un paio di anni prima che Suggs, il cantante, incontrasse Jerry Dammers a un concerto della serie Rock Against Racism e fu sorpreso di trovare un gruppo di Coventry che suonava la loro stessa musica. Da cosa nasce cosa e dopo un ruolo da supporter per un concerto degli Specials, i Madness incidono un singolo per la 2 Tone che comprendeva sul lato a "The Prince", omaggio a Prince Buster, autore anche del pezzo "Madness" che dava il nome al gruppo e che fu incluso nella facciata b (entrambi i pezzi furono ri-registrati per l'album "One Step Beyond"). Il singolo ottiene un buon successo, dopodichè i Madness firmano per la Stiff, rimanendo in ottimi rapporti con gli Specials, vedi il famoso tour che li vedeva insieme anche ai Selecter. La carriera dei Madness ha avuto una durata più lunga, grazie alla loro capacità di affrancarsi da quello che loro stessi chiamavano "nutty sound" ed aggiungere la classica malinconia inglese alle loro canzoni. Diversi singoli accompagnati da simpatici video e un certo numero di album al loro attivo, scioglimenti, riunioni ecc. Pare che il loro nuovo album sia molto bello, indagherò.
Ecco il video di "The Prince" (tratto dal loro film/compilation "Take It Or Leave It"
E qui "One Step Beyond", di cui ricorderete anche la versione in italiano "Un passo avanti"
I Beat arrivavano invece da Birmingham. La storia è un pò simile agli altri. Concerti vari, tra cui una partecipazione al Roadshow di John Peel, che impazzisce per loro. Durante un concerto di supporto ai Selecter vengono notati da Jerry Dammers che offre loro di incidere un singolo per la 2 Tone. La scelta cade su una cover di Smokey Robinson & The Miracles "The Tears Of A Clown", mentre sul lato b uno dei loro migliori pezzi "Rankin' Full Stop"; il singolo esce a novembre e riesce ad arrivare nei Top Ten intorno a Natale. Anche qui si scatena la caccia delle etichette discografiche che hanno fiutato l'affare; scelgono l'Arista che permette loro di creare una loro etichetta, la Go-Feet, sullo stile 2 Tone. Anche il logo sarà molto riconoscibile, con la ragazza che balla, l'avrete vista in giro sicuramente, eccola:
In America il gruppo deve cambiare il nome in English Beat per evitare confusione con i Beat di Paul Collins (avevo toccato brevemente l'argomento a proposito dei Nerves). Dopo 3/4 album il gruppo si scioglie e si divide in due tronconi principali: il cantante Rankin' Roger e il chitarrista Dave Wakeling formano i General Public, che avranno buoni riscontri in America, mentre l'altro chitarrista Andy Cox e il bassista David Steele formano i Fine Young Cannibals col cantante Roland Gift, un gruppo che venderà molto, anche se ha inciso pochissimo.
Ecco il video di "Tears Of A Clown"
E il loro pezzo più conosciuto "Mirror In The Bathroom"
I Bad Manners in teoria non dovrebbero entrare in questa trattazione perchè non hanno mai inciso per la 2 Tone. O quasi. All'epoca furono contattati da Jerry Dammers, ma preferirono firmare con la Magnet che garantiva loro un congruo anticipo per le registrazioni. Provenienti da Londra, rappresentano l'anima più caciarona e spensierata del movimento ska, capitanati da quel simpatico ciccione di Buster Bloodvessel e la sua lingua lunga un chilometro. Ricorderete un'esibizione al Festival di Sanremo di Pippo Baudo dove Buster si calò i pantaloni per far vedere il sedere in Eurovisione! (su Youtube non c'è, ahimè).I Bad Manners, attivi ancora oggi, finirono comunque nel film "Dance Craze" e nel disco con la colonna sonora.
Eccoli qui con "Lip Up Fatty"
Le Bodysnatchers erano un gruppo tutto femminile che non ha avuto molta fortuna. Buttate un pò allo sbaraglio, dopo un solo concerto, come supporters ai Selecter, non hanno mai avuto il tempo di crescere e affinare il loro stile. I due singoli per la 2 Tone, "Let's Do Rocksteady" e "Easy Life", sono piacevoli, soprattutto il secondo. Cinque di loro troveranno un pò più di successo come Belle Stars, mentre la cantante Rhoda Dakar entrerà a far parte degli Special AKA (tornerò su di loro). Tratto sempre da "Dance Craze" ecco "Easy Life".
Gli Swinging Cats furono i primi a non entrare in classifica col loro singolo "Away". La loro natura erratica, con cambi di formazione infiniti nel giro di un anno o poco più, fece sì che questo fu anche l'unica cosa incisa a loro nome. Carino ma non fondamentale. Ecco il video.
Prossima puntata: Rico, The Special AKA e considerazioni finali
Carrellata su quegli artisti che sono passati brevemente dalla 2 Tone e poi sono volati verso altri lidi, più altri nomi minori. Cominciamo con i Madness, il gruppo che anche qui in Italia ha sdoganato lo ska al grande pubblico. Provenienti dalla zona Nord di Londra erano già attivi col nome di North London Invaders da un paio di anni prima che Suggs, il cantante, incontrasse Jerry Dammers a un concerto della serie Rock Against Racism e fu sorpreso di trovare un gruppo di Coventry che suonava la loro stessa musica. Da cosa nasce cosa e dopo un ruolo da supporter per un concerto degli Specials, i Madness incidono un singolo per la 2 Tone che comprendeva sul lato a "The Prince", omaggio a Prince Buster, autore anche del pezzo "Madness" che dava il nome al gruppo e che fu incluso nella facciata b (entrambi i pezzi furono ri-registrati per l'album "One Step Beyond"). Il singolo ottiene un buon successo, dopodichè i Madness firmano per la Stiff, rimanendo in ottimi rapporti con gli Specials, vedi il famoso tour che li vedeva insieme anche ai Selecter. La carriera dei Madness ha avuto una durata più lunga, grazie alla loro capacità di affrancarsi da quello che loro stessi chiamavano "nutty sound" ed aggiungere la classica malinconia inglese alle loro canzoni. Diversi singoli accompagnati da simpatici video e un certo numero di album al loro attivo, scioglimenti, riunioni ecc. Pare che il loro nuovo album sia molto bello, indagherò.
Ecco il video di "The Prince" (tratto dal loro film/compilation "Take It Or Leave It"
E qui "One Step Beyond", di cui ricorderete anche la versione in italiano "Un passo avanti"
I Beat arrivavano invece da Birmingham. La storia è un pò simile agli altri. Concerti vari, tra cui una partecipazione al Roadshow di John Peel, che impazzisce per loro. Durante un concerto di supporto ai Selecter vengono notati da Jerry Dammers che offre loro di incidere un singolo per la 2 Tone. La scelta cade su una cover di Smokey Robinson & The Miracles "The Tears Of A Clown", mentre sul lato b uno dei loro migliori pezzi "Rankin' Full Stop"; il singolo esce a novembre e riesce ad arrivare nei Top Ten intorno a Natale. Anche qui si scatena la caccia delle etichette discografiche che hanno fiutato l'affare; scelgono l'Arista che permette loro di creare una loro etichetta, la Go-Feet, sullo stile 2 Tone. Anche il logo sarà molto riconoscibile, con la ragazza che balla, l'avrete vista in giro sicuramente, eccola:
In America il gruppo deve cambiare il nome in English Beat per evitare confusione con i Beat di Paul Collins (avevo toccato brevemente l'argomento a proposito dei Nerves). Dopo 3/4 album il gruppo si scioglie e si divide in due tronconi principali: il cantante Rankin' Roger e il chitarrista Dave Wakeling formano i General Public, che avranno buoni riscontri in America, mentre l'altro chitarrista Andy Cox e il bassista David Steele formano i Fine Young Cannibals col cantante Roland Gift, un gruppo che venderà molto, anche se ha inciso pochissimo.
Ecco il video di "Tears Of A Clown"
E il loro pezzo più conosciuto "Mirror In The Bathroom"
I Bad Manners in teoria non dovrebbero entrare in questa trattazione perchè non hanno mai inciso per la 2 Tone. O quasi. All'epoca furono contattati da Jerry Dammers, ma preferirono firmare con la Magnet che garantiva loro un congruo anticipo per le registrazioni. Provenienti da Londra, rappresentano l'anima più caciarona e spensierata del movimento ska, capitanati da quel simpatico ciccione di Buster Bloodvessel e la sua lingua lunga un chilometro. Ricorderete un'esibizione al Festival di Sanremo di Pippo Baudo dove Buster si calò i pantaloni per far vedere il sedere in Eurovisione! (su Youtube non c'è, ahimè).I Bad Manners, attivi ancora oggi, finirono comunque nel film "Dance Craze" e nel disco con la colonna sonora.
Eccoli qui con "Lip Up Fatty"
Le Bodysnatchers erano un gruppo tutto femminile che non ha avuto molta fortuna. Buttate un pò allo sbaraglio, dopo un solo concerto, come supporters ai Selecter, non hanno mai avuto il tempo di crescere e affinare il loro stile. I due singoli per la 2 Tone, "Let's Do Rocksteady" e "Easy Life", sono piacevoli, soprattutto il secondo. Cinque di loro troveranno un pò più di successo come Belle Stars, mentre la cantante Rhoda Dakar entrerà a far parte degli Special AKA (tornerò su di loro). Tratto sempre da "Dance Craze" ecco "Easy Life".
Gli Swinging Cats furono i primi a non entrare in classifica col loro singolo "Away". La loro natura erratica, con cambi di formazione infiniti nel giro di un anno o poco più, fece sì che questo fu anche l'unica cosa incisa a loro nome. Carino ma non fondamentale. Ecco il video.
Prossima puntata: Rico, The Special AKA e considerazioni finali
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sabato 13 giugno 2009
Troppa pressione!
Ecco il mio gruppo preferito di tutto lo ska revival, i Selecter. Perchè? Forse per la presenza femminile di Pauline Black, nella cui voce ci sono tracce di soul, e penso ormai che si sia capito quanto sono sensibile alle voci femminili, che personalmente penso siano un valore aggiunto. Comunque. Struttura del gruppo simile agli Specials, sette componenti, due cantanti, due chitarre, un organo, un basso e batteria. Multirazziale anche la composizione, però qui abbiamo un solo bianco, il chitarrista e compositore Neol Davies, tre provenienti dalla Giamaica (il bassista Charley Anderson, il batterista Charley H Bembridge e il tastierista Desmond Brown), uno dall'isola caraibica di St. Kitts, il cantante Arthur Gaps Hendrickson e uno dal Ghana, l'altro chitarrista Compton Amanor. Sia Compton che Pauline sono figli di genitori misti, Pauline inoltre, oltre ad essere l'altra inglese del gruppo, fu adottata in tenera età da una coppia di mezz'età e visse in un quartiere di bianchi. Quasi tutti con genitori divorziati, tutti della classe operaia, gravitano a Coventry in diversi gruppi prima di unirsi insieme in una miscela esplosiva. Energici quanto gli Specials, forse un filo meno versatili sul piano musicale, non passano inosservati. Posso solo immaginare cosa sia stato il tour estivo della 2 Tone nel 1979 che vedeva insieme gli Specials, i Selecter e i Madness! Il tutto consacrato nella puntata di "Top Of The Pops" dell'8 novembre che vedeva tutti e tre a celebrare i loro successi in classifica. I tre singoli incisi per l'etichetta sono altrettanti colpi sotto la cintura: "On My Radio" (sul retro "Too Much Pressure", scusate se è poco!), "Three Minute Hero" e "Missing Words". L'album "Too Much Pressure" praticamente non ha un attimo di pausa e possiamo considerarlo come l'epitome della parola "ska". Nonostante la provenienza di cinque di loro dal gruppo di reggae tradizionale Hard Top 22, i ritmi vengono spinti più forte, la versione di "Too Much Pressure" è più pulsante di quella uscita su singolo. Anche qui, come per gli Specials, testi che parlano di problemi quotidiani, di vita nelle strade (la magnifica "Out In The Streets"), di tempi difficili (bastano i titoli "Time Hard", "Danger", "Murder"). Presenti anche covers o riarrangementi di vecchie canzoni del primo ska. Spendo anche alcune parole sulla copertina: quella del primo album degli Specials, a parte presentare l'uniforme visiva dello ska, aveva una grafica troppo anni 60 per risultare completamente nuova. Qui l'immagine è diversa: l'uomo, che potrebbe essere la personificazione del Walt Jabsco dell'etichetta, ha la testa appoggiata su un braccio, affranto, il cappello è volato per terra, ma non è del tutto rassegnato, basta vedere la mano stretta in un pugno di rabbia; aggiungiamo il logo del gruppo molto punk e la cornice a scacchi bianchi e neri e abbiamo un'immagine potentissima, davvero una bella copertina.
A sostegno del disco i Selecter partono per un tour che vede in cartellone anche le Bodysnatchers, appena entrate in etichetta e Holly and The Italians, scelti personalmente dal gruppo nonostante non fossero un gruppo ska; il che porta dei problemi perchè il pubblico non li accetta e dopo qualche data vengono rimpiazzati dagli Swinging Cats. Segue un tour americano che funziona bene, nonostante le differenze con la realtà inglese. La situazione 2 Tone però comincia a preoccupare i Selecter che vedono sempre più distanti i principi fondatori dell'etichetta, quella di lanciare nuovi talenti e seguirli senza che altre labels se li portino via, facendoli anche crescere. Nel primo anno le decisioni venivano prese dai due gruppi insieme, ma il fatto di perdere i contatti, vedi i tour americani non coincidenti, il successo più grande delle aspettative dell'affaire ska, con il conseguente arrivo sul mercato di un merchandising che non porta nessun soldo in tasca (sappiamo che quello della vendita di t-shirt e quant'altro è spesso fonte primaria di sostentamento per i gruppi non legati a majors), con in più l'aggravante del nome sbagliato "Selector" che crea confusione tra i fans. I Selecter tentano di convincere Jerry Dammers a chiudere l'etichetta mentre i gruppi sono ancora nel pieno successo, ma Jerry rifiuta. Nell'estate dell'80 i Selecter lasciano la 2 Tone per andare nelle braccia dirette della Chrysalis e fondano un'etichetta senza nome. Esce il singolo "The Whisper", non convincente del tutto, anche se sul retro ha una bella cover del classico "Train To Skaville". A settembre però Charley Anderson e Desmond Brown lasciano il gruppo e vengono rimpiazzati da James Mackie e Adam Williams. Viene registrato il secondo album, preceduto da una session per John Peel prima di Natale. Il singolo che lo intitola "Celebrate The Bullet" esce a febbraio dell'81, ma ha la sfortuna di coincidere temporalmente con il tentato omicidio di Ronald Reagan, per cui, con un titolo come "Festeggiate il proiettile", non riceve alcuna promozione radiofonica. Peccato perchè io trovo sia un pezzo fantastico, con una linea di basso incredibile e questo trombone quasi ghiacciato che dà un tocco dub al tutto. Il video viene girato al Colosseo nelle pause del tour italiano come supporters ai Talking Heads. L'album esce a marzo, ma non riceve grandi consensi tra il pubblico. Meno aggressivo del primo, mostra un atteggiamento più maturo e molta varietà di suoni al suo interno, anche la voce di Pauline ha molte sottigliezze in più. Tra le mie preferite "Deepwater", "Bombscare", "Washed Up And Left For Dead", "Cool Blue Lady", l'oscura "Their Dream Goes On" e la conclusiva "Bristol and Miami", che finisce in un coro spiritual.
La fine si avvicina quando Pauline lascia per la carriera solista (ricordo un simpatico singolo "Pirates On the Airwaves") e poco dopo il gruppo si scioglie definitivamente. Anche per loro, come per gli Specials, ci saranno riunioni più o meno complete nel corso degli anni, anche se una vera con la formazione classica ancora non c'è stata. In entrambi i casi io non li ho più seguiti, quindi non so se si nascondono delle gemme nelle produzioni successive, non mi va di sporcare il ricordo di quei pochi anni magici. E ora un pò di video.
"On My Radio"
"Missing Words"
"Too Much Pressure"
"Celebrate The Bullet"
Prossima puntata: Madness, The Beat e gli altri.
giovedì 11 giugno 2009
Ancora Specials
Così si chiamava il 2° lp degli Specials per il mercato italiano, rifacendosi a certe traduzioni degli anni 60 (I Favolosi Beatles, ad esempio). Ancora gli Specials, perchè sono stati il gruppo principe della 2 Tone e hanno segnato la strada per tutti gli altri. Dopo il successo del primo singolo, parte la ricerca per un produttore vero per l'album, invece viene scelta una persona appassionata di musica, non un produttore tout court, cioè Elvis Costello (il quale inciderà anche un singolo per la 2 Tone, ma la storia è un pò complicata...).
A molti non è piaciuta la sua produzione, perchè la ritenevano inferiore agli infuocati set dal vivo. Ma nonostante tutto il disco funziona alla grande, dai pezzi più veloci come "Do The Dog", "Nite Klub" "Concrete Jungle" (scritto dal chitarrista Roddy Radiation) alle covers di vecchi classici come "You're Wondering Now" "A Message to You Rudy" (anche se il testo è un pò cambiato rispetto all'originale di Dandy Livingstone), e altre sono "interpretazioni", cioè sulla struttura di una canzone, spesso strumentale, se ne crea un'altra. Niente di nuovo, è in realtà un'omaggio alla pratica quotidiana che avveniva in Giamaica tra fine anni 50 e gli anni 60 (consigliato il libro "Bass Culture" edizioni Shake, excursus sulla musica giamaicana dagli anni 50 ad oggi). Lo ska classico viene contaminato da reggae, rock e un'urgenza figlia diretta del punk anche nei testi molto barricaderi. Gli Specials si erano già conquistati una buona reputazione grazie a concerti che diventavano una festa, quando Terry incitava il pubblico a salire sul palco per dei finali a rischio continuo per l'incolumità fisica. L'abitudine spesso degenerava e a volte terminare i concerti era un'impresa. I tour proseguivano senza sosta, durante l'estenuante tour americano dell'80 cominciano i problemi interni, com'è normale quando non hai un attimo da rifiatare e i differenti caratteri cozzano tra loro. Durante questo tour un EP con tutti pezzi dal vivo arriva al n° 1, ma non c'è tempo per festeggiare, c'è anche il tour in Giappone che incombe.
Al momento di registrare il secondo album le tensioni e le fratture continuano, da una parte Jerry pronto a sperimentare con la lounge music in netto anticipo sui tempi, Roddy pronto a lasciare per seguire gli istinti rockabilly, gli altri più propensi a restare in ambito più tradizionale.
"More Specials" è così diviso nettamente in due, la prima facciata, che non comprende il nuovo ottimo singolo "Rat Race", infila 6 pezzi uno più bello dell'altro dei "vecchi" Specials. La seconda segue l'estro innovatore di Jerry con scelte musicali quasi muzak (lo strumentale "Holiday Fortnight"), flirtando con un'elettronica molto misurata e divertente. Personalmente mi piace molto la lunga "Stereotypes", da sentire in cuffia la seconda parte quasi dub col toasting di Neville che va da un canale all'altro. Partecipano ai cori alcune Go-Go's, con le quali avevano diviso delle date in tour, ed è in questo periodo che Terry Hall e Jane Wiedlin scrivono insieme "Our Lips Are Sealed", primo grande hit per le ragazze e un hit minore per Terry nella versione dei Fun Boy Three. L'album riscuote un buon successo anche se i fans più oltranzisti lo schifano un pò. Ma il momento d'oro della 2 Tone è gia passato: i Selecter lasciano l'etichetta per il secondo disco, le nuove proposte Bodysnatchers e Swinging Cats non entrano in classifica, persino il tentativo di lanciare il vecchio Rico Rodriquez (trombonista sia nella vecchia che nella nuova versione di "A message to you, Rudy") fallisce. Nei primi mesi del 1981 esce, dopo vari rinvii, il film "Dance Craze" con esibizioni dal vivo di tutti i gruppi dell'etichetta più i Bad Manners, con un successo molto limitato che lo fa quasi sembrare un'epitaffio. Sorgono sempre più problemi durante i concerti, Lynval Golding è vittima di un attacco razzista fuori da un club, scoppiano risse in diversi quartieri di Londra. A giugno il nuovo singolo "Ghost Town" cattura bene l'atmosfera di quei momenti e finisce al n° 1. Ma nonostante questo, si conclude l'epopea: Terry, Neville e Lynval lasciano il gruppo per formare i Fun Boy Three, poco dopo anche Roddy lascia, e gli Specials in formazione classica non esistono più. Nel corso del tempo ci saranno tentativi di riunione e formazioni monche a proseguire con il nome, fino al reunion tour di quest'anno...ma siamo già oltre. Per ora un pò di video:
"A Message To You Rudy"
"Too Much Too Young"
"Liquidator/Skinhead Moonstomp"
"Enjoy Yourself"
"Ghost Town"
Prossima puntata: Selecter!
A molti non è piaciuta la sua produzione, perchè la ritenevano inferiore agli infuocati set dal vivo. Ma nonostante tutto il disco funziona alla grande, dai pezzi più veloci come "Do The Dog", "Nite Klub" "Concrete Jungle" (scritto dal chitarrista Roddy Radiation) alle covers di vecchi classici come "You're Wondering Now" "A Message to You Rudy" (anche se il testo è un pò cambiato rispetto all'originale di Dandy Livingstone), e altre sono "interpretazioni", cioè sulla struttura di una canzone, spesso strumentale, se ne crea un'altra. Niente di nuovo, è in realtà un'omaggio alla pratica quotidiana che avveniva in Giamaica tra fine anni 50 e gli anni 60 (consigliato il libro "Bass Culture" edizioni Shake, excursus sulla musica giamaicana dagli anni 50 ad oggi). Lo ska classico viene contaminato da reggae, rock e un'urgenza figlia diretta del punk anche nei testi molto barricaderi. Gli Specials si erano già conquistati una buona reputazione grazie a concerti che diventavano una festa, quando Terry incitava il pubblico a salire sul palco per dei finali a rischio continuo per l'incolumità fisica. L'abitudine spesso degenerava e a volte terminare i concerti era un'impresa. I tour proseguivano senza sosta, durante l'estenuante tour americano dell'80 cominciano i problemi interni, com'è normale quando non hai un attimo da rifiatare e i differenti caratteri cozzano tra loro. Durante questo tour un EP con tutti pezzi dal vivo arriva al n° 1, ma non c'è tempo per festeggiare, c'è anche il tour in Giappone che incombe.
Al momento di registrare il secondo album le tensioni e le fratture continuano, da una parte Jerry pronto a sperimentare con la lounge music in netto anticipo sui tempi, Roddy pronto a lasciare per seguire gli istinti rockabilly, gli altri più propensi a restare in ambito più tradizionale.
"More Specials" è così diviso nettamente in due, la prima facciata, che non comprende il nuovo ottimo singolo "Rat Race", infila 6 pezzi uno più bello dell'altro dei "vecchi" Specials. La seconda segue l'estro innovatore di Jerry con scelte musicali quasi muzak (lo strumentale "Holiday Fortnight"), flirtando con un'elettronica molto misurata e divertente. Personalmente mi piace molto la lunga "Stereotypes", da sentire in cuffia la seconda parte quasi dub col toasting di Neville che va da un canale all'altro. Partecipano ai cori alcune Go-Go's, con le quali avevano diviso delle date in tour, ed è in questo periodo che Terry Hall e Jane Wiedlin scrivono insieme "Our Lips Are Sealed", primo grande hit per le ragazze e un hit minore per Terry nella versione dei Fun Boy Three. L'album riscuote un buon successo anche se i fans più oltranzisti lo schifano un pò. Ma il momento d'oro della 2 Tone è gia passato: i Selecter lasciano l'etichetta per il secondo disco, le nuove proposte Bodysnatchers e Swinging Cats non entrano in classifica, persino il tentativo di lanciare il vecchio Rico Rodriquez (trombonista sia nella vecchia che nella nuova versione di "A message to you, Rudy") fallisce. Nei primi mesi del 1981 esce, dopo vari rinvii, il film "Dance Craze" con esibizioni dal vivo di tutti i gruppi dell'etichetta più i Bad Manners, con un successo molto limitato che lo fa quasi sembrare un'epitaffio. Sorgono sempre più problemi durante i concerti, Lynval Golding è vittima di un attacco razzista fuori da un club, scoppiano risse in diversi quartieri di Londra. A giugno il nuovo singolo "Ghost Town" cattura bene l'atmosfera di quei momenti e finisce al n° 1. Ma nonostante questo, si conclude l'epopea: Terry, Neville e Lynval lasciano il gruppo per formare i Fun Boy Three, poco dopo anche Roddy lascia, e gli Specials in formazione classica non esistono più. Nel corso del tempo ci saranno tentativi di riunione e formazioni monche a proseguire con il nome, fino al reunion tour di quest'anno...ma siamo già oltre. Per ora un pò di video:
"A Message To You Rudy"
"Too Much Too Young"
"Liquidator/Skinhead Moonstomp"
"Enjoy Yourself"
"Ghost Town"
Prossima puntata: Selecter!
martedì 9 giugno 2009
Viviamo come ai tempi dei veri gangsters?
E finalmente comincio le celebrazioni del trentennale della 2 Tone. Sto parlando di quella piccola stagione felice che cominciò nel marzo del 1979 con la creazione dell'etichetta discografica 2 Tone e il diffondersi dello ska-revival. Tutto nasce dalla mente di Jerry Dammers, musicista di Coventry, che forma un gruppo, inizialmente chiamato Coventry Automatics, poi diventato The Special A.K.A. e infine più semplicemente The Specials. In breve: nel 1978 Jerry va a Londra cercando di incontrare Johnny Rotten, appena sciolti i Sex Pistols, per chiedergli se voleva diventare il cantante del suo gruppo, ma non riesce a contattarlo. Conosce però Bernie Rhodes, il manager dei Clash, gli fa sentire qualche nastro e Bernie, dopo anche l'approvazione entusiasta di Joe Strummer, propone un ruolo da supporters all'On Parole Tour dei Clash, che vedeva in scaletta anche i Suicide. Partecipano a qualche data del tour, Bernie promette mari e monti, ma nei mesi successivi niente si concretizza. Così Jerry decide di fare da solo: crea una sua etichetta, la chiama 2 Tone, rifacendosi al "tonic suit", il classico completo maschile dei rude boys giamaicani e dei mods, e puntando l'accento sui due toni, bianco e nero (come il classico design optical degli anni 60), ad indicare la struttura del gruppo formato da bianchi e neri. L'omino sull'etichetta, battezzato Walt Jabsco, si basa su una foto di Peter Tosh presa da una copertina dei Wailers, questa:
(da sinistra a destra: Bunny Wailer, Bob Marley e Peter Tosh)
Riescono ad autoprodursi, ma i soldi bastano a coprire le spese per una sola facciata: il pezzo si chiama "Gangsters" ed è basato sul vecchio pezzo ska "Al Capone" di Prince Buster. Così Jerry contatta il suo amico Neol Davies, chiedendogli se voleva usare una sua registrazione di due anni prima per la facciata b. Lo strumentale, che era senza nome, viene chiamato "The Selecter" e così anche il gruppo, in realtà ancora inesistente (alla registrazione parteciparono solo Neol, il batterista John Bradbury e un trombonista). Jerry contatta poi la Rough Trade, che si offre di distribuire 5000 copie del singolo, il quale ha un'anonima copertina bianca forata (quella nella foto iniziale) con titoli e gruppi stampati con un timbro (toccò a Terry Hall, cantante e Horace Panter, bassista, l'onere di timbrare le copertine una ad una). Grazie a buone recensioni di concerti e una session registrata per il programma di Santo John Peel, la prima tiratura viene esaurita presto. Così a giugno viene firmato un contratto con la Chrysalis e il singolo esce nella classica copertina forata con Walt e la striscia a scacchi bianchi e neri. Il successo sarà immediato, il singolo arriva nella Top Ten. Il bello è che tutto accade mantenendo un'ottica punk o DIY, vedi l'estetica spartana dei singoli, senza vere immagini del gruppo, o il fatto che non esista una vera sede per la 2 Tone. Si dà quindi più importanza alla label in sè, per cui compri il disco perchè è 2 Tone, un pò come succedeva per la Stax o la Motown. Anche il fatto che in quasi tutti i singoli una facciata sia una cover, fa sì che le royalties siano minori, quindi possiamo definire scarse le capacità imprenditoriali di Jerry da un punto di vista meramente di guadagno. Ma bisogna riconoscere lo spirito naif di integrità e un'attitudine genuina per cui si pensa più al fare musica per il puro piacere di farla e diffonderla.
Ecco il video ufficiale di "Gangsters":
E qui una versione live dell'epoca:
Fonti librarie consigliate: "The Two Tone Story" di George Marshall e "Ska'd For Life" di Horace Panter. Qualcuno dovrebbe tradurle anche in italiano...
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venerdì 5 giugno 2009
a Zaio e Frascolla...
...che hanno suonato al Lucrezia poco fa, in una serata tutta acustica che vedeva in apertura Chiara Ragnini in arte Ceanne McKee e in chiusura i Keezas. Serata riuscita con una buona atmosfera. Come promesso nel suo blog omonimo Franco Zaio, oltre ad alcune canzoni del suo disco "Last Blues", Franco e Andrea hanno eseguito alcune covers, "Here Comes The Rain Again" degli Eurythmics, "The Passenger" di Iggy Pop, "I Won't Back Down" di Tom Petty con Andrea voce solista, e "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division. Che era quella che temevo di più. Apparentemente è una canzone semplice che chiunque può cantare, ma proprio per questo le tante covers che ho sentito non mi hanno mai soddisfatto. E' una canzone perfetta nella sua semplicità e...non sono riuscito a dirglielo a voce con calma, ma...l'hanno azzeccata in pieno. Intanto vi propongo questa recentissima (marzo 2009) versione acustica di Bernard Sumner, molto molto interessante, peccato che Bernard ora porti sulla faccia i segni del tempo che passa:
Però la versione di Franco e Andrea è andata oltre, ha avuto quel pizzico in più di...non so come spiegarlo...emozione? E non lo dico per piaggieria perchè li conosco, veramente hanno buttato il cuore oltre l'ostacolo. E quindi dedico loro questo video. Che non c'entra niente coi Joy Division, è tutt'altra cosa. Ma visto che era venuto il discorso su questa canzone, ecco il video, anche se la canzone non è completa. Notare a destra i finti combattenti e a sinistra i coristi che sopportano la fatica di fare "uh" e "ah" senza perdere il ritmo! Impagabili!
Però la versione di Franco e Andrea è andata oltre, ha avuto quel pizzico in più di...non so come spiegarlo...emozione? E non lo dico per piaggieria perchè li conosco, veramente hanno buttato il cuore oltre l'ostacolo. E quindi dedico loro questo video. Che non c'entra niente coi Joy Division, è tutt'altra cosa. Ma visto che era venuto il discorso su questa canzone, ecco il video, anche se la canzone non è completa. Notare a destra i finti combattenti e a sinistra i coristi che sopportano la fatica di fare "uh" e "ah" senza perdere il ritmo! Impagabili!
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mercoledì 3 giugno 2009
Oh Giulietta!
JULIETTE AND THE LICKS "Got Love To Kill"
Juliette Lewis è un'attrice americana famosa per ruoli scomodi e maledetti, il più conosciuto quello di "Natural Born Killers" di Oliver Stone. Si era già cimentata come cantante in "Strange Days" (altro film che mi piace molto), rifacendo P.J. Harvey. Negli anni 2000, dopo che la sua carriera cinematografica era scemata anche per problemi di droga, decide di puntare decisamente sul fronte musicale. Eccola quindi a capo di una band, con cui ha già inciso 3 albums, di cui il primo è quello più riuscito. Questo pezzo è appunto tratto da quel disco. Mi piace tutta l'atmosfera sia musicale che video molto new wave pop, e a tratti la sua voce ha dei toni alla Siouxsie. Non un capolavoro, ma un pezzo ben fatto, e tanto mi basta.
Juliette Lewis è un'attrice americana famosa per ruoli scomodi e maledetti, il più conosciuto quello di "Natural Born Killers" di Oliver Stone. Si era già cimentata come cantante in "Strange Days" (altro film che mi piace molto), rifacendo P.J. Harvey. Negli anni 2000, dopo che la sua carriera cinematografica era scemata anche per problemi di droga, decide di puntare decisamente sul fronte musicale. Eccola quindi a capo di una band, con cui ha già inciso 3 albums, di cui il primo è quello più riuscito. Questo pezzo è appunto tratto da quel disco. Mi piace tutta l'atmosfera sia musicale che video molto new wave pop, e a tratti la sua voce ha dei toni alla Siouxsie. Non un capolavoro, ma un pezzo ben fatto, e tanto mi basta.
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lunedì 1 giugno 2009
Questo non è il Vietnam
Innanzitutto scusate la bassa qualità audio e video. Scena tratta dal cult "Il Grande Lebowski", uno dei miei film preferiti, con il Drugo (pessima ma assonante traduzione italiana di "Dude"), Walter e Donny. Un film che più lo guardi e più ci scopri cose nuove. Sono reduce dalla lettura de "La vita secondo il Grande Lebowski", un libro scritto da fans per i fans. "Questo non è il Vietnam, è il bowling, ci sono delle regole!" "Stai per entrare in una valle di lacrime" sono solo alcuni dei dialoghi cult che servono per riconoscersi tra fans. Naturalmente esistono delle manifestazioni apposite, chiamate "Lebowski Fest". Sabato 13 giugno si terrà la seconda italiana in Asti presso una chiesa sconsacrata. Ecco la locandina:
Se qualcuno all'ascolto ha voglia di andare me lo faccia sapere.
Volevo postare un'altra scena in italiano, ce n'erano due in verità interessanti, ma c'è il solito "incorporamento disattivato su richiesta dell'utente". Il Drugo non approverebbe. E allora beccatevi questo curioso mini-riassunto con tutti i "fuck" e "fucking" pronunciati nel film (tanto che a un certo punto Lo Straniero lo puntualizza: "dici un sacco di parolacce").
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