Kate Bush: This Woman's Work
Solo una donna poteva avere la sensibilità per scrivere una canzone sui pensieri di un uomo in attesa che la sua donna partorisca.
We're lost in music/ Caught in a trap/ No turning back/ We're lost in music (Sister Sledge 1979)
domenica 30 novembre 2008
giovedì 27 novembre 2008
bring the noise
FUCKED UP "Police" live
La mia ultima ossessione. I Fucked Up sono un sestetto(attualmente)proveniente dal Canada che fa musica hardcore. Tutto qui, o forse no. Sgombrando subito il campo da ogni equivoco, non c'è nulla di nuovo. E naturalmente il fatto che siano finiti sulla copertina del N.M.E. o che Alberto Campo parli di loro sull'ultimo "Rumore", può far pensare che ormai siano diventati troppo mainstream. Beh, non è un mio problema, io cerco di attenermi ai fatti. Il loro ultimo album "The Chemistry Of Common Life" mi piace da impazzire perchè è un ottimo disco, secondo il mio umile parere. Punto. E' molto vario ed è molto lontano dal classico disco tutto urla e slogans. Anche i testi presentano spunti di interesse, ci sono diversi riferimenti (anti)religiosi, sicuramente non sono degli stupidi. Ci sono un paio di strumentali molto lenti, ci sono brani più orecchiabili come "No Epiphany" e "Black Albino Bones" (i Foo Fighters un pò più punk?). C'è l'iniziale "Son The Father", che avevo proposto nella mia radio, che inizia dolce con un flauto e poi si scatena in sei minuti di furia. O "Twice Born", di cui c'è un video per MTV Canada, dove i nostri suonano nel cesso di una scuola e dove succede di tutto (beh, se metti qualcuno in un cesso pensando di fare una cosa cool, ti meriti che NON vada tutto liscio). Già, l'aspetto live è importante, perchè se su disco sembrano "quasi" raffinati, grazie agli arrangiamenti e sovraincisioni del chitarrista (uno di tre) 10,000 Marbles, dal vivo tocca al frontman Pink Eyes sostenere il peso dello spettacolo. Lui stesso ha dichiarato che, siccome non ha una grande voce e su disco il suo apporto è limitato, dal vivo non si tira indietro a fracassarsi la fronte con lattine e altre cose, a spogliarsi più o meno completamente (la tendenza al più sembra preponderante), a darsi al pubblico in modo totale. La loro discografia è quasi interamente composta di vinili a 7 e 12 pollici in tiratura limitata, c'è ad esempio "Year Of The Pig" che dura 18 minuti, e solo due album ufficiali, più una raccolta dei primi singoli. Non hanno un sito ufficiale, nè un Myspace, solo un blog che ho già provveduto a linkare. Recentemente hanno fatto un concerto a New York di 12 ore, in cui hanno chiamato a suonare con loro ospiti vecchi, come Moby, J.Mascis dei Dinosaur Jr e John Joseph dei Cromags, e ospiti nuovi come le Vivian Girls, Ezra Koenig dei Vampire Weekend e Tim Harrington dei Les Savy Fav. E se qualcuno pensa che siano solo dei poseurs, beh, allora sono dei FANTASTICI poseurs. Unica data italiana domenica 7 dicembre al Leoncavallo.
Bonus video
La mia ultima ossessione. I Fucked Up sono un sestetto(attualmente)proveniente dal Canada che fa musica hardcore. Tutto qui, o forse no. Sgombrando subito il campo da ogni equivoco, non c'è nulla di nuovo. E naturalmente il fatto che siano finiti sulla copertina del N.M.E. o che Alberto Campo parli di loro sull'ultimo "Rumore", può far pensare che ormai siano diventati troppo mainstream. Beh, non è un mio problema, io cerco di attenermi ai fatti. Il loro ultimo album "The Chemistry Of Common Life" mi piace da impazzire perchè è un ottimo disco, secondo il mio umile parere. Punto. E' molto vario ed è molto lontano dal classico disco tutto urla e slogans. Anche i testi presentano spunti di interesse, ci sono diversi riferimenti (anti)religiosi, sicuramente non sono degli stupidi. Ci sono un paio di strumentali molto lenti, ci sono brani più orecchiabili come "No Epiphany" e "Black Albino Bones" (i Foo Fighters un pò più punk?). C'è l'iniziale "Son The Father", che avevo proposto nella mia radio, che inizia dolce con un flauto e poi si scatena in sei minuti di furia. O "Twice Born", di cui c'è un video per MTV Canada, dove i nostri suonano nel cesso di una scuola e dove succede di tutto (beh, se metti qualcuno in un cesso pensando di fare una cosa cool, ti meriti che NON vada tutto liscio). Già, l'aspetto live è importante, perchè se su disco sembrano "quasi" raffinati, grazie agli arrangiamenti e sovraincisioni del chitarrista (uno di tre) 10,000 Marbles, dal vivo tocca al frontman Pink Eyes sostenere il peso dello spettacolo. Lui stesso ha dichiarato che, siccome non ha una grande voce e su disco il suo apporto è limitato, dal vivo non si tira indietro a fracassarsi la fronte con lattine e altre cose, a spogliarsi più o meno completamente (la tendenza al più sembra preponderante), a darsi al pubblico in modo totale. La loro discografia è quasi interamente composta di vinili a 7 e 12 pollici in tiratura limitata, c'è ad esempio "Year Of The Pig" che dura 18 minuti, e solo due album ufficiali, più una raccolta dei primi singoli. Non hanno un sito ufficiale, nè un Myspace, solo un blog che ho già provveduto a linkare. Recentemente hanno fatto un concerto a New York di 12 ore, in cui hanno chiamato a suonare con loro ospiti vecchi, come Moby, J.Mascis dei Dinosaur Jr e John Joseph dei Cromags, e ospiti nuovi come le Vivian Girls, Ezra Koenig dei Vampire Weekend e Tim Harrington dei Les Savy Fav. E se qualcuno pensa che siano solo dei poseurs, beh, allora sono dei FANTASTICI poseurs. Unica data italiana domenica 7 dicembre al Leoncavallo.
Bonus video
mercoledì 26 novembre 2008
careful with that axe...
LOOP "Arc-Lite (Sonar)"
Power...
Soft...
Intense...
Creepy...
Hair...
Endless...
Drone...
Effect...
Love...
Infinite...
Absolute...
Power...
Soft...
Intense...
Creepy...
Hair...
Endless...
Drone...
Effect...
Love...
Infinite...
Absolute...
lunedì 24 novembre 2008
quando Martino incontrò Giovanna
Mi sa che il pc esploderà tra poco...
Dunque ecco il resoconto del concerto di sabato sera. Il titolo non è poi così assurdo perchè il nome dei Marti deriva da Martino, che era il protagonista di un cortometraggio dove forse Andrea Bruschi ha lavorato, ora non ricordo bene. I Marti sono un gruppo di Genova guidato appunto dall'Andrea di cui sopra, che ha anche una carriera come attore, ma il suo primo amore è sempre stata la musica.
In formazione alla chitarra Luca Pagnotta, un piemontese/genovese d'adozione come lo Zaio, i due toscani Claudia Natili al contrabbasso e Simone Maggi a fiati, fisarmonica e tastiere.
Attualmente ci sono due nuovi elementi di cui non conosco il nome, so solo che il batterista è di zona Milano, mentre del sassofonista non so nulla.
I Marti hanno inciso un album "Unmade Beds" che è uscito ormai da due anni; ha ricevuto buone accoglienze dalla critica, sono passati due video in tv "Buying Things From Your Past" e "September In The Rain". Tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 il disco è stato lanciato in Germania con buoni riscontri, c'è una nuova versione di "September..." in giro e da poco è uscito un nuovo video per "They're So Small". Ora il disco verrà lanciato in Inghilterra e presto anche in Canada. E il concerto? Beh, essendo gruppo di supporto hanno potuto esibirsi solo per 40 minuti, dedicandoli alle canzoni più intime e saltando quelle più ritmiche e c'è stato spazio per un pezzo nuovo "Watching The Days Go By" (spero che il titolo sia questo), già presentato a Rapallo l'anno scorso, che è un ottimo biglietto da visita per il prossimo disco previsto, si spera, in primavera.
Il set è passato in scioltezza, i nuovi elementi sono già ben amalgamati e, insomma, io spero davvero che riescano almeno all'estero a ricevere un pò più di considerazione: il loro mix di new wave, mitteleuropa, torch songs, un pò di jazz (ma poco, per fortuna) è molto suggestivo, per dare un'idea parziale, il gruppo che si può avvicinare di più sono i Tindersticks, anche per il vibrato della voce di Andrea (anche se secondo me, si avvicina più a Matt "The The" Johnson).
Joan As Police Woman è invece il progetto di Joan Wasser, che prima di giocare la carta solista, è stata apprezzata come session-woman (ad esempio di Antony and the Johnsons) e rimasta tristemente famosa per essere stata l'ultima compagna di Jeff Buckley.
Avevo scaricato il primo disco e, a parte un paio di pezzi, non mi aveva colpito più di tanto. Sul secondo disco i pareri sono controversi, ma forse predominano i favorevoli; quindi non è che fossi molto convinto di apprezzarla. La formazione è un trio, Joan al Fender Rhodes e alle chitarre, un bassista e un batterista. Lei molto rilassata e probabilmente un pò alticcia, vista la pronuncia lenta e strascicata delle parti parlate, simpatica comunque: (ridendo)"Non c'è niente di meglio che un problema tecnico per cominciare bene", riferimenti a "Spinal Tap", un sincero apprezzamento per il club in cui è proibito fumare, visto che venivano da una data in Svizzera dove tutti "were smoking their fucking brains out". La musica è un misto di soul (nelle ballate dove suona le tastiere) e rock, voce semi-black, buone atmosfere, ma anche un pericoloso avvicinamento al puro easy listening (mi aspettavo una cover di "Killing Me Softly"). Insomma, è brava, ma. Parere condiviso anche da uno più competente come Antonio Vivaldi (anche lui un pò alticcio, eh!eh!). Tutto sommato un buon concerto, grazie anche all'atmosfera del Mep di Sestri Levante, non pieno, il che permetteva anche di spostarsi e respirare, anche se il setting ideale, mi spiace dirlo, è un club fumoso in un quartiere malfamato di New York. Molto apprezzato il look da Cleopatra From Outer Space, e la disponibilità coi fans nel dopo concerto. Ecco qualche foto.
Un saluto ad alcuni fedelissimi dei Marti, come Antonia, Lorenzo e Luca.
Un enorme grazie a Marcello per il passaggio in macchina al ritorno.
That's all, folks!
Dunque ecco il resoconto del concerto di sabato sera. Il titolo non è poi così assurdo perchè il nome dei Marti deriva da Martino, che era il protagonista di un cortometraggio dove forse Andrea Bruschi ha lavorato, ora non ricordo bene. I Marti sono un gruppo di Genova guidato appunto dall'Andrea di cui sopra, che ha anche una carriera come attore, ma il suo primo amore è sempre stata la musica.
In formazione alla chitarra Luca Pagnotta, un piemontese/genovese d'adozione come lo Zaio, i due toscani Claudia Natili al contrabbasso e Simone Maggi a fiati, fisarmonica e tastiere.
Attualmente ci sono due nuovi elementi di cui non conosco il nome, so solo che il batterista è di zona Milano, mentre del sassofonista non so nulla.
I Marti hanno inciso un album "Unmade Beds" che è uscito ormai da due anni; ha ricevuto buone accoglienze dalla critica, sono passati due video in tv "Buying Things From Your Past" e "September In The Rain". Tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 il disco è stato lanciato in Germania con buoni riscontri, c'è una nuova versione di "September..." in giro e da poco è uscito un nuovo video per "They're So Small". Ora il disco verrà lanciato in Inghilterra e presto anche in Canada. E il concerto? Beh, essendo gruppo di supporto hanno potuto esibirsi solo per 40 minuti, dedicandoli alle canzoni più intime e saltando quelle più ritmiche e c'è stato spazio per un pezzo nuovo "Watching The Days Go By" (spero che il titolo sia questo), già presentato a Rapallo l'anno scorso, che è un ottimo biglietto da visita per il prossimo disco previsto, si spera, in primavera.
Il set è passato in scioltezza, i nuovi elementi sono già ben amalgamati e, insomma, io spero davvero che riescano almeno all'estero a ricevere un pò più di considerazione: il loro mix di new wave, mitteleuropa, torch songs, un pò di jazz (ma poco, per fortuna) è molto suggestivo, per dare un'idea parziale, il gruppo che si può avvicinare di più sono i Tindersticks, anche per il vibrato della voce di Andrea (anche se secondo me, si avvicina più a Matt "The The" Johnson).
Joan As Police Woman è invece il progetto di Joan Wasser, che prima di giocare la carta solista, è stata apprezzata come session-woman (ad esempio di Antony and the Johnsons) e rimasta tristemente famosa per essere stata l'ultima compagna di Jeff Buckley.
Avevo scaricato il primo disco e, a parte un paio di pezzi, non mi aveva colpito più di tanto. Sul secondo disco i pareri sono controversi, ma forse predominano i favorevoli; quindi non è che fossi molto convinto di apprezzarla. La formazione è un trio, Joan al Fender Rhodes e alle chitarre, un bassista e un batterista. Lei molto rilassata e probabilmente un pò alticcia, vista la pronuncia lenta e strascicata delle parti parlate, simpatica comunque: (ridendo)"Non c'è niente di meglio che un problema tecnico per cominciare bene", riferimenti a "Spinal Tap", un sincero apprezzamento per il club in cui è proibito fumare, visto che venivano da una data in Svizzera dove tutti "were smoking their fucking brains out". La musica è un misto di soul (nelle ballate dove suona le tastiere) e rock, voce semi-black, buone atmosfere, ma anche un pericoloso avvicinamento al puro easy listening (mi aspettavo una cover di "Killing Me Softly"). Insomma, è brava, ma. Parere condiviso anche da uno più competente come Antonio Vivaldi (anche lui un pò alticcio, eh!eh!). Tutto sommato un buon concerto, grazie anche all'atmosfera del Mep di Sestri Levante, non pieno, il che permetteva anche di spostarsi e respirare, anche se il setting ideale, mi spiace dirlo, è un club fumoso in un quartiere malfamato di New York. Molto apprezzato il look da Cleopatra From Outer Space, e la disponibilità coi fans nel dopo concerto. Ecco qualche foto.
Un saluto ad alcuni fedelissimi dei Marti, come Antonia, Lorenzo e Luca.
Un enorme grazie a Marcello per il passaggio in macchina al ritorno.
That's all, folks!
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domenica 23 novembre 2008
dedicato alla mamma
GENE KELLY "Singin' In The Rain"
Mentre i problemi tecnici del pc si ripresentano e potrebbero essere seri, intanto propongo questo e se ce la faccio anche un resoconto del concerto di ieri sera, i Marti supporters di Joan As Police Woman a Sestri Levante.
Dedicato alla mamma, che anche questa domenica mattina si guardava su La7 uno di quei film ricompilativi della MGM della serie "That's Entertainment" e comprendenti spezzoni di musicals della major del leone ruggente. Il musical è un genere un pò particolare di cinema, nel senso che è totalmente distante dalla realtà. Voglio dire, avete mai visto qualcuno per strada che improvvisamente si mette a cantare e ballare e che non era ubriaco? Naturalmente è figlio di un'epoca in cui il cinema serviva a far sognare, a creare un mondo irreale e colorato, anche quando i film erano ancora in b/n, a partire da quelli con la coppia Fred Astaire/Ginger Rogers e a quelli con le coreografie a puzzle di Busby Berkeley. Questa penso sia la canzone da musical che chiunque conosca anche se non ama il genere e tutto sommato è anche una bella canzone. E anche il sorriso Durbans di Gene Kelly contagia e illumina una scena altrimenti buia, scelta inconsueta per un musical.
Mentre i problemi tecnici del pc si ripresentano e potrebbero essere seri, intanto propongo questo e se ce la faccio anche un resoconto del concerto di ieri sera, i Marti supporters di Joan As Police Woman a Sestri Levante.
Dedicato alla mamma, che anche questa domenica mattina si guardava su La7 uno di quei film ricompilativi della MGM della serie "That's Entertainment" e comprendenti spezzoni di musicals della major del leone ruggente. Il musical è un genere un pò particolare di cinema, nel senso che è totalmente distante dalla realtà. Voglio dire, avete mai visto qualcuno per strada che improvvisamente si mette a cantare e ballare e che non era ubriaco? Naturalmente è figlio di un'epoca in cui il cinema serviva a far sognare, a creare un mondo irreale e colorato, anche quando i film erano ancora in b/n, a partire da quelli con la coppia Fred Astaire/Ginger Rogers e a quelli con le coreografie a puzzle di Busby Berkeley. Questa penso sia la canzone da musical che chiunque conosca anche se non ama il genere e tutto sommato è anche una bella canzone. E anche il sorriso Durbans di Gene Kelly contagia e illumina una scena altrimenti buia, scelta inconsueta per un musical.
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venerdì 21 novembre 2008
la buona musica italiana
KRISMA "Miami"
E' incredibile come questo pezzo del 1982 suoni ancora attuale, se non addirittura alieno. Il progetto Chrisma/Krisma avrebbe bisogno di essere rivalutato qui da noi, mentre all'estero ce lo invidiano. Ci sono stati parecchi cambi di rotta, dagli inizi sexy-disco di "Amore" e "U" con Vangelis, alla new wave di "Chinese Restaurant" e "Hibernation", fino all'electropop del successone di "Many Kisses" e al "Clandestine Anticipation" da cui è tratto questo pezzo. Si dirà che però cantano in inglese, vero, che non c'è la classica melodia italiana, vero, insomma, che c'è d'italiano? La creatività, il fatto di aver saputo annusare l'aria e aver trovato una formula inventiva e originale che qui in Italia forse solo le generazioni dalla metà degli anni 90 in poi hanno ripescato come fonte di ispirazione. E' curioso notare la coincidenza temporale tra questo disco e il Lucio Battisti di "E già", altro disco di electropop made in Italy nell'anno 1982. Maurizio e Lucio, due spiriti liberi che hanno avuto voglia di sperimentare oltre i confini ristretti della stagnante musica italiana.
E' incredibile come questo pezzo del 1982 suoni ancora attuale, se non addirittura alieno. Il progetto Chrisma/Krisma avrebbe bisogno di essere rivalutato qui da noi, mentre all'estero ce lo invidiano. Ci sono stati parecchi cambi di rotta, dagli inizi sexy-disco di "Amore" e "U" con Vangelis, alla new wave di "Chinese Restaurant" e "Hibernation", fino all'electropop del successone di "Many Kisses" e al "Clandestine Anticipation" da cui è tratto questo pezzo. Si dirà che però cantano in inglese, vero, che non c'è la classica melodia italiana, vero, insomma, che c'è d'italiano? La creatività, il fatto di aver saputo annusare l'aria e aver trovato una formula inventiva e originale che qui in Italia forse solo le generazioni dalla metà degli anni 90 in poi hanno ripescato come fonte di ispirazione. E' curioso notare la coincidenza temporale tra questo disco e il Lucio Battisti di "E già", altro disco di electropop made in Italy nell'anno 1982. Maurizio e Lucio, due spiriti liberi che hanno avuto voglia di sperimentare oltre i confini ristretti della stagnante musica italiana.
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mercoledì 19 novembre 2008
Are you ready, boots? Start walkin'!
NANCY SINATRA "These Boots Are Made For Walkin'"
La più incredibile linea di basso discendente della storia per un superclassico della musica pop. Guardando questo video, pensando a quando è stato girato (1966), a me viene in mente una sola parola: SESSO SESSO SESSO!
La più incredibile linea di basso discendente della storia per un superclassico della musica pop. Guardando questo video, pensando a quando è stato girato (1966), a me viene in mente una sola parola: SESSO SESSO SESSO!
martedì 18 novembre 2008
Black Moses
ISAAC HAYES "Disco Connection"
Giusto per ricordare un grande uomo nero che ci ha lasciato da poco. Stile stile stile, anche nell'abito: avete mai visto un direttore d'orchestra vestito così?
Giusto per ricordare un grande uomo nero che ci ha lasciato da poco. Stile stile stile, anche nell'abito: avete mai visto un direttore d'orchestra vestito così?
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lunedì 17 novembre 2008
domenica 16 novembre 2008
Crash!
PROPELLERHEADS "Crash!"
Ho qualche problema d'instabilità nel pc e spero di risolvere entro pochi giorni. Crash mi sembra perfetto per questa situazione d'instabilità. Devo dire che mi piacerebbe molto tentare lo "strappo" della tovaglia, è avvisato chi ha intenzione di invitarmi a cena, soprattutto se non mi tiene lontano dall'alcool...
Ho qualche problema d'instabilità nel pc e spero di risolvere entro pochi giorni. Crash mi sembra perfetto per questa situazione d'instabilità. Devo dire che mi piacerebbe molto tentare lo "strappo" della tovaglia, è avvisato chi ha intenzione di invitarmi a cena, soprattutto se non mi tiene lontano dall'alcool...
venerdì 14 novembre 2008
cuore nero
Oggi sono stato di malumore praticamente tutto il giorno. O meglio, ero incazzato nero. Devo ringraziare le sentenze sul processo per i fatti del G8 alla scuola Diaz. O per essere più precisi, i "non" fatti. Praticamente quella notte i manganelli si sono mossi per vita propria, gli scarponi in faccia hanno avuto un motu proprio indipendente dalla volontà di coloro che li indossavano. Nessuno ha dato nessun ordine di fare irruzione nella scuola. Viene da chiedersi come mai girassero pure degli elicotteri in cielo quella notte, o forse sono una nuova specie di volatili autoctoni attirati dal trambusto di quel palazzo. Non mi resta che proporre il commento finale di Marco Menduni, dal Secolo XIX di oggi, che ha seguito tutte le fasi processuali a partire dall'uccisione di Carlo Giuliani alle "non" torture della caserma di Bolzaneto, e che qualcuno conoscerà per i suoi passati musicali.
Finito l’ultimo, grande processo sulle sciagurate giornate del luglio 2001, vale la pena di tirare le somme. E provare a tradurre, con parole facili, il significato delle sentenze.
Carlo Giuliani è morto mentre dava l’assalto a una camionetta dei carabinieri; chi gli ha sparato è stato scagionato perché non poteva far altro per difendersi. O almeno così credeva.
Tra i vandali di Genova ben pochi sono stati identificati, ma quei pochi sono stati condannati a pene severissime con la contestazione di un reato inedito (nell’applicazione) dall’era post-bellica: devastazione e saccheggio. Gli altri, quelli che si sono scontrati con la polizia durante le manifestazioni, avevano qualche giustificazione in più e i giudici sono andati con mano leggera, paternalistica.
Nella caserma-carcere di Bolzaneto non ci sono state torture, né era un lager. Era un luogo in cui sono accaduti alcuni brutti episodi di maltrattamento, ma non di più di quanti ne accadano in situazioni del genere, quando il numero dei fermati è molto alto e c’è molta confusione.
E alla Diaz? La colpa è stata tutta di un gruppo di agenti esaltati. Sono entrati nella scuola con l’idea di vendicarsi dei manifestanti che per due giorni li avevano tenuti in stallo. I loro capi non sono stati capaci di frenare le loro intemperanze. Poi due amici hanno portato le false molotov nella scuola nel tentativo di tirarli fuori dai guai, quando ormai il danno era stato fatto. Non c’è stato nessun complotto, nessuna pianificazione, nessun ordine venuto dall’alto. I vertici della polizia erano assolutamente inconsapevoli delle scellerate intenzioni dei picchiatori. Non l’hanno mai sospettato. Innocenti sulla fiducia, tanto da esser tutti promossi prima dell’assoluzione.
Piaccia o non piaccia (e a botta calda non piace molto), il significato delle sentenze che hanno concluso il grosso dei procedimenti per i fatti del G8 è questo.
A meno di clamorose inversioni di rotta in secondo grado (ma intanto arriverà la prescrizione a cancellare quasi tutti i reati), questa è la verità giudiziaria sui fatti. La “verità” che arriva dopo più di sette anni di inchieste e di processi, di testimonianze e di liti, di accuse e di veleni.
Il livello di polemica resterà inalterato, finché il ricordo dei giorni di Genova non si scolorirà nel tempo. Il responso delle aule giudiziarie ha però offerto una “verità” quasi inattesa, comunque la si pensi. A Genova, in quei giorni, non è successo (quasi) niente.
Quindi l'unica colonna sonora che mi è venuta in mente è questa:
BODY COUNT "Cop Killer" live
Finito l’ultimo, grande processo sulle sciagurate giornate del luglio 2001, vale la pena di tirare le somme. E provare a tradurre, con parole facili, il significato delle sentenze.
Carlo Giuliani è morto mentre dava l’assalto a una camionetta dei carabinieri; chi gli ha sparato è stato scagionato perché non poteva far altro per difendersi. O almeno così credeva.
Tra i vandali di Genova ben pochi sono stati identificati, ma quei pochi sono stati condannati a pene severissime con la contestazione di un reato inedito (nell’applicazione) dall’era post-bellica: devastazione e saccheggio. Gli altri, quelli che si sono scontrati con la polizia durante le manifestazioni, avevano qualche giustificazione in più e i giudici sono andati con mano leggera, paternalistica.
Nella caserma-carcere di Bolzaneto non ci sono state torture, né era un lager. Era un luogo in cui sono accaduti alcuni brutti episodi di maltrattamento, ma non di più di quanti ne accadano in situazioni del genere, quando il numero dei fermati è molto alto e c’è molta confusione.
E alla Diaz? La colpa è stata tutta di un gruppo di agenti esaltati. Sono entrati nella scuola con l’idea di vendicarsi dei manifestanti che per due giorni li avevano tenuti in stallo. I loro capi non sono stati capaci di frenare le loro intemperanze. Poi due amici hanno portato le false molotov nella scuola nel tentativo di tirarli fuori dai guai, quando ormai il danno era stato fatto. Non c’è stato nessun complotto, nessuna pianificazione, nessun ordine venuto dall’alto. I vertici della polizia erano assolutamente inconsapevoli delle scellerate intenzioni dei picchiatori. Non l’hanno mai sospettato. Innocenti sulla fiducia, tanto da esser tutti promossi prima dell’assoluzione.
Piaccia o non piaccia (e a botta calda non piace molto), il significato delle sentenze che hanno concluso il grosso dei procedimenti per i fatti del G8 è questo.
A meno di clamorose inversioni di rotta in secondo grado (ma intanto arriverà la prescrizione a cancellare quasi tutti i reati), questa è la verità giudiziaria sui fatti. La “verità” che arriva dopo più di sette anni di inchieste e di processi, di testimonianze e di liti, di accuse e di veleni.
Il livello di polemica resterà inalterato, finché il ricordo dei giorni di Genova non si scolorirà nel tempo. Il responso delle aule giudiziarie ha però offerto una “verità” quasi inattesa, comunque la si pensi. A Genova, in quei giorni, non è successo (quasi) niente.
Quindi l'unica colonna sonora che mi è venuta in mente è questa:
BODY COUNT "Cop Killer" live
giovedì 13 novembre 2008
Scusa!
Mi ricordo quando uscì "Animal House" al cinema nel 79. Con alcuni compagni di scuola dovevamo andare a vedere un altro film, che ora non ricordo, e non so perchè io e Antonio abbiamo cambiato idea e siamo andati a vedere questo. Beh, fu uno shock, come una palla di cannone in pieno petto! Questo film era veramente al di fuori delle nostre aspettative (per noi che frequentavamo una scuola di preti) e da allora sono rimasto preso al laccio da quest'uomo di origini albanesi che sapeva farti ridere anche solo alzando un sopracciglio. In questo film John Belushi non parla molto, ma il suo impatto sul pubblico è stato fortissimo lo stesso, credo che tutti si ricordino del personaggio di Bluto. Questa breve scena è memorabile per diversi motivi: innanzitutto si svolge durante il toga party, che era stato invocato proprio da lui (inutile dire che quell'estate ci fu un toga party sull'appennino emiliano dove andavo in vacanza). Poi le occhiate e le smorfie di John sono impagabili e la scena a me fa molto ridere soprattutto per la battuta finale, quel "Scusa!" che calza a pennello. Una curiosità: era previsto che la chitarra, preparata alla bisogna, si spaccasse al primo colpo. Invece che interrompere la scena, John Landis lasciò andare il rullo e Belushi con un paio di altri colpi riuscì nell'intento, praticamente quello che vediamo sullo schermo è una scena sbagliata. Un'altra curiosità è il testo della canzone fintamente romantica: "Ho dato al mio amore una ciliegia che non aveva nocciolo/Ho dato al mio amore una gallina che non aveva ossa/Ho dato al mio amore una storia che non aveva fine/Ho dato....CRASH! BOOM! BANG!
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mercoledì 12 novembre 2008
Tits'n'Roll
domenica 9 novembre 2008
Love songs - Episodio 3
LAMB "Gorecki"
Se dovessi morire in questo istante, non avrei paura
perché non ho mai conosciuto la completezza come stando qui avvolta nel tuo calore,
amando ogni tuo respiro,
ferma il mio cuore in questo istante o potrebbe scoppiare.
Potremmo restare proprio qui fino alla fine del mondo, fino a quanto la terra si fermerà
voglio amarti fino a quando i mari si asciugheranno
ho trovato quello che stavo aspettando.
Per tutto questo tempo ti ho amato e non ho mai conosciuto il tuo viso
Per tutto questo tempo mi sei mancato e ho cercato in tutta la razza umana
Qui è la vera pace, qui il mio cuore conosce la tranquillità
al sicuro nella tua anima, immersa nei tuoi sospiri.
Voglio stare proprio qui fino alla fine del mondo, fino a quanto la terra si fermerà
voglio amarti fino a quando i mari si asciugheranno
ho trovato quello che stavo aspettando, quello che stavo aspettando.
Tutto quello che ho conosciuto,
tutto quello che ho fatto,
tutto quello che ho provato
serviva a portarmi a questo.
Voglio stare proprio qui fino alla fine del mondo, fino a quanto la terra si fermerà
voglio amarti fino a quando i mari si asciugheranno
ho trovato quello che stavo aspettando, quello che stavo aspettando.
Se dovessi morire in questo istante, non avrei paura
perché non ho mai conosciuto la completezza come stando qui avvolta nel tuo calore,
amando ogni tuo respiro,
ferma il mio cuore in questo istante o potrebbe scoppiare.
Potremmo restare proprio qui fino alla fine del mondo, fino a quanto la terra si fermerà
voglio amarti fino a quando i mari si asciugheranno
ho trovato quello che stavo aspettando.
Per tutto questo tempo ti ho amato e non ho mai conosciuto il tuo viso
Per tutto questo tempo mi sei mancato e ho cercato in tutta la razza umana
Qui è la vera pace, qui il mio cuore conosce la tranquillità
al sicuro nella tua anima, immersa nei tuoi sospiri.
Voglio stare proprio qui fino alla fine del mondo, fino a quanto la terra si fermerà
voglio amarti fino a quando i mari si asciugheranno
ho trovato quello che stavo aspettando, quello che stavo aspettando.
Tutto quello che ho conosciuto,
tutto quello che ho fatto,
tutto quello che ho provato
serviva a portarmi a questo.
Voglio stare proprio qui fino alla fine del mondo, fino a quanto la terra si fermerà
voglio amarti fino a quando i mari si asciugheranno
ho trovato quello che stavo aspettando, quello che stavo aspettando.
venerdì 7 novembre 2008
rumble in the jungle
JOHNNY WAKELIN "In Zaire"
Inizialmente avevo cercato questa canzone per metterla nella radio, ma non l'ho trovata, così per un pò prosegue Booker T. (contento, Fritz?). Ho recuperato questo video, che fino a qualche mese fa non c'era, con un'esibizione semi-live (la voce e la chitarra) in tv. Si ballava in discoteca anche in anni dopo la sua uscita. Canzone dedicata al mitico match Muhammad Ali vs. George Foreman. In Zaire, ovviamente.
Inizialmente avevo cercato questa canzone per metterla nella radio, ma non l'ho trovata, così per un pò prosegue Booker T. (contento, Fritz?). Ho recuperato questo video, che fino a qualche mese fa non c'era, con un'esibizione semi-live (la voce e la chitarra) in tv. Si ballava in discoteca anche in anni dopo la sua uscita. Canzone dedicata al mitico match Muhammad Ali vs. George Foreman. In Zaire, ovviamente.
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muhammad ali,
zaire
mercoledì 5 novembre 2008
Franco, questa è per te
THE REPLACEMENTS "Bastards Of Young" live
replacements
Per ringraziarti, eccoti un'infuocata ed alcolica esibizione dei Replacements. Due domande sorgono spontanee: come cazzo è vestito Harry Dean Stanton che presenta? Ma soprattutto, come cazzo è vestito Bob Stinson???
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Per ringraziarti, eccoti un'infuocata ed alcolica esibizione dei Replacements. Due domande sorgono spontanee: come cazzo è vestito Harry Dean Stanton che presenta? Ma soprattutto, come cazzo è vestito Bob Stinson???
martedì 4 novembre 2008
canzoni sorelle
ANDREA TRUE CONNECTION "More More More"
CARMEL "More More More"
Le Canzoni Sorelle sono quelle che hanno in comune solo il titolo, per il resto sono diverse. O quasi. La prima è un classico della disco music, sempre piacevole a più di 30 anni di distanza. Andrea True era già conosciuta come attrice porno prima di diventare (?) cantante, ma gli autori del brano fanno comunque riferimento alle sue performances in celluloide "Get the cameras rolling/Get the action going". Da apprezzare comunque la sua mise scosciata con frange e l'ardita coreografia (!)
La seconda arriva dagli anni 80, nel pieno di quello che veniva chiamato "new jazz" o qualcosa del genere (i primi Everything But The Girl, i Working Week, Animal Nightlife, Swansway, Blue Rondo A La Turk ecc.) Lo scricciolo Carmel si faceva notare per la sua voce squillante, ora sembra clonata dalla recente Duffy. L'argomento della canzone...mmmh..."What you're doing to me?/You leave me dry (anticipazione di P.J. Harvey?)...Jimmy, Jimmy, Jimmy, give me more/Give me more more more more more"...sta a vedere che Andrea e Carmel non parlavano di api e fiori...
CARMEL "More More More"
Le Canzoni Sorelle sono quelle che hanno in comune solo il titolo, per il resto sono diverse. O quasi. La prima è un classico della disco music, sempre piacevole a più di 30 anni di distanza. Andrea True era già conosciuta come attrice porno prima di diventare (?) cantante, ma gli autori del brano fanno comunque riferimento alle sue performances in celluloide "Get the cameras rolling/Get the action going". Da apprezzare comunque la sua mise scosciata con frange e l'ardita coreografia (!)
La seconda arriva dagli anni 80, nel pieno di quello che veniva chiamato "new jazz" o qualcosa del genere (i primi Everything But The Girl, i Working Week, Animal Nightlife, Swansway, Blue Rondo A La Turk ecc.) Lo scricciolo Carmel si faceva notare per la sua voce squillante, ora sembra clonata dalla recente Duffy. L'argomento della canzone...mmmh..."What you're doing to me?/You leave me dry (anticipazione di P.J. Harvey?)...Jimmy, Jimmy, Jimmy, give me more/Give me more more more more more"...sta a vedere che Andrea e Carmel non parlavano di api e fiori...
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domenica 2 novembre 2008
dedicato a V.V.
T.REX "Get It On (Bang A Gong)" live 1973
Prima volta nel blog che rimetto un artista già passato di qui, tanto so che farò felice qualcuno. E non è neanche uno dei miei artisti preferiti, anche se sono in fase di riscoperta; ho trovato su Youtube un canale dedicato, chiamato MarcBolanLive che con un link ti dà anche la possibilità di scaricare un'apposita toolbar con tutto ciò che lo riguarda, compreso un player con tutte le canzoni ufficiali. La versione di questo famoso pezzo è fantastica e tutta da godere, trovate il tempo di seguirla perchè merita. Ma c'è una ragione per cui faccio questo post.
La settimana scorsa mi è capitato sotto mano mentre cercavo un'altra cosa (un classico caso di serendipity, argomento buono per un altro post...)un inserto a fumetti originariamente allegato a "Rumore". In esso c'era una mini-biografia di Marc in sette pagine creata da Vanna Vinci. C'è tutta la sua carriera in sintesi dall'ascesa alla caduta, alla rinascita e alla morte, il tutto in un linguaggio molto sintetico, come se fossero parole di una canzone, e anche il finale è secco, come lo schianto che ce lo ha portato via per sempre.
Giovedì sono andato a Lucca per la Fiera del Fumetto, come tutti gli anni, con gli amici soliti; anche se ci abbiamo mollato in quanto a passione fumettistica, è tradizione andare, così come è tradizione ritornare con un cabaret di paste comprate in loco, che vi consiglio caldamente. Insomma, allo stand delle Edizioni Kappa c'è Vanna che sta autografando alcuni libri, approfitto per fare tre acquisti e scambiare qualche parola con Massimiliano De Giovanni, e poi vado da lei e esordisco con "Dovrei farti una richiesta un pò strana. Ma quella storia con la biografia di Marc Bolan...", e lei "Ma tu sei mica quello che qualche anno fa su un forum mi chiedeva appunto di questa storia?". No, non ero io, ma da lì abbiamo cominciato a parlare e abbiamo scoperto passioni in comune, probabilmente inevitabili visto che siamo quasi coetanei e coincidenze, come il fatto che entrambi abbiamo appena comprato il libro "Please Kill Me". E così le ho chiesto se mi poteva fare un disegno di Marc. "Ci provo, vediamo se mi ricordo". E se lo ricordava bene, eccome. Vedere un'artista al lavoro è sempre molto istruttivo, prima i tratti a matita, poi i tratti ad inchiostro, in pochi minuti il mio disegno era pronto, con tanto di cappello e brillantini glitter sotto gli occhi. Il tutto è stato quasi magico perchè spontaneo e inaspettato. Oggi è l'ultimo giorno della Fiera, Vanna ha promesso di fare un giro sul mio blog e...beh, Vanna, questo post è tutto per te. Grazie ancora. E consigliami qualche bel libro su Pino Pascali e Biba, mi sa che sono personaggi interessanti.
"You're dirty and sweet, oh yeah!"
Prima volta nel blog che rimetto un artista già passato di qui, tanto so che farò felice qualcuno. E non è neanche uno dei miei artisti preferiti, anche se sono in fase di riscoperta; ho trovato su Youtube un canale dedicato, chiamato MarcBolanLive che con un link ti dà anche la possibilità di scaricare un'apposita toolbar con tutto ciò che lo riguarda, compreso un player con tutte le canzoni ufficiali. La versione di questo famoso pezzo è fantastica e tutta da godere, trovate il tempo di seguirla perchè merita. Ma c'è una ragione per cui faccio questo post.
La settimana scorsa mi è capitato sotto mano mentre cercavo un'altra cosa (un classico caso di serendipity, argomento buono per un altro post...)un inserto a fumetti originariamente allegato a "Rumore". In esso c'era una mini-biografia di Marc in sette pagine creata da Vanna Vinci. C'è tutta la sua carriera in sintesi dall'ascesa alla caduta, alla rinascita e alla morte, il tutto in un linguaggio molto sintetico, come se fossero parole di una canzone, e anche il finale è secco, come lo schianto che ce lo ha portato via per sempre.
Giovedì sono andato a Lucca per la Fiera del Fumetto, come tutti gli anni, con gli amici soliti; anche se ci abbiamo mollato in quanto a passione fumettistica, è tradizione andare, così come è tradizione ritornare con un cabaret di paste comprate in loco, che vi consiglio caldamente. Insomma, allo stand delle Edizioni Kappa c'è Vanna che sta autografando alcuni libri, approfitto per fare tre acquisti e scambiare qualche parola con Massimiliano De Giovanni, e poi vado da lei e esordisco con "Dovrei farti una richiesta un pò strana. Ma quella storia con la biografia di Marc Bolan...", e lei "Ma tu sei mica quello che qualche anno fa su un forum mi chiedeva appunto di questa storia?". No, non ero io, ma da lì abbiamo cominciato a parlare e abbiamo scoperto passioni in comune, probabilmente inevitabili visto che siamo quasi coetanei e coincidenze, come il fatto che entrambi abbiamo appena comprato il libro "Please Kill Me". E così le ho chiesto se mi poteva fare un disegno di Marc. "Ci provo, vediamo se mi ricordo". E se lo ricordava bene, eccome. Vedere un'artista al lavoro è sempre molto istruttivo, prima i tratti a matita, poi i tratti ad inchiostro, in pochi minuti il mio disegno era pronto, con tanto di cappello e brillantini glitter sotto gli occhi. Il tutto è stato quasi magico perchè spontaneo e inaspettato. Oggi è l'ultimo giorno della Fiera, Vanna ha promesso di fare un giro sul mio blog e...beh, Vanna, questo post è tutto per te. Grazie ancora. E consigliami qualche bel libro su Pino Pascali e Biba, mi sa che sono personaggi interessanti.
"You're dirty and sweet, oh yeah!"
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sabato 1 novembre 2008
love, love, love
THE CRAMPS "Like A Bad Girl Should"
Non sono carini Lux e Ivy? Non sono romantici? Praticamente la versione hard dei fidanzatini di Peynet ;)
Non sono carini Lux e Ivy? Non sono romantici? Praticamente la versione hard dei fidanzatini di Peynet ;)
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