domenica 29 agosto 2010

Il 12 pollici definitivo


Titolo del post riferito alla discomusic. E sempre a mio parere, sia chiaro. Allora, penso di aver già brevemente toccato l'argomento discomusic in passato. E' stata la musica che più mi ha caratterizzato negli anni dell'adolescenza. Il punk mi ha toccato solo di striscio (sto recuperando adesso), dopodichè, con un percorso simile ad altri, sono passato direttamente alla new wave o postpunk o come lo volete chiamare, anche perchè i ritmi geometrici erano simili o comunque molto nelle mie corde. Ricordo ancora che il primo 45 giri di discomusic che ho comprato era "T.S.O.P. (The Sound Of Philadelphia)" dei M.F.S.B. (Mother, Father, Sister and Brother) nel 1974, e mi ero imparato la pronuncia inglese dopo vari ascolti dalla radio; il negozio, per chi ricorda, era Music Corner in Corso Buenos Aires.
Ma torniamo agli Shalamar, gruppo che incideva per la Solar Records di Los Angeles, casa discografica anche di Whispers e Delegation, tra gli altri. Il brano in questione era già apparso sull'album "Big Fun" del 1979, di cui vedete la copertina nell'immagine del video. Questa è la versione remix uscita su 12" nella primavera del 1980 e il miglioramento rispetto alla prima versione era netto. Io lo trovo semplicemente perfetto, funziona tutto: la durata, l'intro, le strofe, il break di percussioni, la ripresa, il finale, la linea di basso. E diventa definitivo perchè in ambito discomusic il 1980 è stato, a mio parere, l'anno della sua morte, non si poteva andare oltre. La parabola, dopo i fasti del 1979, era in fase calante, non c'erano più novità sostanziali, e la diffusione del suono alla Chic stava portando un'ondata di musica più sofisticata, più verso un soul più leccato, perdendo molto della sua carica di divertimento, anche di puro kitsch (su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine)che caratterizzava il suono della disco più autentica. Sinceramente quando ho sentito questo pezzo nella discoteca del paese in Emilia dov'ero in vacanza per Pasqua, ho avuto proprio la percezione della fine; io stesso stavo già cambiando gusti, era arrivata la 2-Tone, i B-52's e i Blondie giravano già a palla nel giradischi, la stessa Donna Summer aveva appena mollato la Casablanca, l'etichetta anche dei Kiss, che l'aveva portata al successo.
Due notizie ancora sugli Shalamar: il trio formato da Jody Watley, Jeffrey Daniels e Howard Hewitt prosegue con un altro album, che ha un buon successo in Inghilterra; le apparizioni in tv dove Jeffrey balla il bodypopping (il muoversi a scatti come un robot) colpiscono il pubblico, anche illustre, come Michael Jackson. In effetti sarà proprio Jeffrey ad insegnare a Michael il moonwalking. L'album successivo "The Look" diventa un successo anche di critica, grazie ad elementi vicino all'electropop allora in voga, ma qualcosa si rompe e Jody e Jeffrey abbandonano il gruppo, Jody per la carriera solista (un primo album omonimo prodotto da collaboratori di Prince, di buon livello) e Jeffrey a ballare sui pattini nel musical teatrale "Starlight Express". Howard proseguirà con una nuova formazione, ma per poco, visti i risultati non esaltanti. E' tutto. Shake your ass and dance to the groove!

lunedì 23 agosto 2010

La ragazza più improbabile

MORRISSEY "Girl Least Likely To" (live)

Una delle migliori b-sides di Morrissey

giovedì 12 agosto 2010

Ska Fever!

E non ci posso ancora credere: nel giro di due mesi ho visto i Madness e gli Specials! Ho aspettato solo 30 anni, ma ne è valsa la pena. Nel 2009 si celebrava il trentennale della 2-Tone e per l'occasione gli Specials hanno fatto un tour di reunion in Inghilterra; intanto i Madness uscivano con "The Liberty Of Norton Folgate", album splendido che ho anche tentato di far arrivare primo come disco dell'anno per il pubblico di Disco Club, ma poi ha vinto Dylan...
Nel 2010 entrambe le band decidono di proseguire il momento d'oro con un tour europeo, al quale non potevo proprio mancare! Sabato 8 maggio parto alla volta di Milano, da solo, ma so che su troverò qualcuno dei miei contatti Facebook. Giornata bella, sole, caldo, qualche nuvola ma niente di preoccupante. Arrivo abbastanza presto al Palasharp, in attesa di incontrarmi con gli altri, giro un pò tra i banchetti di merchandising non ufficiale e i furgoni dei panini, vedo passare Alioscia dei Casino Royale con figlia, Johnny Grieco dei Dirty Actions; mangio un panino+birretta e faccio qualche chiacchiera con una coppia di Pavia (sorry, non ricordo i nomi), che erano già stati a vederli a Londra l'estate prima. Finalmente arrivano la Dora (che era venuta a Genova per la mostra dei Clash), suo fratello Lou e Giuliano, mentre mi sono perso Roberto Zena e company. Dopo un altro paio di birrette siamo pronti ad entrare, mentre gli Skiantos stanno già suonando...e suonano da dio, con un bel tiro, alcuni dei loro classici, da "Eptadone" a "Mi piaccion le sbarbine", presentata come "l'unica cosa che abbiamo in comune con il nostro premier". Finalmente arriva l'ora dei Madness: si parte con "One Step Beyond", ovviamente in italiano e il palazzetto comincia a ballare! Il concerto da lì è un incastro di pezzi dell'ultimo album (tutte quelle che piacevano a me!) e i loro successi (nominatene uno...sì, l'hanno fatto). Pensavo che avrebbero fatto prima i pezzi nuovi e poi le hits, invece questa formula alternata ha funzionato molto bene. Nel momento in cui è partita "Baggy Trousers" anche gli immobili hanno cominciato a saltare impazziti, un momento bellissimo. La band si è dimostrata in ottima forma, Lee Thompson al sax adorabile buffone, Woody alla batteria il solito motorino incessante, Chris Foreman alla chitarra ha pure tentato di cantare in italiano, anche se era poi "Just One Cornetto", vecchia pubblicità inglese modellata su "O Sole Mio" e poi l'impeccabile Suggs, maestro di cerimonie, che si è scusato perchè non riusciva a parlare italiano, nonostante abbia qualche parente qui da noi (colpo di scena!) Sono molto curioso di leggere il suo libro "Suggs and The City: My Journeys Through Disappearing London", viaggio alla ricerca della Londra perduta della sua infanzia, dove i negozi, i pubs e quant'altro scompaiono nella modernità di anonimi grattacieli, centri commerciali e ristoranti. Purtroppo all'appello mancava Chas Smash, bloccato in Spagna dalle conseguenze del vulcano islandese (ricordate?). Comunque un ottimo concerto, concluso su "Night Boat to Cairo", tanta gente col sorriso sulle labbra, sudata per i balli e felice per l'ottima musica. Fuori poi ho trovato il mitico Gianni Miraglia, ancora reduce da un hangover alcolico del giorno prima ma uguale alle foto che carica su Fb. Con gli altri mi faccio portare in una birreria non so bene dove in mezzo al nulla, e alla fine concludo la nottata sul divano della Dora a casa sua a Varese! (fortuna che il marito è molto comprensivo). Giusto un paio di foto:


E saltiamo a giovedì 15 luglio. Sottolineo giovedì perchè putroppo il giorno infrasettimanale ha portato un pò di problemi a chi non poteva sganciarsi dal lavoro, tra cui Erika, Lucia, Roberto, Paco di Reggio Emilia, mentre il mio probabile autista, che un mese prima sembrava più entusiasta di me all'idea del concerto degli Specials, pochi giorni prima cade dalle nuvole, poi sembra disponibile, poi invece nisba! Così riparto da solo (deja-vù 1) verso Torino. Il concerto si svolge alla reggia di Venaria Reale nell'ambito del Traffic Festival. Col bus (gratuito, prego gli assessori genovesi di prendere nota) arrivo in zona reggia dove devo incontrarmi con Dora e gli altri (deja-vù 2), anche se stavolta non c'è Lou, ma l'altro fratello Rudie, più vari ed eventuali, Anna, Stefano, e incontro di sfuggita Luca Re dei Sick Rose. Dopo un misunderstanding di posizione geografica (col bus sono arrivato vicino all'entrata principale della reggia, mentre il luogo del concerto era da un altro lato) siamo dentro e arriviamo molto vicini al palco mentre gli Statuto cominciano a suonare. Se la cavano molto bene, il ruolo del supporter è sempre ingrato, ma stavolta giocano in casa (anche se da anni non riescono più a suonare nella loro città) e centrano il risultato (tenuto conto anche della passione calcistica di Oskar e soci). Passa un pò di tempo e poi è la volta di Paul Weller. Sì, perchè la lineup prevista è cambiata, doveva essere lui l'headliner, ma l'ordine è cambiato (giustamente secondo me) perchè Paul in Italia è già venuto più volte mentre per gli Specials era la prima volta in assoluto, ai tempi d'oro manco un'apparizione televisiva. E dico la verità, non me ne è fregato nulla che ci fosse lui, non ero lì per quello. Quindi il suo concerto non mi ha detto granchè, le canzoni nuove non hanno lasciato nessun segno, di roba vecchia solo "The Changing Man", "Shout To The Top" degli Style Council e "Going Underground" dei Jam, il suono in generale mi è sembrato piuttosto confuso e poco coinvolgente...e troppo lungo, alla fine (sorry, Franco). Giro di birre, tento di beccare un altro contatto di Fb (ma mi sa che il suo livello alcolico era già al top!) e poi SPECIALS! Eccoli lì, Terry, Neville, Lynval, Roddy, Sir Horace e John, più il sostituto di Jerry Dammers alle tastiere e due fiatisti (sarebbe stato il massimo se ci fosse stato Rico col suo trombone!), fisici un pò appesantiti, ma la carica di una volta non si è spenta. Passano in rassegna praticamente tutti i pezzi dei due album e si crea subito un bel coinvolgimento tra loro e noi, Neville si agita quasi come ai vecchi tempi e Lynval con la chitarra non sta fermo un attimo e scherza col pubblico, Terry invece è immobile, ma noi lo amiamo perchè è così e lo è sempre stato. Tutto bene, dunque, la band esce e noi aspettiamo il bis. Invece arriva Mixo, l'incolpevole presentatore della serata che ci manda tutti a casa perchè l'orario è leggermente sforato, al punto che ritorna sul palco Lynval, accolto da un boato, afferra il microfono e dice: "Scusate, ma c'è il coprifuoco". Come a dire, ci stavamo divertendo tutti quanti, ma ci impediscono di continuare. All'appello mancavano solo "Ghost Town" e la "Skinhead Symphony" dell'EP dal vivo...però io sono felicissimo lo stesso, io li volevo così e non mi hanno deluso. Non facciamo neanche a tempo a prendere una birra e fare due commenti che i tizi dell'organizzazione spingono tutti ad uscire al più presto...non proprio il massimo dell'ospitalità. Vabbè, la nottata finisce con me a dormire sul divano della Dora (deja-vù 3), mentre suo marito mi informa degli ultimi acquisti del Genoa (ne sa pù lui di me!). Visto che entrambi i gruppi hanno fatto sfracelli nei rispettivi tour europei, mi piace pensare che possano tornare al più presto, così anche chi non ha potuto vederli possa godere come ho goduto io. Per quanto riguarda gli Specials, consiglio un giro sul loro sito dove Sir Horace Gentleman sta tenendo un diario della tournee col suo stile già apprezzato nel bel libro "Ska'd For Life".
E tra questi due concerti c'è stato pure quello di Toots & The Maytals a Genova il 2 luglio (ma di questo ne parlerò poi). Ancora due foto:

giovedì 5 agosto 2010

Non ho ancora gettato la spugna

No, no, no. Ok, mi è sempre più difficile raccogliere le idee per scrivere qualcosa che abbia un senso per me. Però non voglio gettare la spugna. Franco ha ragione, devo scrivere qualcosa sul concerto degli Specials, belin, erano 30 anni che li aspettavo! E anche su John Peel, doveva essere uno dei miei primi post, e invece ancora nulla, dopo due anni. Non posso abbandonare un progetto a cui tenevo. Ce la devo fare. E ce la farò!